la contrattazione

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Pov's Dustin

Sono davvero scosso.

Da quando Brianna ha ricevuto quella chiamata non ho più proferito parola, con l'umore sotto i piedi e la rabbia che ribolle a fior di pelle.

Ovviamente Brianna se ne accorge ma poiché è scossa proprio quanto me non parla nemmeno lei.

Ci dirigiamo verso l'automobile pronti per andare alla casa Bianca.

Guardo l'ora per capire più o meno quanto tempo ci sarebbe rimasto prima di...

Il solo pensiero mi fa venire la pelle d'oca e per la rabbia che ho dentro ogni muscolo del corpo è contratto al massimo.

Sono così sovrappensiero, agitato e turbato che non presto nemmeno più attenzione a Brianna.

Quando arrivo alla Statua della Libertà mi volto per vedere dove fosse finita.

Di lei nessuna traccia.

Adesso sì che sono davvero incazzato e pronto a spaccare la faccia quel brutto figlio di puttana.

Mi prendo i capelli per la disperazione, la fronte imperlata di sudore, il cuore batte all'impazzata come se la mia vita stesse per terminare proprio da un momento all'altro.

"Calmati Dustin e ragiona" penso tra me e me mentre mi sforzo di ritornare tranquillo e razionale.

Non ci stavo riuscendo per nulla però la fortuna è arrivata dalla mia parte.

Infatti sento un urlo straziante provenire da...da... Da dove?

Mi zittisco, rimanendo in ascolto tendendo bene l'orecchio nella direzione in cui mi è parso udire il suono.

Dopo mezz'ora ecco un altro grido.

Allora corro e spero con tutto me stesso che alla mia amata non sia successo nulla di grave perché se no non me lo sarei mai  e poi mai perdonato.

La vista pian piano si abitua al buio e comincio a distinguere il paesaggio circostante: alberi, qualche casa sparsa qua e là, recinzioni per gli animali...

Continuo a camminare in questo posto piuttosto lugubre, triste e isolato.

Giungo nei pressi di una fabbrica abbandonata.

In questa notte fonda si possono dire grilli finire le rane gracidare.

Ma degli altri rumori tipo metallici tipici dai film horror si insinuano in quell'armonia melodiosa, creando un effetto distorto.

Mi guardo attorno per vedere se ci fosse qualcuno che mi avesse seguito.

Nessuna anima viva nei dintorni.

"Perfetto, adesso è il momento di agire" penso tra me e me mentre passo un cartello sul quale è scritto: "pericolo: accesso vietato."

Ecco che giunto di fronte all'enorme Ingrassia della fabbrica le pulsazioni aumentano, esito per un attimo ma poi preso il coraggio necessario entro.

L'odore di muffa e di abbandono mi penetra subito nelle narici.

Non subito riesco a distinguere da cosa fossi circondato perché sembrava proprio di essere calati nel baratro più profondo, il Tartaro.

Poi però di fronte a me riesco a riconoscere la sagoma di qualcosa che imponente si erge sul resto.

Di lì a poco ecco che quei rumori che prima avevo udito da fuori si fanno più vivi e intensi.

Fortunatamente sono riuscito a mettere a fuoco immagine che si crea davanti a me mi lascia di stucco: un'enorme gru imponente.

Lo scenario che ritrova all'interno è veramente teatro e inquietante: Brianna è legata con delle catene metalliche, la pelle lacerata e perde troppo sangue.

you are my bad boy I #Wattys2018Donde viven las historias. Descúbrelo ahora