25. No, ventotto

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Zayn's POVS
«Supponevo fossi al corrente del mio quoziente intellettivo.»
Liam era accanto a me, occhi puntati al finestrino.
Non aveva detto una parola sin da quando aveva messo piede in auto, cosa alquanto sospetta.
«Sai che l'ho fatto per Louis» sbottai, svoltando verso una strada meno trafficata.
«Fa sempre un altro effetto sentirtelo dire» disse, con noncuranza.
Mi bloccai qualche secondo a pensare, guardandolo con la coda dell'occhio.
«Hai in mente qualcosa.»
Non era una domanda.
Lui rise, concedendomi il suo sguardo per pochi secondi.
«Mi conosci» terminò, e pensai fosse ritornato a chiudersi nel silenzio.
Ma mi sbagliavo.
«Harry deve pagare.»

Louis' POVS
«Hai contato?» chiese, ansimante.
Il petto sporco del suo stesso sperma -che avrei dannatamente leccato via- e i capelli sudati spiaccicati sulla fronte lo rendevano una visione decisamente miracolosa.
«12» sentenziai, accasciandomi accanto a lui.
Anche io ero decisamente sporco, ma vi risparmierei volentieri i dettagli.
«16» ammise lui, per poi scoppiare a ridere subito dopo.
La stupidità della situazione mi colpì solo in quel momento.
«Abbiamo davvero preso nota della durata dei nostri orgasmi?» chiesi, mettendomi la testa fra le mani.
«Fa 28!» urlò lui, mettendosi seduto di botto.
Poi mi guardò in viso e scoppiò a ridere.
«Il tuo tatuaggio!» continuò, le lacrime agli occhi per le troppe risate.
«Non lo guarderò mai più con gli stessi occhi!» strillai, osservando le dita su cui erano stampati i due numeri e fingendomi disperato.
Ora rischiavo di avere un'erezione immediata ogni qual volta mi guardassi le dita, meraviglioso.
«È destino» bofonchiò lui, appoggiando la testa contro la mia spalla e sbadigliando rumorosamente.
«Sei stanco?» chiesi subito, avvolgendo un braccio attorno alla sua vita.
«Mi togli tutte le energie» sorrise lui, arrossendo lievemente.
Possibile che fosse la stessa persona che qualche minuto prima urlava di volere di più e implorava?
Quante sfumature -e non grigie- aveva quel ragazzo?
«Sei sorprendente» dissi, ammirandolo mentre si alzava per prendere dei fazzolettini.
Notai con piacere un rossore abbastanza diffuso sulle sue natiche, che mi fece assumere un'espressione da vero coglione.
«Pulisciti» ridacchiò, tirandomene un pacchetto.
«Ai tuoi ordini» bofonchiai, senza smettere di fissarlo mentre strofinava una macchia già meno appiccicosa.
«Come mai ne hai una scorta?» chiese improvvisamente, facendomi sobbalzare.
«Uhm, ho avuto un recente raffreddore» sbottai, guardandomi attorno ed evitando i suoi smeraldi penetranti (mai penetranti quanto il mio- okay, basta).
«Magari il vecchio Harry ci sarebbe anche cascato, LouLou» sorrise, dandomi un bacio sulla guancia e mettendomi in imbarazzo.
«Io quel piccolo Hazzy lo vedo ancora.»
Strofinai piano il mio naso contro il suo, le sue ciglia lunghe che si alzavano e abbassavano lentamente.
«E cosa pensi di lui?» chiese titubante, allontanandosi per poter osservare la mia espressione.
«Ti amo.»
Fu come quando Niall disse "chonce" invece di "chance".
Inaspettato, improvviso, illogico, immotivato.
E iniziano tutti con la i per caso.
Lo vidi schiudere leggermente le labbra a forma di cuore, sorpreso.
Si avvicinò con una lentezza esasperante e il bacio che seguì fu uno dei più dolci di sempre.
Le mie mani sulle sue guance, le sue dietro il mio collo, i nostri corpi a contatto senza alcuna barriera.
Quando ci staccammo solo per respirare -perché si, siamo umani e abbiamo bisogno di ossigeno e il naso a quanto pare non ne aspira abbastanza- lui strofinò piano le sue labbra contro le mie.
«Anche io» rispose, mischiando il suo fiato ai miei respiri spezzati.

Zayn's POVS
Non avevo mai reagito in quel modo.
Ero sempre stato un ragazzo calmo, tranquillo, vedermi urlare era raro tanto quanto vedere Simon Cowell applaudire ad un matrimonio gay.
Ma quello che Liam aveva detto aveva sforato ogni limite esistente.
«Sono solo due froci, non dovrebbero nemmeno esistere.»
Ed io, che a sua insaputa ero come Harry e Louis, non potevo non avere una reazione.
Così avevo fermato l'auto nel bel mezzo di una strada sterrata e fuori città, avevo aperto la portiera ed ero sceso, costringendo Liam a fare lo stesso con la forza.
Per carità, non gli avevo fatto male, non gliene avrei mai fatto.
Solo una spinta, forse un pochino forte, giusto per farlo spaventare.
Cosa che ebbe successo.
Mi guardò terrorizzato, sbarrando gli occhi.
Potevo immaginare il suo cervello fin troppo ingegnoso cercare una via di fuga, o una motivazione.
«Se non rimangi immediatamente quello che hai detto giuro che ti lascio qui» ringhiai, con rabbia.
Cosa diavolo voleva da Louis?
Okay, forse non era il massimo come fratello, ma il suo comportamento ora sembrava dettato solo dalla sua meschina omofobia.
Lo vidi tremare chiaramente mentre lo guardavo disgustato, facendogli capire, senza volere, di rientrare nelle persone che non dovrebbero esistere.
Aspettavo mi ridesse in faccia, o qualche altro insulto.
Magari persino un ghigno mentre componeva il numero della madre e mi diceva di andarmene.
Quello che non aspettavo, però, furono i suoi singhiozzi incontrollati.

YOU'RE TOO CUTE! | Larry Stylinson |Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora