Capitolo 5.

3.1K 166 2
                                    

Quando il giovane ragazzo si svegliò era ancora piena notte, aprì gli occhi e davanti a lui vide un enorme finestra dove fuori si intravedeva il cielo scuro dietro agli alberi alti. Chiuse gli occhi rassegnato e Si girò nel letto, mettendosi a pancia in su, aprì leggermente gli occhi e guardò il soffitto scuro sopra i letto. Il fuoco stava ancora scoppiettando nel camino, riscaldando tutta la camera. Colin si girò nel letto trovandosi completamente solo. Il posto dove si doveva trovare Timothy era completamente vuoto, intatto. Doveva essersi alzato poco dopo che il giovane ragazzo si sia addormentato. Improvvisamente Colin udii un magnifico suono, provenire da un pianoforte. Si alzò dal letto scostandosi le coperte da dosso, scese dall'enorme materasso, e subito il pavimento freddo gli fece venire i brividi lungo la schiena. Si chiuse dentro l'enorme felpa e uscì dalla camera. Non appena ne fu fuori, il volume delle note aumentò di colpo. Colin seguì il suono trovandosi in una delle camere adiacenti alla sala da pranzo, lungo il corridoio. Quando ci era passato lui, con Timothy prima, la porta era chiusa. Non appena si affacciò nel locale da dove proveniva il suono, ne rimase esterrefatto. Era nell'angolo della casa e tutte le altre pareti della camera erano in vetro, affacciavano nel giardino sul retro della casa. Si mise nascosto dietro lo stipite della porta, portando avanti solo il proprio viso, sbirciando dentro il locale. Al centro era ubicato un pianoforte bianco lucido che occupava quasi tutto il centro della camera. La piccola poltroncina dove era seduto Timothy in pelle nera e le note del pianoforte che riecheggiavano in tutta la sala. La melodia era veloce, ma allo stesso tempo triste. Timothy muoveva esperto le mani sui tasti premendone uno dietro l'altro, il corpo perfettamente composto, la schiena dritta, gli occhi puntati sulle proprie mani, i capelli raccolti in uno chignon scomposto e i semplici pantaloni della tuta addosso che gli cadevano poco più giù della vita. Il busto perfettamente scolpito, ambrato, il corpo quasi luccicava al chiaro di luna. Colin rimase estasiato a quella vista, sembrava tutto così dannatamente perfetto. Continuava ad ascoltare le stesse note che uscivano dal pianoforte, decise, tristi, gli riecheggiavano nella mente, le sentiva arrivare dentro di lui. Senza rendersene conto il giovane ragazzo si trovò con le lacrime agli occhi. Timothy smise improvvisamente di suonare, Poggiò le mani sulle proprie gambe e guardò per qualche secondo i tasti del pianoforte senza muoversi. Dopo qualche secondo alzò gli occhi incrociandoli immediatamente con quelli del ragazzo. Colin non potette resistere più e alcune sue lacrime scapparono ai suoi occhi. Timothy sorrise leggermente porgendogli una mano, Colin non se lo fece ripetere e a piccoli passi lo raggiunse prendendogli la mano non appena fu abbastanza vicino. I due intrecciarono le dita una con le altre e Colin gli sali sopra a cavalcioni, stringendosi disperatamente a lui, non gli era mai capitato di sentirsi così sentendo semplicemente delle note. Timothy gli avvolse le braccia intorno a quell'esile corpo, poggiandogli una mano fra i capelli. Colin affondò il viso nel collo del ragazzo, le lacrime non facevano cenno di smettere di uscire, i singhiozzi si susseguirono uno dopo l'altro. Si strinse disperatamente a lui, aggrappandosi alla sua schiena e stringendolo più forte che poteva.
<<Scusa principessa.>> Asserì serio Timothy stringendo il piccolo a se. <<Non pensavo che tu ti potessi sentire così.>>
Colin fece dei lunghi respiri cercando di calmarsi. Inspirò a pieno, lasciandosi invadere anche dal profumo del giovane ragazzo. <<Non è colpa tua.>> Disse semplicemente il piccolo. Timothy sorrise coccolando il ragazzo che aveva fra le sue braccia.
