13. Ho giocato

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Harry's POVS

Louis era perfetto, non potevo credere di essere così fortunato.
Quando mia madre lo aveva chiamato io ero letteralmente andato nel panico, per paura di non poter più vedere il mio LouLou.
Ma lui mi tranquillizzò, mi fece un mucchio di coccole e poi si fermò ad un negozio, riportandomi a casa in perfetto orario e con un pacchettino fra le mani.
E ora, nel silenzio della mia camera, con mia sorella Gemma e mia mamma in giro per ristoranti -era sempre loro abitudine dedicarsi una serata madre figlia- i miei pensieri non potevano non finire su di un'unica persona.
E sentì i miei pantaloni del pigiama stringersi, avvertendo quella, ormai, familiare sensazione.
Esattamente dieci minuti più tardi il tessuto era per terra e le mie mani pronte a sostituirlo.
«Unnngh-ah» gemetti piano, per poi mettermi un cuscino sul viso.
«L-Lou» mugolai, mentre scoprivo
la punta del pene e la massaggiavo piano.
Mi strofinai contro il palmo aperto mentre con un dito accarezzavo piano il mio buchino, stretto e innocente.
E fu un impulso, una specie di istinto animalesco.
Premetti, facendolo sprofondare inavvertitamente fino alla nocca.
«Dio» grugnì,
sentendo una dolorosa fitta.
Lo curvai leggermente, sentendo le mie pareti aprirsi e pulsare, diventando calde.
«Ahhh» esalai, mentre continuavo a masturbarmi con sempre più foga.
Quello che successe dopo mi colpì senza alcun preavviso.
Fiotti caldi iniziarono a fuoriuscire dal mio pene, bagnando le lenzuola e il mio addome.
«Cazzo» esclamai, guardando il casino che avevo combinato, per poi essere assalito dai sensi di colpa.

Louis' POVS

Quel pomeriggio con Harry era stato fantastico, così meraviglioso da costringermi a implorarlo a venire da me il giorno seguente.
Purtroppo, però, per non destare sospetti mi dimenticai di avvisare Liam.
Così lo lasciai tranquillamente andare da Niall, un altro suo amico, per non risultare sospetto.
L'unica cosa che temevo, ora, era la reazione del mio orsacchiotto.
Non volevo pensasse fosse un mio piano per approfittarmi di lui.
Fu per questo che quando andai ad aprire la porta le mani tremarono e la mia fronte si imperlò di sudore.
Harry, dal canto suo, era completamente rosso in viso e quando gli dissi di Liam prese fuoco e balbettò incoerentemente.
Notai, inoltre, che manteneva le distanze con accuratezza.
Cos'è, non mi sono lavato per caso?
«Cos'hai?» chiesi, prendendogli una mano e avvicinandolo a me, dopo aver sopportato i suoi continui sobbalzi ad ogni mio spostamento.
Lui non si scostò e la cosa mi tranquillizzò lievemente, anche se nascose il viso contro il mio petto.
«Tu mi piaci molto, Lou» sussurrò «sei il primo ragazzo di cui mi i-innamoro e ho paura di perderti» continuò.
«Amore» gli sussurrai ad un orecchio «sono qui, con te.»
«Tu mi lascerai» mugolò, e i suoi occhi gli si riempirono di lacrime.
Andai nel panico.
«Quando ti dirò cos'ho fatto» continuò, le lacrime che scivolavano e si incastravano nei suoi crateri lunari, a formare piccoli laghetti.
Che diavolo gli prendeva? Che cosa mai aveva potuto fare di così imperdonabile da come lo descriveva?
«Cos'hai fatto, cucciolo?» chiesi, baciandogli la fronte.
«M-mi» singhiozzò «sono toccato, p-pensando a t-te, non volevo Lou e non lo farò più, te lo promet-»
«Harry» sussurrai, staccandomelo dolcemente di dosso.
Immagini di lui che gemeva il mio nome sfrecciarono di fronte ai miei occhi e, Santissima Lana del Rey, aiutami.
«Non è una cosa brutta, Hazzy» spiegai, guardandolo negli occhi e sorridendogli.
Era così innocente, volevo strapazzarlo di coccole.
E volevo anche sfondarlo, ma questo era un altro discorso.
«Succede quando ti piace una persona, sciocchino» continuai, scompigliandoli i capelli e facendolo assomigliare ad un babbuino.
Un babbuino carino, però, sia chiaro.
«Non sei arrabbiato!» esultò, salendomi in braccio e gettandomi le braccia al collo.
Nel farlo mi si mise praticamente a cavalcioni e io gemetti piano, maledicendo Liam, Niall e mia madre bagascia per avermi lasciato lì con il mio neo fidanzato.
Più o meno.
«Uhm» mugugnò lui, creando una leggera frizione tra il suo sedere e la mia, sempre più pronunciata, erezione.
«P-piccolo» sussurrai, cercando di fargli arrivare il messaggio, ovvero staccatidameotisfondo.
«Mi piace q-questa cosa» borbottò, ora strusciandosi oscenamente sul mio pacco.
«Bimbo, amore, teddy» esordì, disperato.
«Fa male» gemette lui, toccandosi piano la sua di protuberanza e basta, Santo Cielo, mi sembra di essere in un porno.
«Haz deve confessarti un'altra cosa, LouLou» mi disse, guardandomi negli occhi.
Aveva le guance color porpora e le labbra schiuse, gli occhi lucidi mi fissavano con attenzione.
«S-si?» chiesi, tentando di non ululare peggio di Remus Lupin.
«Ho giocato col mio sederino» ridacchiò, e io stavo morendo, davvero.
«Puoi spiegarmi meglio come si fa?»

YOU'RE TOO CUTE! | Larry Stylinson |Where stories live. Discover now