Rimorsi e incomprenzioni

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Pov Draco
Ero davvero preoccupato. Ma tornando a casa mi pentii d'aver parlato così ad Harry. Mi ripromisi di "scusarmi" a mio modo, è per questo che quando Potter ebbe un altro incubo decisi di raggiungerlo allo studio della McGonagal.
-Che sorpresa rivederti, Draco. Avevo capito che non credevi ai miei sogni.-
Ok, aveva senso tanto astio e mi sarei fatto perdonare, ma non posso fare a meno di innervosirmi.
-No, ma credo nella tua fortuna. Harry Potter è sempre nel posto giusto al momento giusto. E io ho bisogno di rivedere mio figlio sano e salvo accanto a me.-
Secondo Potter potevamo cercarlo nella foresta oscura, ma portó solo ad un centauro in vena a fare il veggente avvertendolo che ritrovando il figlio rischiava di perderlo per sempre. Perfetto. Grazie centauro ora abbiamo un Potter inseguito dalla paura. Il massimo davvero.
Girandomi notai che digrignava i denti tenendo quell'espressione traumatizzata che non vedevo da anni, ma come all'epoca non avevo abbastanza confidenza da avvicinarmi a lui risoluto senza creare sospetti.
Poi ecco che i nostri figli rispuntano fuori come se fossero innocentemente andati a fare un pic nic. Sinceramente non mi importava come ma riavevo il mio Scorpius e tanto bastó dal convincermi a muovermi verso casa di Harry con tutte le migliori intenzioni. Se non fosse che quell'uomo è stronzo in un modo che sembra solo io me ne renda conto.
-Il centauro ha detto che c'è un ombra vicino a mio figlio, sicuro che Scorpius sia il tuo?-
Stava scherzando spero.
-Cosa hai fatto?-
-Ho chiesto alla McGonagal di tenerli ben distanti , non posso rischiare.-
-Mi stai dicendo che ora mio figlio starà in lacrime e tu minacci un intera scuola per una voce così ridicola?-
Fu un attimo. La rabbia crebbe e finimmo a tirarci spropositi e incantesimi.
-Potter stai delirando! Non puoi sospettare davvero una cosa del genere!-
Finì con l'arrivare ad un passo da me riuscendo a disarmarmi.
-Non so più che pensare!-
Decisi quindi di buttarmi su di lui cercando di sovrastarlo fisicamente. Ero letteralmente sdraiato su di lui cercando di sfilargli la bacchetta dalla mano destra.
-Lasciami Malfoy!-
-Giammai! Hai torto tu Potter!-
Riuscii infine a togliergli l'arnese diabolico di mano lanciandolo il più lontano mi fosse possibile, ma in quel mio movimento Harry vide una possibilità nel ribaltare le posizioni, così finii sotto di lui mentre cercavo di liberarmi i polsi dalla sua presa inutilmente.
-Sto solo cercando di salvare mio figlio!-
Questa ridicola spiegazione mi fece solo più infuriare, riuscendo a rialzarmi il necessario per fronteggiarlo con lo sguardo separato dal suo per pochi centimetri.
-Non pensi sia più possibile che quest'ombra sia la sua solitudine e la sua tristezza che la vicinanza del suo unico e migliore amico?!-
Qualcosa in lui sembrò cambiare, come se si fosse rivelata qualcosa nella sua mente, lasciò la presa su di me e si rialzò in piedi.
-Non...non ci avevo pensato.-
Aveva gli occhi sgranati verso il vuoto, non mi guardava, anzi sembrava perso nei suoi pensieri come se intorno a lui non ci fosse più nulla. Non disse nulla, uscì dalla stanza e poi dalla casa lasciandomi li, solo, in casa sua, ancora a terra e dolorante.
Mi rialzai e decisi di tornarmene al Manor, qualsiasi cosa fosse girata nella testa di Harry a me non era data saperla.
Rientrai a casa in totale silenzio e nello stesso stato di trance mi sedetti sulla mia fidata poltrona con in mano il mio Whisky. In totale solitudine, cosa avrebbe fatto Harry? Tutto di lui mi sembrava incomprensibile come mai mi era successo prima e questo, ai miei occhi, lo rendeva solo incredibilmente interessante.
Di certo non potevo starmene fermo cosi a bere sperando che tutto si sistemasse magicamente. Dovevo fare qualcosa anch'io e quel qualcosa non si poteva limitare al convincere Harry della sua stupidità.
Presi tutta la forza che riuscii ad accumulare e mi rialzai da quella vecchia poltrona che ormai teneva impressa la mia forma e decisi di andare nell'unico posto dove Potter sarebbe sicuramente finito prima p poi: Hagwarts.
-Draco?- chiese la professoressa McGonagal con aria al quanto sorpresa.
Come immaginavo Harry era già li con lei mente si guardava intorno con aria sempre più confusa.
-Lui deve pensare a suo figlio, ed io devo pensare al mio.-
Mi giro con sguardo duro e convinto verso Harry incastrando i nostri sguardi che lui non riuscì a sostenere, rivoltandosi nuovamente verso la McGonagal.
-Come dicevo, pace, non guerra.-
La professoressa sembrava fissare il volto di Potter come a cercare spiegazioni.
-Bene, alla pace partecipo volentieri.-
E così dicendo si diresse a passo spedito alla sua scrivania per tirarne fuori la mappa dei Malandrino aprendola poi sul piano in legno.
-Giuro solennemente di non avere buone intenzioni.-
Mano a mano che l'inchiostro tingeva la pergamena i nostri occhi cercavano i nomi di Scorpius e Albus.
-Bene, sono insieme.-
Concluse con un mezzo sorriso trionfante Potter.
