Capitolo 1 - Welcome Home

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Tregiorni prima



Nonera la prima volta che Yole sentiva parlare di quel posto, anche senon c'era mai stato e, soprattutto, non aveva mai creduto possibilefrequentarlo.

L'istitutoVan der Meer era un college privato tra i più rinomati d'Europa,composto da alte mura eleganti, sorgeva al limitare di un immensobosco nella campagna scozzese.

Yolearrestò un attimo il passo e, con aria di sfida, puntò lo sguardosulla vastità di quel panorama. Il clima di quei primi giornisettembrini era appena pungente, ma nulla a cui il ragazzo non fossegià abituato. Il cielo intorno al castello era terso e grigiastro,un colore strano, difficile da definire, un miscuglio di sfumaturesimili ai suoi occhi. Yole pensò di nuovo a cosa potesse significarestudiare in un luogo simile.

Aglienormi benefici che un diploma alla Van der Meer poteva portare, atutte quelle porte che gli si sarebbero aperte davanti con unafacilità impressionante.

Frequentarel'istituto significava poter beneficiare dei migliori corsi con idocenti più preparati, laboratori avanzati, un'istruzione di primolivello imparagonabile a quella ricevuta nelle comuni università.

E,cosa ancora più importante, non c'era modo di accedere alla Van derMeer se non con una dura selezione indetta dal Preside, un'analisiattenta della carriera scolastica, delle capacità individuali, delQI, oltre a una predilezione per le famiglie prestigiose che ormai dasecoli frequentavano quella scuola.

Inpoche parole, solo il meglio del meglio poteva accedere adun'istruzione tanto superiore.

Yoleera rimasto stupito quando aveva ricevuto la sua lettera diammissione, ancora di più perché non occorreva inoltrare alcunadomanda per accedervi.

Erala scuola stessa a selezionare gli studenti fra centinaia di ragazziche avevano compiuto l'età giusta per poter essere ammessi. Così, adiciotto anni, Yole aveva afferrato quella busta, l'aveva aperta ene aveva letto il contenuto con lo stupore negli occhi.

Siamolieti di informare il Signor Yole Björk che è stato ammesso allafrequenza del nostro istituto.Con quelle parole era arrivata anche una decisione fondamentale daprendere per il suo futuro.

Nonera stato semplice lasciare casa sua, soprattutto dopo le numeroseproteste della madre, ma alla fine ce l'aveva fatta.

Lastruttura che si ergeva davanti ai suoi occhi era un castello d'epocadi straordinaria bellezza ed eleganza, la sua imponenza volevachiaramente intimidire chiunque si trovasse davanti al suo cospetto,ma questo non era il caso del ragazzo.

"Amore...non stare lì, sbrigati a entrare dentro o prenderai freddo!" disselamadre, avvicinandosi al giovane con sguardo allarmato.

Yolenon rispose, si limitò a procedere verso l'interno del palazzo persfuggire alle attenzioni asfissianti di quella donna che tantodetestava.

Ilcalore lo avvolse immediatamente una volta varcata la sogliadell'ingresso, tirò fuori le mani dalle tasche e per un momentorimase a fissare il pallore delle sue dita, sottili e scarne comequelle di un cadavere, forse persino più pallide.

Funuovamente la madre a distogliere il ragazzo dai suoi pensieri,destandolo.

"Ascoltamibene, piccolo mio" cominciò, prendendogli il viso fra le mani,"sai che puoi chiamarmi quando vuoi? Se questo posto non ti piace,ti riporto a casa, non farmi preoccupare, va bene?"

"Certo"rispose Yole, con la sua solita voce priva di un tono particolare.

"Rispondisempre al telefono e mi raccomando, ricorda di prendere le tuemedicine. Copriti bene quando esci!" continuò la donna.

Into the VoidWhere stories live. Discover now