27°Capitolo_Asshole

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27.Asshole

-Sei uno stronzo, lo sai? –dico guardando la mia figura riflessa nello specchio del bagno, mentre cerco di coprire il collo con i capelli.
-Da che pulpito. –dice apparendo da dietro la porta mentre si infila la camicia bianca –Tu hai i capelli lunghi e puoi coprirlo, non ti lamentare. -
Alzo gli occhi al soffitto e li sistemo bene, in modo che non si veda niente. Spero solo di ricordarmi di non spostarli, come mio solito fare, o gli altri incominceranno a fare domande.
-Riesci a nasconderlo? –chiedo controllando.
-Non penso. –va davanti allo specchio e cerca di sistemarsi il colletto per nasconderli il più possibile. –Dovevi proprio farlo? –chiede schioccando la lingua seccato.
-Potrei farti la stessa domanda. –dico mettendo le mani sui fianchi e affiancandomi a lui davanti allo specchio. Nonostante i suoi tentativi, si vede ancora tutto. Sospiro e, prendendogli una spalla, lo giro verso di me. –Vieni qua, ti sistemo io. –dico prendendogli il colletto della camicia e metterlo in modo che non si riescano a vedere i due segni rossi presenti da ambe le parti del collo.
-Dove hai messo il foulard? –chiedo guardandomi intorno, cercandolo con lo sguardo.
-È di là. –dice facendo un cenno con la testa dietro di me. Mi giro e vado in camera per cercare e lo trovo appoggiato sopra la sua scrivania. Chissà perché pensavo di trovarlo ben piegato in un cassetto.
Lo prendo e torno in bagno. Si rigira nuovamente verso di me e fa per prendere il foulard, ma io lo allontano e scuoto il capo.
-Te lo metto io, tu sei impedito. –lo faccio chinare leggermente per farglielo passare intorno al collo e lo lego provando a coprire tutto.
Dopo qualche minuto, riesco a coprire solo quello di sinistra, quello nella parte più bassa, mentre l'altro è rimasto quasi totalmente scoperto.
-Vuoi una parrucca? –chiedo.
Si guarda allo specchio per poi scrollare le spalle annoiato. –Fregatene, non penso che le persone fissino il collo, a meno che non sia uno scienziato intenzionato a vivisezionarti. -
-Hanji sarà la prima a notarlo, ne sei consapevole di questo, vero?-
-Per una volta si farà i cazzi suoi. -
Si dirige verso la porta e lo seguo. –Lo sai che non lo farà, e poi, sei sicuro di voler uscire così? -
Annuisce e apre leggermente la porta. –La colpa è tua. -
-Cos...-se ne va non lasciandomi finire. Io...boh, non lo comprendo.
Esco anche io dalla camera e vado in mensa, ora di colazione, ho una gran fame. Ieri ho consumato tutto il cibo in energie per pulire due cazzo di camere, almeno adesso brillano.
Entro in mensa, sembra tutto a posto. Levi si è già seduto di fianco ad Erwin, alla sua destra, in modo che non si veda il segno.
Prendo un thè e mi siedo di fianco a lui
-Quando? –sento dire al corvino.
-Mi dispiace per non avertelo detto prima, ma abbiamo già tutto pronto per domani. –risponde Erwin:
Mi giro e do una spallata al nanetto per chiamarlo visto che ho le mani occupate nel tenere il panino al burro.
-Che vuoi? –mi chiede infastidito.
Scuoto la testa e li guardo interrogativa.
-Domani andremo in spedizione al Wall Maria per analizzare la zona e controllare che i criminali non siano là. –mi risponde il biondo.
-Sono invitata? –chiedo mandando giù il boccone.
-Secondo te? –chiede Levi.
-Ah non lo so, Erwin lo stava dicendo solo a te, se non avessi chiesto chissà se me lo avreste detto. -
-Lo dirò dopo sia in riunione sia ai cadetti. -
-Possiamo anche smettere di chiamarli così, hanno perso quel titolo non appena sono usciti dal Wall Rose e hanno rischiato la loro vita da veri soldati, senza scappare e ritirarsi da codardi. –commento per poi spostare lo sguardo verso il loro tavolo. –Alcuni sono migliori di certi maggiori o caporali che abbiamo. –sussurro guardando Mikasa, Eren e Armin. Mikasa è quasi al pari di me e Levi, prossima a diventare il successore dei due soldati più forti dell'umanità; Eren ha una grande forza mentale e un cuore di un vero soldato; Armin è uno dei più grandi strateghi qui. La prossima generazione sarà veramente una grande generazione di soldati
-Cosa? –interviene all'improvviso Hanji. Non mi ero accorta della sua presenza, non pensavo neanche stesse ascoltando.
-Niente, niente. –mi guardo attorno, tutti mi guardano interrogativi, a parte Levi, che mi guarda avendo capito cosa io abbia appena detto.
Non so come faccia a capire o comunque percepire ogni cosa che io dica.
-Mi guardi male. -
-Perché ho capito cosa hai detto. -
-E quindi? –chiedo alzando un sopracciglio.
-Niente. –si volta davanti a sé e beve un sorso di thè.
Finisco di bere l'ultimo mio sorso e prendo in mano l'ultimo pezzo di pane rimasto nel piatto per poi alzarmi e andare al tavolo dei "nuovi" soldati. Potrei chiamarli novellini, ma è troppo simile a cadetti quindi non so proprio come chiamarli per identificarli.
Appena arrivo, poggio le mani sulle spalle di Eren, sentendolo sussultare all'improvviso e mi metto il panino in bocca. Devo finirlo in fretta per parlare prima.
Lo vedo alzare lo sguardo verso di me. Nonostante sia seduto, è quasi più alto di me anche così.
-B-Buongiorno caporale. –dice sorpreso di vedermi dietro di lui.
Stacco una mano mentre tutti gli altri ripetono la stessa cosa detta da lui. Prendo il panino e lo tolgo dalla bocca, mandando giù il boccone.
-Buongiorno. –dico tutta fiera.
-Cosa la porta qui? –chiede Armin abbastanza intimorito dalla mia presenza. Deve incominciare a crede un po' più in sé stesso quel ragazzo, sembra costantemente spaventato da tutto.
-Vi volevo preannunciare una notizia che vi verrà esposta da Erwin più tardi. -
-Che termini da vecchia... -commenta Connie. Sorrido leggermente. L'ho detto scherzando, per fortuna per lui, o adesso avrebbe più di un bernoccolo in testa.
-Visto? Chi sembro? –chiedo.
-Il capitano Levi. –dice Eren.
-Bingo! –rispondo schioccando le dita della mano destra.
-Quale sarebbe la notizia? –chiede Khrista.
-Ah giusto. –Mi schiarisco la voce. –Domani faremo una spedizione al Wall Maria per controllare che la situazione sia rimasta costante e che i fuggitivi non si nascondano da quelle parti. -
Vedo Eren e Jean incupirsi. Forse erano loro quelli a cui erano più attaccati.
-Eren, Jean, non voglio pietà. Sappiate che sono nemici dell'intera umanità e dovrete ucciderli senza pietà. -
Il bruno annuisce lentamente e gli spettino i capelli con una mano. Di solito i caporali non si comportano così con i loro sottoposti, ma io sono una che tende a prendersi molta confidenza con gli altri una volta che ho capito che tipo di persone sono, quindi dovranno sopportarmi.
-Grazie per averci avvisato. –dice Mikasa.
-Sì, grazie, almeno abbiamo tempo di prepararci in anticipo e non stasera all'ultimo. –continua Khrista.
-Bene. –sorrido contenta, portando di nuovo alla bocca al panino. Nel farlo, però, mi porto pure un capello alla bocca insieme al cibo e per toglierlo, involontariamente scosto sia quel capello sia il resto e scopro il collo.
-Caporale, cosa si è fatta lì? –chiede Sasha indicando sopra il colletto della camicia.
Mi blocco mentre mi balena in mente il ricordo della sera prima. Ho quei cazzo di segni sul collo e gli ho appena scoperti. Minchia.
-Oh. Questi? –chiedo indicandoli con non chalance.
Jean si sporge per guardare e, dopo qualche secondo, fa un sorrisetto malizioso avendo capito di cosa si tratta.
-Ieri è successo che ho trovato alcuni brufoli sul collo, non so come siano cresciuti lì, e li ho provati a togliere, rompendo i capillari e facendoli sembrare dei succhiotti. Tranquilli, non me la faccio con nessun caporale figo, visto che non ce ne sono. -Tralascio la figura di Levi che mi compare per qualche secondo in mente quando dico quella frase.
Stranamente l'hanno bevuta, UAU.
-Il caporale Levi sta arrivando...- commenta Sasha guardando dietro di me. Sospiro annoiata mentre mi sistemo nuovamente i capelli per coprire tutto. Perché deve sempre seguirmi ovunque? Non posso stare cinque minuti da sola con i novellini? CINQUE MINUTI, non chiedo molto.
-TC. –Oh, ora mi chiama pure col cognome davanti a loro, che cavolo gli prende?
-Mi dica signor Ackerman. –dico con tutto il sarcasmo di cui dispone il mio tono di voce.
La prima cosa che noto guardandolo è il segno e di sicuro lo hanno notato pure i ragazzi, perché si lanciano sguardi d'intesa e alcuni ridacchiano guardandolo.
-Dobbiamo andare in palestra. -
Oh Dio santo no, ti prego tutto ma non la palestra.
-Perché mai? –chiedo arricciando il naso infastidita.
