2. THE WORLD ON MY BACK

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GuanShan arrivò a casa alle nove del mattino.

Aveva lasciato l'appartamento di He Tian non appena i soppressori avevano iniziato a fare effetto. Era una sensazione strana, diversa da come se l'era immaginata: il suo corpo, come la sua mente, si erano svuotati e provava un leggero senso di estraneazione. Si era ripromesso di leggere gli effetti collaterali delle medicine, giusto per essere sicuro.

Varcata la soglia di casa trovò sua madre in cucina; sembrava ansiosa e non appena vide entrare GuanShan gli corse incontro a braccia aperte.

<< GuanShan! >> esclamò, prendendogli le mani e squadrandolo dalla testa ai piedi << Dove sei stato? >>

Il ragazzo strinse le spalle, infilandosi le mani in tasca. Per fortuna l'occhio non era più gonfio come la sera prima e i graffi sul suo viso si notavano appena << Ho fatto un giro, per vedere se mi sentivo meglio >>.

<< Oh >> sospirò la madre, chiaramente non convinta << E ha funzionato? >>

Per un secondo GuanShan pensò a tutti gli avvenimenti che si erano susseguiti solo poche ore prima: prima era stato assalito da un Alfa, poi pestato a sangue, aveva perso le sue medicine, He Tian gli era praticamente saltato addosso peggio di un cane in calore (dopo averlo salvato), poi che altro? Ah si, e gli doveva anche i soldi che aveva speso per i nuovi soppressori . Se aveva funzionato? Quasi gli venne da ridere.

<< Non saprei dirtelo, mamma >>

La donna fissava con insistenza i vestiti del figlio; la maglia blu scura, chiaramente troppo lunga, i pantaloni che faticavano a stringersi sui suoi fianchi. Possibile che li avesse comprati lei? Lo guardò negli occhi, ed il suo cuore si strinse nel vederli spenti, e tanto tanto stanchi. Allungò una mano accarezzandogli piano la fronte e poi la guancia

<< Sei così pallido... >>

<< Davvero? Penso che me ne andrò a letto >>

<< D'accordo >>

Sfilatosi le scarpe GuanShan dovette tirarsi su i pantaloni per evitare che gli finissero sotto i piedi.

Si chiuse la porta della sua stanza alle spalle e sospirò, pesantemente. Si sentiva così stupido, tutto quello che era successo, quello che aveva fatto con He Tian. Quelle sensazioni, gli odori...con l'effetto dei soppressori era tutto svanito, non c'era più niente. Solo quella fastidiosa fitta allo stomaco, quel crampo insistente dettato dal senso di colpa, solo quello non voleva andarsene. Si fissò i vestiti: l'odore di He Tian, che tanto gli aveva dato alla testa e a cui così disperatamente si era voluto aggrappare, non c'era più. Adesso erano solo inutili pezzi di stoffa, uguali a qualsiasi altro straccio. Improvvisamente si sentì soffocare sotto di essi e con fretta si spogliò, lasciandoli scivolare al suolo. Stizzito li calciò via, buttandosi stancamente sul letto indossando solo i boxer. Si sfiorò lo stomaco con la punta delle dita; storse le labbra disgustato dalle sue sensazioni. Le cose erano andate così, non aveva chiesto lui a He Tian di salvarlo. E' vero, non lo aveva ringraziato ma...

"Ma?"

Di nuovo quella stupida voce nella sua testa.

Che altro avrebbe dovuto fare? Lasciare che lo mordesse creando così un Legame? Altro che ringraziamento! No, nessuno dei due era lucido in quel momento, guidati dall'heat avrebbero fatto di tutto e di più, ma era certo che passata l'euforia se ne sarebbe pentito per tutta la sua cazzo di vita; era di He Tian che stava parlando dannazione. "No" pensò deciso "Ho fatto la cosa giusta, fine della storia".

Improvvisamente lo assalì un profondo brivido di freddo; si fregò le braccia intensamente, fino a rendere la pelle tutta arrossata dalle spalle ai polsi.

TEN MINUTES | by MestizoWhere stories live. Discover now