3. Il principe di Culonia

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Mi giro e rigiro nel letto. Prendere sonno non è mai stato facile per me. Sembrerà strano, ma detesto dormire. In accademia si dice che io sia iperattiva, e in parte non hanno torto.

Al contrario mio, sento il respiro pesante di Astrid che dorme beatamente.

Durante la cena, in sala mensa, non c'erano né Carter né il principino. E non riesco a fare a meno che continuare ad interrogarmi su cosa possa farci qui il principe di... di... troppo difficile da ricordare il nome di quel luogo che non spunta neanche sul mappamondo.

Scocciata, decido di alzarmi. Indosso una felpa sopra al pigiama ed esco dalla mia stanza, dirigendomi in punta di piedi verso la biblioteca. Sento che in questo momento potrei trovare un po' di concentrazione. E devo assolutamente cercare di recuperare le ultime dieci lezioni di storia dello spionaggio.

Ovviamente, l'antica biblioteca della McLynn Academy è deserta.

Sospiro pensando a quanto possa sembrare secchiona da uno a dieci in questo momento, dopodiché mi incammino lungo gli scaffali. Non amo molto leggere, come avrete capito amo maggiormente l'azione, ma conosco bene questa biblioteca e le sue sezioni. Così arrivo in quella di storia. Agli antichi e preziosi volumi sono affiancati anche libri più moderni e libri di testo. Trovo quello che mi interessa e strisciando i piedi mi dirigo verso i tavoli. Mi lascio cadere su una sedia e con molta poca grazia apro il pesante volume e inizio a sfogliarlo.

<<Durante la seconda guerra mondiale un attacco sottomarino da parte della Germania fu sventato da...>>

Che. Noia.

<<Attacco terroristico dell'11 settembre: cosa non ha funzionato nei servizi segreti americani>>

Faccio una smorfia, ma inizio a leggere il capitolo. O almeno ci provo.

Perché alle mie orecchie giungono dei rumori attutiti, ma pur sempre provenienti dalla biblioteca. Sono dei passi alle mie spalle. Di colpo si bloccano, per poi riprendere dopo qualche istante, più esitanti. Passi senza dubbio maschili. Un uomo, un ragazzo che si aggira quasi spaesato...

-Non mordo mica, principino - dico. La mia voce risuona nel silenzio tombale della biblioteca.

Attendo qualche istante prima di voltarmi. Giusto un po' d'effetto scenico non guasta mai. E ovviamente, non mi sbagliavo.

Il principe di Culonia mi fissa stupito, ma ovviamente si ricompone subito e raddrizza la schiena.

-Non volevo spaventarla - dice imbarazzato.

La risata esce spontanea dalla mia bocca.

-Spaventata?! No sul serio. Okay, devo fare la faccia spaventata? O mio dio, principe, è proprio un birbante a cogliermi così alla sprovvista! Oh cielo, sto per svenire, chiamate un'ambulanza.

Incrocio le braccia al petto e lui continua a fissarmi. È molto alto e ciò influisce a renderlo molto affascinante.

-Sapete che sono un principe? - Mi domanda.

-Non sarei una buona spia, se non lo sapessi - rispondo facendo spallucce.

Lui annuisce, come a dirsi che è ovvio.

-Qui in America non sono in molti a conoscere il regno di mio padre, ma immagino che questa scuola le abbia dato una buona istruzione.

Evito di dire che faccio schifo in geografia.

- Mi stai dando seriamente del lei?

Il principe abbassa lo sguardo, ancora imbarazzato.

-È l'abitudine. Non credo riuscirò mai ad abituarmi a dare del tu a delle signorine.

-Né ad essere circondato da "signorine" in gonne scozzesi accorciate fino a farle diventare minigonne, immagino.

Il principe spalanca gli occhi, dopodiché mi porge la mano.

-Non mi sono nemmeno presentato ufficialmente. Sono James Von Hayer, lieto di conoscerti.

-Io sono Ginevra Waldorf - gli dico porgendogli la mano pensando che l'avrebbe stretta. Invece ne bacia il dorso.

-Waldorf? Come il preside all'Accademia?

-Proprio lui. Ascolta principino, ti consiglio di non fare il bacia mano. Lo vedo fare nei film sulla mafia e mi fa un certo effetto.

-Chiedo perdono. Stavi studiando, ti ho forse interrotta?

-Sì, in effetti ero molto impegnata in una sessione di studio molto importante, sai com'è... Sono un'alunna modello - chissà se capirà mai che lo sto prendendo in giro. -E tu? Che stavi facendo nel bel mezzo della notte? E cosa ci fai qui, esattamente?

Il principino sospira.

-Non credo di poter rispondere alla tua seconda domanda. Per quanto riguarda la prima, non riuscivo a dormire e stavo cercando una lettura rilassante.

-Buona fortuna allora.

Prima non mi sbagliavo: è proprio un cliché vivente.

-Quindi rimarrai a lungo in questa accademia? - gli chiedo.

-Non so ancora per quanto. Per un certo periodo, sì.

-E fammi indovinare, hai già fatto la conoscenza di qualcuno che dovrebbe farti da guardia del corpo, ovvero...

Prima che possa terminare la frase, sento altri passi.

-Me - dice Carter, con il suo solito sorrisetto.

Annuisco. Era naturale.

-Principe, credo di doverti mettere in guardia da questo soggetto. Non è molto raccomandabile e per lui altro non sei che dei crediti extra – dico indicando Carter.

-Oh... lo terrò in considerazione – dice il principe, rivolgendomi un sorriso. Non deve essere abituato all'ironia. -Sarà meglio che vada adesso. Buonanotte – dice.

Faccio una riverenza sollevando i pantaloni del pigiama e osservo James Von Hayer che si allontana, finché non esce dalla biblioteca.

-Gli stavi fissando il sedere – dice Carter.

-Potrei averlo fatto, sì. Geloso?

-Non puoi fissare il sedere del principe.

-Perché? Poi fai la spia e lo dici a qualcuno?

-Smettila di essere sempre ironica, Ginny.

-Cos'è tutta questa serietà improvvisa? Di colpo ti ritrovi un principe come compagno di stanza e...

-Si trattasse solo di James, potrei anche saperlo gestire, anche se fare il babysitter di un sedere reale non è mai stata la mia più grande ambizione.

-Cosa intendi dire? Perché non si tratterebbe solo di James?

Carter sospira.

-Qualcuno vuole fare fuori i principi Von Hayer che si trovano qui per istruirsi in un luogo sicuro. James non è stato assegnato a me, ma a Peter.

-Aspetta, di cosa stai parlando?

-Sta dicendo che mio fratello James non è l'unico sedere reale in questa Accademia – dice un'altra voce.

Sussulto. Non mi ero accorta della presenza di qualcun altro.

Mi volto e scorgo un ragazzo. È biondo proprio come James, ma più alto e longilineo. Ha la schiena poggiata ad uno scaffale e le braccia incrociate davanti al petto, in una posa strafottente. È ancora vestito e la sua camicia bianca è stropicciata. I suoi occhi grigi sono socchiusi in un'espressione calcolatrice.

-Ginevra, ti presento il mio compagno di stanza, nonché il reale che mi è stato assegnato come "credito extra": Noah Von Hayer.


Angolo autrice

Voglio un po' sentire il vostro parere sulla storia. Vi sta piacendo? Cosa pensate dei personaggi?

Instagram: alexa_freya

Good Girls, Good Spies Onde histórias criam vida. Descubra agora