-Domani c'è la spedizione e come loro –indica i cadetti con lo sguardo. –dobbiamo prepararci. -
Sbuffo sonoramente e annuisco.
-Va bene, va bene. –dico. Sento Khrista e Ymir sussurrare qualcosa inerente ai segni che abbiamo io e Levi sul collo e decido di lanciargli una bella frecciatina.
-Comunque, per la cronaca, io ho i brufoli, ma non sono sicura che pure il capitano ce li abbia, di sicuro quelli non se li è fatti da soli. –dico per poi andarmene, lasciando i ragazzi metà scioccati metà divertiti e un Levi completamente incazzato.
L'ho fatto incazzare pure oggi, obiettivo completato.
Sto andando verso la palestra, so che ho dietro lui e che sta aumentando il passo per raggiungermi. Sento il colletto tirarmi all'indietro e barcollo fino ad appoggiarmi con la schiena al suo petto. Alzo lo sguardo e incontro il suo che mostra tutt'altro che calma o tranquillità.
-Quindi...come va con la tua "ragazza" –chiedo mimando le virgolette in aria. Sento un'improvvisa pressione e capisco che sto cadendo. Prima che io possa toccare terra, riesco ad appoggiare le mani e allontanarmi da lui dandomi la spinta mettendo il piede sul suo petto. Atterro in ginocchio a pochi metri da lui.
-Oh, sei così arrabbiato? –chiedo alzandomi e scuotendo i vestiti dal terriccio che si è attaccato ai miei vestiti con il movimento veloce della mano.
-Giustamente per te sono brufoli ma per me sono "segni fatti da una donna", ovvio. –dice avvicinandosi a me a passo lento.
Indietreggio di qualche metro ma lui continua ad avvicinarsi.
-Mi hai chiamato per l'allenamento, no? –chiedo appoggiandomi all'entrata della palestra. –Allora alleniamoci. –annuncio aprendo la porta ed entrando di corsa. Mi guardo attorno mentre corro, cercando un posto dove lui faccia fatica a raggiungermi. Vedo il percorso che si usa per migliorare la prestazione dinamica. È fatto da pali fissati ai muri che pian piano, andando sempre più in alto, tocca il soffitto e non ci si può appoggiare arrivati a quel punto e devi solamente reggerti con le mani.
Salto sul primo e Levi entra in palestra a passo pesante. Minchia. Incomincio a saltare su un tubo dopo l'altro. In questo sono sempre stata la migliore, ho un equilibrio perfetto e sono sempre riuscita a saltare e rimanere in piedi correndo su quei cosi. Levi...beh lo scoprirò tra poco visto che si sta avvicinando al primo. Essendo un Ackerman dovrebbe farcela benissimo ed essere impeccabile pure in questo. Mi fermo al quindicesimo e mi siedo un attimo per guardarlo. E no, non li ho contati, c'è scritto sul tubo. Si posiziona con i piedi sopra il primo tubo e le braccia incrociate, lanciandomi occhiate tutt'altro che amichevoli.
-Devo veramente tirarti giù con la forza? –chiede alzando la voce.
-Già, è un allenamento questo. –dico facendo dondolare le gambe tranquillamente nel vuoto sotto di me. Se cadessi ora non mi farei neanche un graffio, sono ad un'altezza discreta.
Allunga una gamba per passare al tubo dopo e io rimango a guardarlo attentamente per capire se sia al mio livello e incominciare a sbrigarmi oppure se sia un totale impedito e rimanere lì ancora qualche secondo.
Purtroppo lo vedo esageratamente a suo agio con quelle sbarre. Scivolo velocemente e mi aggrappo con tutte e due le mani dandomi la spinta per raggiungere l'altro tubo e ricadere in piedi per poi tornare a correre mentre piano piano il soffitto si faceva sempre più basso. È dietro di me, mi sta alle calcagna. Non so come abbia fatto ma mi ha raggiunto in pochi secondi.
Quando capisco di non potere più proseguire in piedi, decido di fare un salto più corto degli altri e lasciarmi cadere fino ad aggrapparmi al palo con una mano e continuando dondolandomi da una mano all'altra da un palo all'altro. Sembro una scimmia.
Siamo quasi arrivati alla fine quando manco la presa del palo e sento il vuoto sotto di me.
Minchia, spero solo che Levi sia dietro di me così almeno fa qualcosa di utile e mi salva la vita.
Infatti, sento circondare i miei fianchi con un braccio e mi ritrovo a pochi centimetri dal viso di lui. Guardo in alto e vedo che si sta tenendo solo con una mano e la presa non sta neanche tremando, segno che non sta facendo fatica.
-Ora come la mettiamo? –chiede facendo scontrare il suo respiro caldo con le mie labbra.

•Hate Me• └ LevixReader ┐Donde viven las historias. Descúbrelo ahora