-Nel bagno delle ragazze del primo piano. Che cosa diavolo ci staranno facendo li?-
Decisamente la cosa mi allarmava e decidemmo di incamminarci subito verso il bagno.
-Malfoy, scusami per tutto.-
Harry mi prese per un braccio per farmi girare. Il suo sguardo mi teneva pietrificato e con la rigidezza della sua postura e il suo respiro regolare mi sentivo come sospeso in uno spazio senza tempo scaturendo in me sensazioni decisamente poco appropriate alla situazione.
Riprendemmo senza fermarci più e io tentai invano di tornare a giardare solo avanti a me tant'è che con minuti di ritardo e a corsa ripresa risposi.
-Di nulla, anch'io ho delle cose da farmi perdonare.-
Fece un piccolo cenno con la testa prima di decidere con a guardare dove andava.
Nonostante i miei sforzi, mi ritrovai più volte a studiare quel profilo serio che non sembrava essere cambiato di un giorno da come lo ricordavo. Era sempre il mio Harry Potter, il ragazzo cresciuto troppo in fretta.
Perso nei miei resoconti filosofici nemmeno mi accorsi che eravamo arrivati al fatidico bagno.
-Albus è andato.-
Disse gelido Harry.
-Ma come...?-
Non riuscivo a capire in che modo fossero potuti scomparire.
-Mirtilla!-
Gridó d'improvviso Potter
-Ohoh, mi hai beccata . Ciao Harry. Ciao Draco. Avete fatto di nuovo i cattivi?-
La sua voce era, se possibile, ancora più acuta di quanto la ricordassi.
-Che trucco sta usando?-
Il suo volto era serio, convinto e quasi intimava timore.
-Mi sa che era un segreto, ma non sono mai riuscita a nasconderti niente, Harry. Com'è che diventi sempre più bello? Sei anche più alto.-
-Mio figlio è in pericolo. Ho bisogno del tuo aiuto. Cosa stanno facendo, Mirtilla?-
-Volevano salvare un affascinante fanciullo. Un certo Cedric Diggory.-
Il volto di Harry sbianca e la confusione in me riesce a farmi venire il mal di testa.
-Harry ma...-
Sussurro non riuscendo a capire dove vuole arrivare il loro discorso.
-Ma Cedric Diggory è morto anni fa...-
La McGonagal finisce la frase per me, anche lei ora era bianca.
-Sembrava convinto di poter superare questo ostacolo. È un ragazzo molto convinto ,Harry, come te.-
-Mi ha sentito parlare con Amos Diggory... Possibile che abbia preso... La Giratempo del Ministero? No, è impossibile.-
Il volto di Harry diventava di attimo in attimo sempre più bianco accompagnato dalla McGonagal che era diventata una statua.
-Il Ministero possiede una Giratempo? Non erano state tutte distrutte?-
Disse la professoressa che iniziava a sudar freddo.
- Qualcuno mi può per favore spiegare cosa sta succedendo?-
Catturai così l'attenzione di Potter che sembrò ricordarsi in quel momento della mia presenza fissando di conseguenza i nostri sguardi.
-Albus e Scorpius non stanno sparendo e riapparendo, stanno viaggiando nel tempo.-
Il rumore di qualcosa che cadeva nell'acqua catturò in breve l'attenzione di alcuni studenti a cui seguirono altri ed infine noi in ansia per ogni piccolo cambiamento.
Albus e Scorpius uscirono bagnati ma salvi dalle acque fredde e subito fui sorpreso da mio figlio che mi strinse così forte da farmi male.
Da quel momento fu di nuovo una confusione assurda per organizzarsi a cercare la Giratempo persa chissà dove nel lago e per farsi coraggio a non pensare a come il mondo che il mio Scorpius aveva scorto era tanto terrificante ed orrido rispetto al nostro presente.
Per quanto cercassi di concentrarmi l'idea che Harry in quel momento poteva essere morto e sepolto mi dava ancora gli incubi senza che Scorpius peggiorasse la mia salute mentale col suo racconto.
Decidemmo di tornare a casa per la notte e Albus con mio figlio tornarono in dormitorio ma ancora non riuscivo a fermare i tremolii quando delle mani calde ma appartenenti a qualcuno evidentemente scosso quanto me, mi bloccavano il viso fissandomi lo sguardo.
-Draco. Tutto bene? Fatti forza chiuderemo questa storia per sempre.-
Era Harry. Ovviamente, di chi altri poteva essere quel tocco?
-Perché cerchi di far forza agli altri quando tremi quanto me? Non devi per forza farti carico di tutto.-
E questa volta bloccandogli i polsi gli abbassai le braccia. Il mio tocco era freddo e cozzava col calore del suo corpo.
Non rispose, ci fissammo col respiro spezzato senza avere il coraggio co pensare alcunché.
Poi Ginny richiamò la sua attenzione facendogli  distogliere lo sguardo e interrompere il contatto tra le mie mani e le sue braccia lasciandomi addosso un freddo se possibile peggiore di quello che già mi congelava.
-Ti faccio avere novità in tempo reale. Non temere-
E così si voltò lasciandomi solo.
Tornato a casa, il silenzio di quegli austeri saloni e la solitudine di vivere soli mi oppresse come non mi succedeva da tempo. Tutto questo lo reprimevo, cercavo di distrarmi dilettandomi nelle più varie sciocchezze, ma quella sera nulla mi dava sollievo o interesse. Il sonno era un lontano ricordo e tutto quello che riuscii a fare fu fissare la parete del camino tra i rimorsi e l'angoscia con la pipa in una mano e del Whisky incendiario nell'altra fino a scorgere le prime luci dell'alba.

Il tempo uccide -DRARRY Fanfic-Tempat cerita menjadi hidup. Temukan sekarang