Capitolo 12 : "L'amore è... essere una cosa sola"

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Spazio autrice

Scusate se anche questa volta scrivo all'inzio del capitolo ma volevo chiedervi di seguire la page instagram _dopo_tutto_questo_tempo_ gestita da me e da una mia amica che per ora tratta solo hp ma presto diventerà una page multifandom... e quindiii nulla spero davvero che mi facciate questo grandissimissimo favore❤❤❤
Tornando al cqpitolo, scusate se aggiorno cosi tardi ma oggi sono stata fuori tutto il pomeriggio, fra nuoto e problemi vari😅 sorry sorry😂 anyway... hope you'll enjoy it
E niente buona lettura❤

Marinette vide la figura di Gabriel stagliarsi in controluce sulla porta. “Ciao Papà” fece Adrien, tentando di nascondere la tristezza. Marinette lo vide recuperare in un secondo il suo autocontrollo. Era bravo a dissimulare ciò che provava. “Adrien, Marinette” rispose Gabriel, accompagnando ogni nome con un cenno del capo, come saluto. La ragazza notò che anche l’uomo stava tentando di nascondere qualcosa. Era rabbia? O tristezza? Non avrebbe proprio saputo dirlo. “Salve signor Agreste” disse infine. “Papà, ti ho parlato tanto di Marinette, ricordi? È quella ragazza molto brava a disegnare…” disse Adrien ad un tratto, per rompere il silenzio imbarazzante che riempiva l’aria. Marinette si sentì avvampare “Insomma…” tentò di replicare “la mia è solo un passione… credo che Adrien stia esagerando…”. Il ragazzo rise e posò una mano su quella di lei “Non ascoltarla papà” disse “In realtà Marinette ha un talento straordinario… come il suo carattere dopotutto” aggiunse, guardandola dritta negli occhi e facendola arrossire ancora di più. “Be, Marinette” disse allora il signor Agreste con un sorriso affabile sul volto “spero che ti fermerai a cena da noi questa sera. E anche dopo se vuoi. Adrien, “ disse poi rivolgendosi al figlio “Marinette potrebbe dormire qui, no? Il letto è grande per entrambi. Così potrai mostrarmi i tuoi disegni.” Concluse. Marinette sentì il cuore martellarle nel petto. Si voltò stupita verso Adrien, in cerca di sostegno, ma vide che il ragazzo sembrava più stupito di lei. Probabilmente non si sarebbe aspettato un comportamento simile da suo padre. Marinette decise di prendere in mano la situazione “Per me sarebbe un vero piacere, signor Agreste” disse tentando di non balbettare “Ma, ecco, non vorrei arrecare disturbo…”. Gabriel soffocò una risata “Ma quale disturbo! Sei la benvenuta qui, Marinette” disse lasciando la ragazza di stucco. Poi si voltò ed uscì dalla stanza.

Quando Gabriel uscì dalla stanza sentì il cuore più leggero sebbene gli battesse all’impazzata nel petto, quasi volesse esplodere. Aveva visto il volto di Adrien, era felice. Era felice perché accento a lui c’era Marinette. E per la prima volta Gabriel sentì di aver fatto la cosa giusta. Si sentì opprimere dal peso di tutti i NO che aveva detto ad Adrien nel corso degli anni. Non puoi frequentare una scuola pubblica. Non puoi avere nuovi amici. Non puoi mancare i tuoi impegni. Ma ora, ora era tutto diverso… Gabriel si diresse a grandi passi verso il suo studio. Di nuovo si fermò davanti al quadro di Zoe (Nota Autrice: si chiama così la mamma di Adrien vero?) e posò una mano sulla tela ruvida “Forse posso ancora cambiare” sussurrò “Forse non è ancora troppo tardi”. Il cuore cominciava a riprendere ritmi normali. Il suo respiro non era più affannoso, ormai respirava calmo. Le rughe di preoccupazione sul volto si rilassarono. E per la prima volta da tanto tempo, un sorriso si fece largo sul suo viso.

