claustrofobia

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vedo le nostre mani
che cercano di raggiungere il cielo
privo di nuvole,
quel giorno si stava bene,
a ridere e a scherzare,
baciarci di nascosto,
perché agli altri non piace.

ci sono due anelli attorcigliati
alla dita di entrambe,
mi tiri il cappuccio,
depositi un bacio,
mi accarezzi i capelli, il viso,
percorri con le dita
tutti i miei lineamenti.

dove sei?
senza nuvole,
azzurro,
le felpe ci coprono i polsi.

le mani si sfiorano,
piano, facciamo piano,
può dare fastidio.
a te non importa,
forse neanche a me.

ma gli sguardi pesano
ed io non riesco a reggerli.
no, non andare.

voglio intrappolarti
in un istante ma
allo stesso tempo
voglio lasciarti libera
di poter scappare via.

claustrofobia,
cherofobia.

ho paura degli altri,
prenditi cura di me.

hai le mani rovinate
e pure il cuore,
ci sono io adesso,
non preoccuparti.

non sei sola.
dove sei?

ama ciò che vuoi amare,
non dobbiamo avere paura
degli altri.
tu non ne hai, io si.
ho paura.

anche i luoghi aperti
sono claustrofobici
se la gente ti giudica.

zitti, parlate solo se
non macchiate le parole di veleno.
cianuro tra le lettere, lega le sillabe.

dove sei?
ci siamo noi nella polaroid.
ferma il tempo,
mettilo a rallentatore.

fanno paura queste persone.
piangi se hai voglia,
non preoccuparti.

dove sei?
io sono qua,
ti aspetto all'ombra del mondo,
con il cappuccio alzato.

e nascondi il cuore
e chiudi gli occhi.


non sono l'unica a soffrire
di claustrofobia, ve'?
( questa poesia è diversa
perché l'ho scritta senza
mai fermarmi a rileggere,
come se avessi fatto scivolare
su carta tutti i miei confusi pensieri )

APPASSIREWhere stories live. Discover now