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Hope's Pov

Non ero mai stata così stanca in tutta la mia vita. Ero talmente stanca che faticavo addirittura a voltarmi e sistemarmi meglio sul lettino scomodo dell'ospedale. Solo una notte passata lì e già non vedevo l'ora di tornare a casa e dormire sul morbido letto di Chris. Forse però ciò che mi mancava di più era il cuscino. Era decisamente più morbido e meno spacca schiena rispetto a quello. E poi sapeva di lui.

A tal proposito, mi ero addormentata al suo fianco ma vedendo la quantità di spazio che avevo acquistato non doveva più essere sul letto con me.

Aprii pigramente un occhio, tanto per accertarmi di non averlo buttato giù durante la notte. La stanza era illuminata dalla luce di metà mattina che filtrava dalle ampie finestre troppo forse per me in quel momento così mi trovai a mugugnare infastidita.

Ci misi circa cinque minuti a convincere i miei occhi a restare aperti ma quando lo feci ci restai davvero male nel rendermi conto che fossi completamente sola nella stanza.

Dove era finito Chris? Aveva detto che sarebbe rimasto al mio fianco...

Nonostante ci fossi rimasta male però al momento era un altro il problema: dovevo urgentemente andare al bagno.

Così, anche se contro voglia, spostai da una parte le coperte e tentai di alzarmi. Ero molto debole, non potevo negarlo ma il dottore aveva detto che fosse a causa delle quantità eccessive di sangue che avevo perso così non mi ero preoccupata troppo.

A Chris non avevo detto nulla, non me l'ero sentita ma sapevo che prima o poi avremmo dovuto affrontare l'argomento. Dovevo dirgli la verità prima o poi.

Fu la sosta al bagno più lunga della mia vita siccome non riuscivo proprio a reggermi in piedi. Pensavo che da un momento all'altro sarei caduta rovinosamente a terra facendomi davvero male.

Arrancai verso la camera trascinando i piedi a terra proprio nel momento in cui la porta della stanza si aprì e da essa entrò il medico.

<<Hope, che cosa ci fa in piedi? Le avevo detto di riposare>> mi rimproverò avvicinandosi per aiutarmi.

<<In un modo o nell'altro sarei dovuta andare al bagno, non crede?>> chiesi retoricamente aggrappandomi a lui.

Il dottor Reynolds mi accompagnò con molta calma al letto e mi aiutò a sedermi prima di arrivare al punto.

<<Come si sente?>>.

<<Più leggera>> scherzai forzando un sorriso, <<e molto stanca>>.

<<Questo è normale, ha fatto colazione? Ha bisogno sia di zuccheri che carboidrati per riprendere le forze dopo tutto il sangue che ha perso>> spiegò guardandomi preoccupato.

<<Penso di essermi svegliata tardi e aver perso il treno. I bambini come stanno?>> chiesi tentando di non sembrare troppo insistente ma non stavo più nella pelle, volevo vederli.

<<Stanno bene, abbiamo fatto le ultime analisi alla piccola e dovrebbero portarglieli al più presto>> mi sorrise guardandomi con tenerezza.

<<Ha rischiato molto lo sa? Però ho fatto come mi ha chiesto>> si fece cupo ad un tratto perdendo il sorriso.

<<Gliel'ho chiesto io: prima i bambini>> ripetei ciò che mesi prima gli avevo detto. Non mi ero pentita. Era quello che volevo.

<<Non pensavo che ce l'avrebbe fatta, ad essere onesti>> volle sottolineare lasciandosi scappare un sospiro, <<né lei né la bambina e il suo fidanzato stava per sentirsi male>> mi fece notare a mo' di rimprovero. Sapevo che fosse rischioso e che se Christopher l'avesse saputo si sarebbe arrabbiato molto. Solo che non potevo dire di essermi pentita.

Nonostante Tutto Io Ci SonoWhere stories live. Discover now