Ho bisogno di una mamma

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"William per favore, smettila di farti gli affari miei" esclamai al mio ragazzo mentre stava guardando il mio telefono, come se gli nascondessi qualcosa.
William non mi ascoltò e poi sorrise.
"Carina questa foto" guardai la foto e sorrisi imbarazzata, era una foto che gli avevo fatto quando un giorno stava dormendo a casa mia ed era molto dolce, mi baciò a stampo.
"Finito con il mio telefono?" Chiesi ridacchiando, annuì e poi mi strinsi forte a lui cominciando a tremare.
Mi succedeva oramai da troppo tempo e non sapevo più cosa fare.
Gli avevo promesso che non mi sarei più drogata e stavo lottando contro me stessa per non farlo, ma era così fottutamente difficile non drogarmi.
William come sempre mi cominciò a cullare con dolcezza, mi abbandonai contro di lui con gli occhi lucidi e con il labbro inferiore tremolante.
"Ci sono io qui con te amore, calmati"
"N-non ci rie-sco" mormorai tremando e lui mi strinse più forte a se, lo strinsi a me, come se fosse la mia ancora di salvezza e lo era per davvero.
William era il mio tutto.
"H-ho bis-ogno di n-non pens-arci"
"Hai me qui, non pensare a niente che non sia io" rispose con dolcezza, annuii e lo baciai con foga, lo spinsi sul letto facendolo sdraiare e lo spogliai velocemente.
"A-aspetta Con-iglietta" gemette, scossi la testa e mi misi sopra di lui, con le gambe divaricate, mi guardò negli occhi e così in un solo momento lo feci entrare dentro di me lasciando che le mie labbra emettessero un gemito.
Le sue mani si posizionarono sui miei fianchi e cominciò a muovere il bacino mentre io aumentavo il ritmo eccitandomi sempre di più.
Nella mia stanza si sentivano solo i nostri gemiti, i nostri nomi detti con la voce roca.
Era tutto così eccitante, William era dolcissimo ed era così bello.
Mi piaceva il suo modo di gemere il mio nome, mi piaceva tutto di lui.
Venni baciandolo con foga per non urlare, gemette rumorosamente nella mia bocca.
"Pre-ndi l-la .." annuii velocemente e lui venne dentro di me, ansimai il suo nome accasciandomi contro di lui.
Mi strinsi a lui, che mi cominciò a coccolare con dolcezza.
"Era da un po' che non lo facevamo"
Mormorai piano, cercando di regolarizzare il respiro.
"Già" rispose accarezzandomi con dolcezza i capelli.
"Mi sei mancato moltissimo" sorrise.
"Anche tu coniglietta" rispose con dolcezza, mi strinsi più forte a lui.
Sentii il battito del suo cuore e mi rilassai, passai la mano sul suo petto scolpito e lui sorrise teneramente.
"Amo quando lo fai"
"Ed io amo farlo" risposi baciandolostampo, poi mi rimisi nella stessa posizione, mi piaceva stare così con lui.
"Amore?"
"Hm?" Chiese con gli occhi chiusi.
Gli accarezzai il petto.
"Resta con me stanotte, per favore"
"Certo, va bene" sorrisi e poco a poco mi addormentai con William che mi cullava con lentezza.

