II.

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Fratello Gunther si tuffò a capofitto nella trincea, atterrando con un tonfo smorzato in oltre mezzo metro di fango, che si chiuse sui suoi schinieri come sabbie mobili. Sollevando il capo, il Templare Nero poté vedere una grandine compatta di proiettili, lampi laser e la scia arroventata di un cannone termico abbattersi sul bordo della trincea, triturando terreno, sacchetti di sabbia e lastre di plastacciaio. Le esplosioni dei proiettili di requiem pesante sollevavano intere zolle di terra, che restavano a mezz'aria per qualche istante prima di precipitare su di lui, spiaccicandosi sul suo riverito elmo da guerra.

Fratello Gunther si abbassò all'interno della trincea, aspettando che la raffica di fuoco più pesante si arrestasse. Si guardò rapidamente attorno, alla ricerca di qualcuno dei suoi confratelli, che il suo display retinico segnalava essere in avvicinamento. Non vide nessuno, se non una mezza dozzina di soldati della 7° Compagnia d'Assalto Anastasiana, accucciati nella trincea, le divise nere completamente coperte da uno spesso strato di fanghiglia umida, i fucili laser in pugno e gli occhi sgranati verso di lui. Gunther distolse lo sguardo, infastidito.

"Diebald, Adalrich!" latrò all'interno del suo vox-link integrato "Raggiungete la posizione!"

Il Templare Nero sollevò la propria spada a catena, osservandone per un istante le minute lettere gotiche incise sul manico e sul dorso. Una macchia di fango sporcava le splendide decorazioni della preziosa arma sacra. Con un grugnito, Gunther fece saettare la spada, schizzando via la terra umida.

Fratello Diebald e fratello Adalrich, accompagnati da una scarica dell'artiglieria nemica, balzarono all'interno della trincea. Muovendosi senza difficoltà nel fango, simile a una palude putrida, raggiunsero il loro sergente, salutandolo con un cenno del capo. I due Astartes erano coperti di terra, le armature luride e scheggiate, ma nessuno dei due era ferito.

"I settori Est e Ovest resistono all'assalto." annunciò Adalrich "I confratelli nel settore centrale sono in posizione, pronti al contrattacco."

Da giorni lui e i suoi uomini combattevano senza sosta. Subito dopo il loro arrivo al fortino di Volksheim, l'ultimo bastione a difesa di quattro reggimenti sbandati della sconfitta 25° Armata d'Assalto di Beatrix Prime e di oltre due milioni di civili, le due squadre di Templari Neri avevano capito di non avere un istante da perdere. Gunther aveva diviso i suoi uomini in tre gruppi, in modo da coprire al meglio l'intera linea di battaglia, dislocandoli nei punti più critici, tra le trincee e le fitte reti di filo spinato. Ciò nonostante, il numero esiguo di Astartes e l'ampiezza del fronte impediva loro di schierarsi in una formazione serrata. Il nemico, superiore di numero, trovava continuamente delle brecce nella loro linea. I Templari erano costretti a uno straziante gioco di toccate e fughe, attacchi e ritirate, per riuscire a sferrare colpi agli avversari senza trovarsi all'improvviso circondati e isolati dagli altri.

Gunther controllò il caricatore della propria pistola requiem. Aveva sufficienti munizioni per un solo attacco. Poi, avrebbe dovuto ritirarsi e tornare alle linee amiche.

"Fuoco di soppressione!" ordinò all'interno del proprio vox.

Immediatamente, una dozzina di metri dietro di lui, i confratelli Reinwald e Waldmann si sporsero dalla loro copertura, facendo fuoco in direzione del nemico con i loro fucili requiem. Gunther udì con soddisfazione il latrato inconfondibile del requiem pesante di fratello Ulli che si univa al coro delle armi dei confratelli.

Nonostante la soverchiante superiorità numerica del nemico, le difficoltà del terreno, la scarsità delle difese e soprattutto l'essere costretti a uno stile di combattimento improprio, sino a quel momento i Templari Neri erano riusciti a reggere ogni assalto. I confratelli feriti erano ancora in grado di combattere e le perdite erano state estremamente limitate: soltanto due Astartes, fratello Morgan e il suo neofita Tristan, erano stati uccisi dalle armi pesanti del nemico, i loro corpi recuperati e le armi salvate dal saccheggio. Lo stesso non si poteva dire della 7° Compagnia del capitano Rells, già decimata da una campagna fallimentare. Gli uomini di Anastasi erano pochi, dispersi, senza munizioni e ufficiali, demotivati e logorati da settimane di intensi combattimenti. Ogni giorno sembrava fossero sul punto di crollare. In più occasioni i Templari Neri erano dovuti intervenire per evitare che l'intero fronte cedesse a causa del basso morale delle truppe.

Gli ultimi giorni di VolksheimHikayelerin yaşadığı yer. Şimdi keşfedin