TEN MINUTES | by Mestizo

3. IN BETWEEN

Il mondo non è solo bianco o nero e per quanto questo concetto per alcuni sia scontato, è una di quelle cose che He Tian ha dovuto imparare da solo. Contrariamente a quanto in molti possano pensare è stata una cosa molto difficile da comprendere, considerando che nella sua famiglia è stato cresciuto con concetti, relativamente, semplici: o sei forte o sei debole, o sei ricco o sei povero, o sei qualcuno o sei nessuno...o sei un Alfa, o non lo sei.

"Ma è davvero così semplice?"

Si chiedeva He Tian, da ragazzino "Possibile che ogni cosa sia semplicemente l'opposto dell'altro? Non esiste un mezzo? Una sfumatura, tra il bianco e il nero?"

<< Cosa c'è di sbagliato? >> gli rispondeva suo fratello, l'unico soggetto che più si avvicina vagamente all'idea di "famiglia".

<< Non lo so >> ribatteva He Tian, guardando fuori dalla finestra con le gambe incrociate, lo sguardo serio, spento << È solo che sembra così...noioso >>.

He Tian non poteva sopportare di dover passare così tutta l'adolescenza (se non la vita) e compiuti quattordici anni "scappò" di casa (sapeva che potevano trovarlo in qualsiasi momento), rifugiandosi a casa di un parente sempre all'estero per lavoro. Si era iscritto alla scuola pubblica più vicina,non importava quale fosse, ma il fatto che l'avesse scelta lui rendeva il tutto un po' più speciale; voleva vederlo per una volta con i suoi occhi, il mondo.

All'inizio le cose andarono piuttosto bene: l'appartamento di suo zio era situato in una buona zona, potersi occupare in modo indipendente della sua vita lo soddisfaceva molto. Gli piaceva passeggiare per strada e vedere gente di tutti i tipi, chiacchierare con la cassiera anziana del 7 Eleven che ogni volta gli raccontava la stessa storia di quel nipote che tanto era bravo e che tanto si impegnava all'università di Hong Kong. In classe conobbe subito molti suoi coetanei, notando che dopotutto non erano così differenti. Le ragazze lo adoravano e a lui piaceva passare del tempo con loro, scoprì di avere un talento naturale nel trattare con il gentil sesso, probabilmente una caratteristica del suo essere un Alfa. Loro erano sempre gentili, sempre disponibili e a lui piaceva essere affabile, accettando di buon grado le attenzioni, senza mai sbilanciarsi troppo. In cambio lo salutavano ogni mattina con un sorriso e occhi sognanti.

Spesso l'idea di portarne una a casa aveva accarezzato la mente di He Tian, per assaporarne il corpo minuto e morbido, le labbra dolci al sapore di frutta dei loro lucidalabbra, che a volte lo infastidiva perché troppo forzato, troppo artificiale.

Tuttavia non concretizzò mai il desiderio: troppo rischioso. Mostrare un appartamento tanto lussuoso, tra i piani più alti dei grattacieli di città, avrebbe creato chissà quante voci e, per esperienza, sapeva quanto velocemente i pettegolezzi sapevano spargersi. Inoltre sapeva che non avrebbe nemmeno dovuto sforzarsi a chiedere: sarebbe bastato uno sguardo o una carezza, e quella placida l'avrebbe seguito; la mancanza della sfida lo aiutò a rinunciarci. Conobbe Jian Yi durante il secondo anno; un ragazzo chiassoso sempre appiccicato al suo migliore amico che definiva il numero uno, che quando giocavano insieme al campo da basket parevano più un duo comico che altro, coinvolti chissà come in situazioni sempre assurde e imbarazzanti. Se ne affezionò, giocandoci insieme con la spensieratezza che può caratterizzare qualsiasi ragazzo o ragazzo del mondo, celando una leggera invidia, nella naturalezza della loro amicizia, o qualsiasi altra cosa li legasse. He Tian non sapeva cos'era ma la percepiva e dentro la agognava inconsciamente, quasi come un presentimento di quello che davvero stava cercando.

L'incantesimo, di fatti, non durò a lungo: accadde una mattina, dopo che He Tian ebbe spento controvoglia la sveglia del cellulare. Si era alzato dal letto ed aveva notato, per la prima volta, che nonostante avesse vissuto in quella casa per quasi un anno e mezzo, pochi erano stati i cambiamenti che erano avvenuti da quando si era trasferito.