Pov William:
Le accarezzai i capelli con dolcezza.
Mi era mancata da fare schifo.
La guardai dormire per un bel po' e non mi stancava nemmeno farlo.
Stephanie era stupenda, non meritava del male.
Non lo meritava per niente.
Sentii il mio telefono vibrare sul comò e così lo presi con una mano e risposi:
"Pronto?"
"Ehi Campione" un sorriso mi nacque sulle labbra, mi mancava tantissimo mio padre e non poterlo vedere mi faceva stare malissimo.
Ma ero felice che mi chiamasse ogni giorno solo per sentire se stavo bene o meno, ero molto fortunato.
"Ehi papà" esclamai salutandolo.
"Come stai piccolo?" Chiese con una dolcezza che aveva poche volte con me.
Non ci piaceva dirci che ci volevamo bene e tutte le cose che mia mamma faceva sempre con me.
Papà era diverso, lui faceva capire che ci tenesse ed ero molto felice di ciò che avevo.
"Sto bene e tu come stai?" Domandai mentre Stephanie si strinse più a me.
Le accarezzai i capelli dolcemente.
"Sto bene, mi mancate tu e mamma"
Il mio sorriso divenne triste.
"Anche tu ci manchi, davvero" ammisi.
"Tra poco dovrei tornare per una settimana. Ho delle ferie" sgranai gli occhi felicissimo!
Non vedevo l'ora di abbracciarlo!
"Si cazzo! Non vedo l'ora di vederti!"
Esclamai, lo sentii ridacchiare.
"Anche io, campione" il suo tono era felice e dolce allo stesso tempo.
"La mamma lo sa?" Domandai, mentre mi soffermai su Stephanie che mi stava accarezzando un fianco mentre dormiva e così sorrisi.
"No, non lo sa" ridacchiò "Vorrei farle una sorpresa"
"Ne sarà felicissima, papà" ammisi.
"Ne sono sicuro" rispose e poi lo sentii parlare in spagnolo con qualcuno.
"Come va con Stephanie?"  Chiese ritornando alla chiamata.
"Va tutto bene" mi morsi il labbro inferiore, trattenendo un sorriso.
"Ne sono felice, io sto facendo indagare il mio amico" rispose piano.
"Grazie papà" ammisi, era un papà fantastico.
"Non ringraziarmi, campione" sorrisi.
"Invece voglio farlo. Hai saputo di Cristina?" Chiesi mordendomi l'interno guancia.
"Si, l'ho saputo" rispose sospirando.
"La mamma ci è rimasta malissimo"
"Lo so, ci ho parlato"
"Papà, voleva uccidere Stephanie e Phoebe" risposi stringendo Stephanie più a me, mugugnò qualcosa di incomprensibile ma non si svegliò.
"Lo so, non mi dispiace che sia morta. Se lo meritava" rispose a bassa voce.
Annuii "Si, lo meritava. Quella stronza di merda voleva uccidere la mamma!"
"William non mi importa che sia morta, anzi sono felice che lo sia"
"Okay papà" risposi chiudendo gli occhi, lo sentii dire qualcosa in russo e poi ritornò a me:
"Scusa Campione, oggi sono un po' pieno di lavoro ma volevo sentirti"
"Anche io volevo sentirti papà" ammisi con un piccolo sorriso.
"Comunque che mi racconti?" Chiese e lo sentii scrivere al computer.
"Ma niente di che, tu invece?"
"Niente, sono con Stephanie" risposi mordendomi il labbro inferiore.
"Avete usato le precauzioni?"
"Papà!" Esclamai diventando rosso come un peperone, scoppiò a ridere.
"Che c'è? È una cosa normale! Non voglio diventare nonno così giovane!"
Rispose ridendo e così ridacchiai pianissimo per non svegliare Stephanie.
"Saresti un nonno niente male"
"Ma ovviamente! Chi non mi vorrebbe come nonno? Sarei il nonno più sexy del mondo"  si vantò.
"Che modestia!" Esclamai ridendo.
"Vuoi negare l'evidenza?" Chiese divertito continuando a scrivere al computer, roteai gli occhi divertito.
"Nooooo! Cosa te lo fa pensare?"
"Che figlio ingrato! Se sei così Figo è merito mio e di mamma!" Esclamò ridacchiando, scoppiai a ridere.
"Non ho detto questo eh!"
"Vorrei anche vedere!" Rispose facendo il finto serio, poi lo sentii parlare con qualcuno e poi mi disse:
"Campione ora devo andare, ho un caso da risolvere. Ti voglio bene"
"Anche io te ne voglio tantissimo" risposi con un sorriso e staccai la chiamata.

You Told Me You Never Fall In LoveWhere stories live. Discover now