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Il ne parliamo più tardi di Collin divenne il ne parliamo domani che devo andare agli allenamenti di basket quindi Ginevra, con un broncio scocciato dipinto sulle labbra rosee, tornò a casa senza aver fatto progressi.

Una volta tornata a casa, Ginevra si stravaccò sul suo letto, cellulare in mano e portatile acceso davanti al suo viso. La ragazza se ne stava sul profilo di facebook di Collin. Emise un verso inorridito quando lesse per puro caso certi commenti scritti delle sue compagne di scuola. «Dio, quanto vorrei leccare quegli addominali» «Sabato sei libero? Ho voglia di divertirmi con te» e come se non bastasse, Collin rispondeva a quei commenti, nonostante adesso si stesse frequentando con un'altra ragazza che a quanto pare non era Chloe Dillon, ma una certa Sasha Osborne. Solo perché avevano un po' di muscoli, pensò Ginevra, credevano di poter cambiare le ragazze come le mutande. Era una cosa disgustosa, ma anche le ragazze che ci andavano insieme erano stupide, doveva ammetterlo.

La ragazza si rese conto di essere stata per troppo tempo al profilo di Collin, quando vide dei commenti risalenti al duemila e quindici quindi uscì da facebook e chiuse il suo portatile per tornare a concentrarsi sul suo cellulare.

Aveva quattro richieste su instagram che ovviamente non avrebbe accettato perché erano quei profili pubblicitari che lei detestava perché una volta avuto indietro il follow, smettevano di seguirti e, varie notifiche sui vari social.

Fece per entrare dentro twitter quando le arrivò un messaggio da sua madre che l'avvisava che sarebbe arrivata a casa tardi e che quindi a fare la spesa sarebbe dovuta andare lei. Rispose velocemente al messaggio con un semplice «okay» poi sbuffando, si alzò dal suo letto e uscì dalla sua stanza per dirigersi verso il piano inferiore.

Scese le scale due gradini per volta poi si bloccò davanti alla porta principale. Un altro gambo di rosa spuntava dalla buca delle lettere e un bigliettino penzolava tristemente da esso.

Battendo le mani sulle cosce, si accovacciò nuovamente davanti alla porta e sfilò la rosa con attenzione poi aprì il bigliettino per leggerlo, anche se svogliatamente.

Di tutte le cose più belle tu sei di gran lunga la mia preferita.

Ginevra storse il naso perché quelle frasi mielose non le stavano facendo venire il batticuore come magari il suo ammiratore pensava, bensì la nausea. Erano frasi stupide e fatte.

Accartocciò il bigliettino, ricordandosi che doveva andare a fare la spesa poi lo conficcò in tasca e aprì la porta di casa, lanciando, come sempre, la rosa sul mobiletto in entrata.

«Che diavolo stavi facendo accovacciata davanti alla porta? Pensavo stessi male.» Dustin spaventò a morta la ragazza che gridò terrorizzata, richiudendosi velocemente in casa e facendo ridere di gusto lui. Dannato Dustin e la sua stupida abitudine di apparire dal nulla davanti alle persone.

«Fottiti Das.» sibilò Ginevra, uscendo nuovamente di casa e fulminando con lo sguardo il migliore amico.

Lui fece un sorriso sghembo. «Scusa Ginseng, non volevo spaventarti!» se, come no.

Roses [Youth Series ~ Book #11]Where stories live. Discover now