Marinette osservò Gabriel uscire dalla stanza. Non appena la porta si fu richiusa alle sue spalle Adrien si alzò in piedi e mosse due passi in avanti, ancora attonito. Gli occhi fissavano il pavimento mentre barcollava leggermente in avanti. Marinette si alzò in piedi e lo seguì. “Tutto… bene?” chiese poggiandogli delicatamente una mano sulla spalla. Il ragazzo rimase immobile per qualche istante. Poi si voltò di scatto, le mise le mani sui fianchi e la sollevò, facendola girare intorno. Marinette si lasciò andare, invasa da un meravigliato stupore. Guardò il volto di Adrien. Ora era rilassato e un largo sorriso andava da orecchio a orecchio. Alla ragazza pareva di volare. Dopo qualche giro il ragazzo la avvicinò a se e la abbracciò stretta. Marinette lasciò scivolare una mano giù per la schiena di lui, mentre l’altra fra i capelli morbidi color dell’oro. L’abbraccio si sciolse ma le loro labbra si toccarono. Adrien l’aveva attratta a se delicatamente e ora la stava baciando con passione. Marinette rispose al bacio e si lasciò avvolgere dalle sue braccia. In quel momento erano davvero una cosa sola. Quando si staccarono le guance di Adrien erano leggermente macchiate di rosso. “Sei la prima…” disse sommessamente. Marinette lo guardò confusa. “Sei la prima con cui si comporta così” disse guardandola negli occhi “sei davvero speciale”. Lei avvampò e chinò la testa. Un ciuffo di capelli le cadde sul volto. Adrien allungò una mano e lo sistemò dietro l’orecchio. Poi lasciò che la mano non si ritraesse, ma scivolasse fra i morbidi codini della ragazza. E la baciò di nuovo.
Adrien si staccò da quel secondo bacio dopo secondi che parvero dilatarsi all’infinito. Marinette rise. Una risata limpida e cristallina che lo portò in paradiso. “Non dovevamo fare matamatica?” Chiese la ragazza sorridendo. “Se proprio ci tieni…” fece lui, alzando gli occhi al cielo scherzando. Risero entrambi. Poi Adrien si sedette sulla sedia. Marinette fece per sedersi sulla seconda sedia ma Adrien scosse la testa ridendo “No no” disse. Poi indicò con un gesto della mano le sue gambe e disse “Vieni qui”. Marinette si lasciò tentare e si sedette. “Sicuro?” chiese. Lui annuì. Non smise di guardarla per le due ore che passarono a studiare. Adrien poteva sentire la pelle delle gambe nude della ragazza a contatto con le sue e un brivido che gli percorreva la schiena. Finiti gli esercizi ed il ripasso, Marinette fece per alzarsi, ma Adrien la trattenne per un polso. Le poggiò le mani sui fianchi e si alzò. Si avvicinò a lei, fino a che non potè percepire il calore della sua pelle su di se. I loro volti si avvicinarono. Lui la baciò di nuovo, mentre la sollevava da terra e la prendeva in braccio. Era incredibilmente leggera e profumata. Il ragazzo si sedette sul letto, tenendo Marinette ancora fra le braccia. Quando si staccarono lei aprì gli occhi e si lasciò svicolare giù, fino a che non si ritrovò a poggiare solo la testa sulle gambe di lui. Scalciò via le ballerine dai piedi e piegò leggermente le gambe. Adrien sorrise, si chinò e la baciò di nuovo. Le sfiorò le labbra con un bacio leggero, quasi etereo. Poi cominciò a carezzarle i capelli. Lei chiuse gli occhi e si lasciò coccolare. Lo sguardo di Adrien vagò su di lei. Incontrò i suoi lineamenti definiti ed eleganti, i suoi occhi velati dalle palpebre, le sue labbra arricciate in un sorriso. Poi lo sguardo scese ancora. Sfiorò il collo magro, il corpo stretto e mozzafiato di lei. Poi scivolò sulle gambe nude, che erano coperte solo in parte dalla gonna plissettata che la ragazza indossava. “Adrien?” fece lei ad un certo punto, captando la sua attenzione. “Dimmi” fece lui dolcemente, sfiorandole una guancia con una carezza. “No niente era che… sembravi… assente ecco”. Adrien scosse la testa “Ero… immerso nei pensieri, credo” disse, rassicurandola. Lei chiuse di nuovo gli occhi e ricominciò a sorridere. “E se mi addormento?” chiese lei ad un certo punto, cominciando a sentire la stanchezza. “Resterò qui con te” le sussurrò lui “E saremo solo io e te. Per sempre”. “Per sempre” ripetè lei, con un filo di voce. “Si, per sempre” ribadì lui, annuendo dolcemente e sorridendole, senza smettere di carezzarle delicatamente i capelli. Eppure non sapeva che i destino è beffardo. E le cose sarebbero cambiate. Sarebbero stati messi loro i bastoni fra le ruote. Già, le cose sarebbero cambiate, eccome se lo avrebbero fatto.  

Tempo d'amore - le avventure di Ladybug e Chat NoirWhere stories live. Discover now