Una volta che Colin si fu ripreso del tutto si alzò con il viso guardando i profondi occhi scuri, Timothy continuò a tenere le braccia intorno al corpo del ragazzo.
<<Scusa.>> Disse infine Colin asciugandosi gli occhioni pieni di lacrime con i dorsi delle mani.
Timothy sorrise dolcemente portandogli una mano ai capelli e giocandoci. <<Non hai nulla di cui scusarti principessa.>>
Colin sorrise sentendosi chiamare con quel nomignolo particolare.
<<È solo che..>> Le parole gli morirono in bocca quando le note Che poco prima Timothy stava suonando gli tornarono alla mente.
<<Lo so principessa.. Lo so.>> Disse Timothy correndo in suo aiuto.
<<Non so nemmeno io cosa mi prende.>> Asserì Colin in un filo di voce. Timothy non Rispose subito, si prese alcuni minuti per pensare, mentre Colin continuava ad asciugarsi le lacrime con i dorsi delle mani.
<<Questo vuol dire che la musica che stavo suonando non erano semplici note messe una dietro l'altro.>> Asserì Timothy sorridendogli dolcemente.
<<No..>> Colin fece cadere le braccia sulle sue gambe e guardò Timothy negli occhi. <<Era qualcosa di unico.>>
Timothy sorrise dolcemente scostandogli una ciocca di capelli dal viso e Colin lo guardò dritto negli occhi. <<Perché?>>
Il più grande corrugò la fronte non capendo. Colin insistette. <<Perché suoni una melodia così triste?>>
Timothy attese qualche secondo prima di rispondere. <<Alcune cose non possono essere diverse da come sono.>>
Colin non capì a pieno quelle parole, ma decise comunque di non insistere. <<Per ora va bene così.>> Asserì serio Colin, si alzò dalle gambe del ragazzo, fece alcuni passi verso la porta per poi girarsi e guardarlo, scoprendo che Timothy non aveva mai perso di vista nemmeno per un secondo. <<Per ora va bene così.>> Ripetette. <<Ma se mai io e te dovessimo andare avanti o altro, arriverà il giorno in cui tu dovrai dirmi tutto.>> Asserì sicuro di se mentre si chiudeva le braccia alla vita. Timothy lo guardò per qualche secondo alzandosi da sopra lo sgabello del pianoforte per poi raggiungerlo. Una volta che gli fu abbastanza vicino, allungò le braccia portandogli le mani sulla vita stringendolo a lui. Occhi negli occhi, corpo contro corpo. Caldo che tocca il freddo. <<Voglio solo proteggerti principessa.>> Asserì serio Timothy.
Colin sorrise portandogli le mani sulle spalle, sentendo i muscoli tonici sotto le proprie mani. <<Sono abbastanza forte sai?>> Colin sorrise dolcemente. <<Ma va bene così per ora.>> Lo rassicurò.
Timothy lo guardò ancora per qualche secondo, poi lo strinse ancora di più a se stesso e gli Poggiò delicatamente le labbra sulla fronte. Colin sentì il freddo contatto con la sua pelle del più grande. Chiuse gli occhi scansando i freddi brividi che gli percorrevano lungo tutto il corpo.
<<A cosa pensi?>> Chiese Timothy tenendo il ragazzo fra le sue braccia e scansandosi dalla sua fronte quel tanto che bastava per parlare.
<<Perché vuoi saperlo?>> Chiese Colin stringendogli le braccia in vita.
<<Normalmente mi viene naturale pensare cosa vogliono gli altri, ma con te non riesco proprio..>> Fece una piccola pausa. <<Dimmi cosa pensi, dimmi vuoi, Dimmi tutto ciò che provi o senti, Dimmi tutto..>>
Colin sorrise. <<Vuoi saperlo davvero?>>
<<Sii.>> Asserì serio Timothy.
<<Mi chiedo perché tu abbia la pelle così fredda.>>
Il più grande attesa qualche secondo prima di rispondere, irrigidendosi. <<Il mio corpo non sente freddo o caldo.>>
Colin accettò la sua scarsa risposta.
<<Quando ti sono vicino si scalda, quando tu ti appoggi a me, quando tu mi stai vicino, quando mi sorridi, quando mi abbracci.. Quando ci sei tu sento qualcosa dentro e fuori di me che è simile ad un calore che riesce a riscaldarmi.>> Fece una piccola pausa. <<Per ora ti basti sapere questo Principessa.>>

Vampire. Where stories live. Discover now