Avere l'ombrellone vicino alla passerella è stupendo.
È come essere in prima fila ad una sfilata di "Miss maglietta bagnata".
C'è un continuo via vai, dalle docce alla spiaggia, dalla spiaggia alle docce.Questa posizione strategica mi permette di rifarmi gli occhi con qualche splendido essere femminile, ma giuro che non era calcolato, ormai era uno degli ultimi ombrelloni rimasti disponibili.
Oggi in spiaggia, Lei, non s'è ancora vista, e questo mi preoccupa.
Non vorrei che fosse già partita, che la nostra storia fosse già finita.
Lo so cosa state pensando:
"Quale storia? Vi siete rivolti la parola una volta."
Avete ragione in effetti, ci siamo scambiati giusto due parole, ma davvero credete che una storia cominci nella fase in cui ci si rende conto di essere dentro una storia?
Una storia inizia molto prima, in una fase inconscia.
C'è qualcosa che ci spinge a creare certe situazioni, qualcosa che non controlliamo. Siamo attirati da qualcuno prima ancora di rendercene conto davvero.
Prima ancora della mente e dell'anima, comanda la pelle.
Per me una storia incomincia dalla pelle, da qualcosa di chimico e inspiegabile che ci dice dove sederci sul pullman, a chi sorridere, a chi rivolgere la parola.
Spero davvero che non sia partita, siamo appena entrati nella fase cosciente della nostra storia, non può andarsene ora.
All'improvviso qualcuno, da dietro, prende il libro che tenevo sopra il volto e me lo schiaccia sul viso.Deduco voglia leggere il titolo sulla copertina, forse è mio fratello.
Quando vengo liberato dalla morsa vedo il suo viso e contemporaneamente sento la sua voce, che con tono da snob, riporta in vita la nostra storia:- Fabio Volo? Tu si che sei un intellettuale.-
Oltre che aver fatto il suo solito ingresso in scena arrogante, strafottente e invadente, si mette pure a contestare le mie letture.
Mi metto seduto prima di risponderle, mi giro verso di lei per poterla guardare negli occhi e decido di atteggiarmi:
- Io leggo di tutto! Sono uno scrittore! È importante che io legga di tutto se voglio avere un senso critico... non credi? -
- E ti piace Fabio Volo? -
- Non è male... scrive in modo semplice. Diciamo che sa fare il suo mestiere, tutto sommato lo trovo piacevole.-
- Comunque sei un po' tamarro per essere uno scrittore - mi fa notare lei, squadrandomi.
- Tu invece sei troppo fastidiosa per avere un fidanzato - rispondo io cercando di risultare brillante e di sapere qualcosa in più su di lei.
- Dopo questa me ne vado.-
Riesce a fare solo un passo prima che io le afferri un polso, proprio all'ultimo, allungandomi che quasi cado nella sabbia e quasi la trascino a terra con me.
- Scusami! Ti ho fatto male? -
Lei ride di gusto, è dolce vederla divertita.Si prende i capelli e li sposta tutti da un lato cercando di rimettersi in ordine.
- Chi ti ha dato tutta questa confidenza? - Provando a tornare seria.
Il nostro primo contatto fisico è stato un po' tumultuoso, ma credo che le sia piaciuto.
Tardo a risponderle perchè in realtà quello che vorrei dirle dopo averla vista spostarsi i capelli con quella femminilità è:- Non toccarti mai più i capelli così che io ti trascino in cabina... Brutta stronza! -
Ma, per fortuna, i miei difettosi filtri tra pensiero e parole funzionano e formulo un'altra frase:
- Il tizio con cui stai di solito è il tuo fidanzato? -
- Sì! Cioè no! -
- Ok! Figo! Sei ubriaca? Troppo Prosecco? -
- Simpatico - con un sorrisetto infastidito.- Riassumo velocemente la vicenda... ci eravamo lasciati ma mi ha portata qui con la speranza che stare insieme, in questo contesto, ci facesse bene e potessimo ritrovarci.-
- Sta funzionando? -
- Assolutamente no! Già lo immaginavo in realtà ma mi sono lasciata convincere, forse è stato giusto provarci... in fin dei conti l'ho amato.-
- Mi dispiace un sacco - mostrando un sorrisetto compiaciuto.Questa volta sono io a fare l'arrogante, non tenendo conto della delicatezza della situazione.
- Che ti ridi? Mostra un po' di rispetto per i problemi altrui -
ma neanche lei riesce a trattenere un sorriso.
- Dai vado a farmi una doccia... ti lascio alle tue letture impegnate.-
- Sei una delle persone più fastidiose che io conosca sai? -
- Ma stai zitto che è quattro giorni che mi guardi come uno sfigato.-
Si gira e come sempre si allontana senza lasciarmi diritto di replica.
È sempre lei che decide quando e come darsi.
Non la rivedo più, se non mentre risale la passerella con lui che la precede.
Io alzo lo sguardo verso di lei solamente quando lui mi supera.
Lei cammina qualche passo indietro, credo si sia allontanata da lui per potermi permettere di guardarla.
Non un saluto... non uno sguardo.
Credo che abbiano litigato, non ha più sul volto quel bel sorriso che io le ho regalato prima.
Si sposta ancora i capelli e li porta ancora tutti dallo stesso lato, proprio quando mi passa davanti.
La stronza ha capito come giocare con me, ha capito che io per quei capelli perdo il controllo.Quando se li tocca, senza proferire parola, mi dice comunque le cose più eccitanti mai sentite.
Sfila via un istante dopo e mi lascia qui ad aspettarla ancora, fino a domani.Intanto è successo di nuovo, sono costretto a girarmi e sdraiarmi sulla pancia.
Mi è ancora venuto duro.
DAY 6 DOMANI
VENERDÌ 11 AGOSTO ORE 19.00
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IN12DAYS
Short StoryUn diario che doveva rimanere segreto, un racconto breve, una lei e il suo fidanzato, l'altro, fantasie, dubbi, incertezze, sguardi, parole, sensazioni, istinti. Il primo racconto breve di Emanuele Piccinino. IN12DAYS "Confessioni di una vacanza"