Capitolo 17

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Dopo aver finito la telefonata con mia nipote, inizio a sistemare un po' di cose rimasta in sospeso ma, ovviamente, sempre qualcosa nel mezzo si deve mettere. L'arrivo di una telefonata in questo caso.

-Telefonata in arrivo da un numero sconosciuto, signore.- dice JARVIS

-Ho di nuovo privilegi telefonici.- dico mentre ancora il telefono suona e sul computer appare la scritta "NUMERO BLOCCATO". -Magnifico. Coulson, com'è la terra d'incanto?

-Hey Tony.- dice una voce che riconosco. Vanko.-Come andiamo? Ho raddoppiato rotazione.

-Come?

-Hai detto che doppia rotazione produce più energia. Ottimo consiglio.- dice lui 

-Mi sembri alquanto arzillo per essere morto.

-Anche tu.- dice ridendo e io sospiro mettendo il muto chiedendo a JARVIS di rintracciare il luogo di provenienza della chiamata.- Ora, vera storia di nome di tua famiglia sarà scritta. Quello che tuo padre ha fatto a mia famiglia più di quaranta anni fa io la farò a te in quaranta minuti.

-Mi piaci. Non rimane che vederci.- dico mentre JARVIS ha trovato l'indirizzo.

-Spero che tu sia pronto.- dice chiudendo subito la chiamata. Quando la telefonata termina, JARVIS mi avvisa che la ricerca è incompleta ma mi appare sul monitor un articolo con la faccia di Justin Hammer e li capisco tutto. Quel cazzo di perdente sempre nel mezzo deve stare. Prendo il nuovo reattore e lo posiziono in mezzo al mio petto.

-Signore..- cerca di fermarmi JARVIS

-Vuoi fare un po' di test? Bene, facciamoli. E assembla l'armatura già che ci sei. Montala.

-Non conosciamo quali effetti possano..

-Falla finita, JARVIS.- dico iniziando a sentire un sapore strano in bocca.- Blah.. sa di noce di cocco e di metallo.- dico mentre una forte luce si irradia dal mia petto e tutto va per il verso giusto. Se mia nipote fosse qui, sarebbe spaventata e orgogliosa di me e io sarei felicissimo del risultato al quadrato. Ovviamente, non posso stare con le mani in mano così, dopo aver messo a nuova armatura mi dirigo all'Expo dopo in questo momento il coglione sta facendo un esposizione. Quando arrivo, non sono affatto sorpreso di trovare la mia armatura, rubata da Rhodey, sul palco. Mi avvicini, volo basso, atterro e mi avvicino a lui. Tutti, ovviamente, applaudono.

-Ci sono guai.- dico io avvicinandomi sempre di più a lui.

-Tony, sono presenti molti civili. Sto eseguendo gli ordini, non entriamo in conflitto.- dice il mio amico mentre mi metto al suo fianco e inizio a salutare la folla che ci acclama.

-Fa un salutino.- dico e salutiamo la massa mentre Justin Hammer continua a parlare di non so che. -Tutto queste persone sono in pericolo. Dobbiamo farle uscire da qui.

-Eh?

-Fidati di me per i prossimi cinque minuti.- gli chiedo 

-L'ultima volta, mi hai sbattuto contro i muri di casa tua.- replica lui.

-Senti, penso che stia lavorando con Vanko.- la butto li.

-Vanko è vivo?- domanda stranito. Io non rispondo ma mi avvicino lentamente a Justin.

-Lui dov'è?.- gli domando 

-Prego?

-Dov'è Vanko?- domando arrabbiandomi.

-Chi?- chiede facendo il finto tonto.

-Dimmelo!

-Che diavolo ti è preso, amico mio?- chiede continuando con il suo teatrino da quattro soldi e vorrei dargli un pugno su quei denti ma vengo distratto da Rhodey che inizia ad agitarsi. Carica una delle armi dell'armatura e la punta contro di noi.

Io sono Iron ManDove le storie prendono vita. Scoprilo ora