15 (26 Agosto)

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Questo non è un vero e proprio capitolo. È un pensiero. È per ricordare che oggi dopo un anno siamo ancora qua. Noi e loro. Perché ci abbiamo creduto. Noi. E anche loro. Forse troppo, forse fino a farsi male, a fare invidia al mondo intero.
Questo lo dedico a noi e a loro.

26 Agosto 💙💚

"Voglio venire con te." Quattro semplici parole. Bastano quattro semplici parole per buttare a terra tutti i muri tra quei due corpi che si cercano da una vita e che ancora lo faranno. Una vita intera. A cercarsi. A rincorrersi. Claudio afferra forte la mano di Mario e lo trascina con sé. Mario glielo lascia fare. Perché non saprebbe fare altrimenti. Scappano via da quel locale affollato stringendosi la mano.

Ti stringo forte perché se ti perdessi adesso morirei. Ti stringo e ti porto via.

Claudio porta via Mario. Mario si lascia portare via. Sono soli nel buio della notte sotto un cielo di stelle. Camminano piano, poi forte. Corrono silenziosi. Corrono con il loro amore che fa invidia al mondo. Che se qualcuno li vedesse adesso penserebbe che non c'è incastro di mani più perfetto di quello. Il problema degli amori così è che fanno davvero invidia al mondo. Si deve essere forti per mandarli avanti, per proteggerli da tutto. Si deve essere in due, in due e basta. Il mondo fuori. Che tanto il mondo amori del genere non li riesce neppure a comprendere.
Ora sono Mario e Claudio che si fermano in una piccola strada stretta a corto di fiato e si baciano forte per riprenderselo quel fiato. Uno dalla bocca dell'altro. E poi sono Mario e Claudio che riprendono a camminare, ora lentamente, come se avessero tutto il tempo del mondo. Perché l'amore vuole tempo. Continuano quel cammino solo loro. E non importa che cosa accadrà domani. Loro stanno andando a casa. Insieme.

Voglio andare a casa, mangiare toast sul divano. Cucinare pasta cruda, guardare stupidi reality. Cantare a squarciagola le nostre canzoni, farti scherzi idioti, arrabbiarmi per i tuoi scherzi idioti. Voglio dormire stretto a te sul divano, voglio guardare le luci di Verona con te. Andare a letto, stringerti fino a sentir caldo, svegliarmi all'alba con il tuo odore addosso, perdere il treno e poi l'altro e l'altro ancora. Andiamo via, andiamo a casa.

Si dicono tutto con gli occhi. Si parlano così, senza alcun bisogno di parole. Ecco, sono questi gli amori che fanno invidia al mondo.

Quindi facciamo piano, non permettiamo a nessun invidioso di rovinarlo il nostro amore.

"Tu portami via,
quando torna la paura e non so più reagire,
dai rimorsi degli errori che continuo a fare,
mentre lotto a denti stretti nascondendo l'amarezza dentro a una bugia.
Tu portami via
se c'è un muro troppo alto per vedere il mio domani
e mi trovi lì ai suoi piedi con la testa fra le mani,
se fra tante vie d'uscita mi domando quella giusta chissà dov'è.
Chissà dov'è.
È imprevedibile.
Portami via dai momenti.
Da tutto il vuoto che senti.
Dove niente potrà farmi più del male, ovunque sia...
Amore mio portami via."

Si sarebbero potuti incontrare ovunque. In uno studio televisivo, in un bar, in un supermercato, in mezzo a una strada. Si sarebbero riconosciuti comunque. Si sarebbero amati comunque. Perché amori così ti capitano una volta sola nella vita.

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