Capitolo 18.

2K 125 5
                                    

Timothy atterrò sulle proprie gambe, rimanendo dritto e impassibile, mentre Colin si alzò dalle sue spalle per guardarlo meglio in viso. Guardò il ragazzo negli occhi castani, mentre i suoi erano spalancati. <<Cosa hai detto?>> Chiese piano.
<<Ho detto che ai miei occhi tu sei sempre bellissimo.>> Rispose incerto, quelle semplici parole gli erano uscite senza volerlo dalla propria bocca, quasi come un sussurro, senza pensarci aveva esposto i propri pensieri ad alta voce.
<<No.>> Rispose prontamente il ragazzo. <<Cosa hai detto dopo?>>
Colin spalancò gli occhi, arrossendo in viso. <<Nulla.>> Rispose dopo qualche secondo distogliendo lo sguardo dal suo.
Timothy sorrise e si voltò verso l'enorme casa davanti a cui si erano fermati. Colin si guardò intorno meravigliandosi. Era la casa in montagna di Timothy, quella in cui erano andati qualche settimana prima.
Una volta dentro Timothy mise Colin con i piedi per terra e subito sentì il freddo del pavimento pervaderlo, involontariamente lungo il corpo del ragazzo percorse un brivido freddo, si chiuse ancora di più nel gubbino.
<<Resta con il gubbino addosso ma vieni qui.>> Disse Timothy guardando Colin mentre accendeva il fuoco nel camino. Colin lo ascoltò e si diresse verso di lui, che si trovava in piedi vicino all'imponente muro fatto in legno, sedendosi sul tappeto di fronte al camino, si portò le ginocchia al petto e circondandole con le braccia, ci poggiò il mento sopra e si perse nel guardare il fuoco scoppiettare nel camino mentre si accendeva. <<Io vado ad aprire l'acqua del bagno, ti va di fare un bel bagno caldo?>>
Colin annui senza dargli attenzione.
Timothy sparii nelle camere mentre Colin rimase fermo con lo sguardo perso.
Dopo qualche minuto Timothy tornò e si sedette vicino al ragazzo, sull'enorme tappeto rosso, con le gambe leggermente piegate e le braccia puntate all'indietro, posò i propri occhi rossi fuoco, sul ragazzo seduto vicino a lui, rannicchiato in se stesso, cercando di intravedere una qualche reazione o cambiamento, ma si comportava nello stesso e identico modo di prima. Ora che sapeva la verità un qualcosa doveva essere cambiato e forse era così, ma non nei suoi comportamenti, forse quel qualcosa era dentro di lui. <<Come ti senti?>> Chiese Timothy cercando di interagire con il ragazzo. Durante tutto il viaggio si era comportato come sempre, anzi, forse anche più premuroso delle altre volte, se aveva sentito bene lo aveva chiamato persino "Mio principe". Continuò a perdersi nel ragazzo seduto vicino a lui, a cosa stava pensando?! Cosa gli stava girando dentro quella piccola testolina?!
<<Lo ami ancora?>> Chiese Prontamente Colin senza preamboli, senza badare della domanda fattagli da qualche secondo prima da Timothy.
<<E' complicato.>> Disse piano Timothy abbassando lo sguardo. <<Vorrei capire il perché, è andato via lasciandomi solo, vorrei sapere il motivo per cui mi hanno abbandonato.>> Fece una piccola pausa, alzando gli occhi verso il soffitto, guardando il legno scuro sul soffitto e attese qualche secondo prima di rispondere. <<Voglio sapere perché entrambi le persone a cui più tenevo mi hanno abbandonato.>>
Colin attese qualche istante prima di rispondere assimilando al meglio tutto ciò che gli era stato detto. <<Non è la risposta alla domanda che ti ho fatto.>>
Timothy spalancò gli occhi, distendendosi, si portò le braccia piegate davanti al viso coprendosi gli occhi. <<Non lo so più nemmeno io sinceramente.>> Rispose piano. <<Dopo che ti ho conosciuto ho iniziato a mettere in dubbio qualsiasi cosa.>>
Colin spalancò gli occhi voltandosi di scatto verso di lui, consapevole che l'altro non potesse vederlo, ma potesse percepirlo. <<Cosa vorresti dire?>> Chiese piano.
<<Prima avevo un unico pensiero, ovvero quello di cercarlo, riportarlo indietro e costringerlo se fosse stato necessario a farlo stare con me.>> Timothy sorrise. <<Ma dopo che ti ho conosciuto l'unica cosa che volevo era stare con te, poter trascorrere le mie giornate con te, guardandoti mentre dormi e fai quel viso da bambino, perché principessa se non lo sai dormi con le labbra leggermente aperte, le lunghe ciglia ti fanno sempre un pochino di ombra sugli zigomi e dormi sempre in posizione scomposte, ti tiri sempre tutte le coperte quando dormi e poi quando ti svegli ti lamenti sempre che hai freddo come per il resto della giornata, ma fa lo stesso mi piace questa cosa di te, vorrei passare le mie giornate ascoltandoti, mentre parli di qualsiasi cosa, anche le più insignificanti, perché poi a dirla tutta non mi importa tanto di quello che dici, a me basta ascoltarti, il suono della tua voce è bellissimo, dolce, mi rilassa. Mi fai stare bene. Prima il mondo ai miei occhi appariva solo bianco o solo grigio, mentre da quando ti ho conosciuto mi appare di mille colori.>> Fece una leggera pausa sorridendo dolcemente senza mai guardare il ragazzo. <<Ora ci sei solo tu. Sempre. In qualsiasi cosa che io faccia. Quando non stiamo insieme mi salgono sempre mille pensieri del tipo: "Cosa starà facendo?" o "Mi starà pensando?" Quando invece me ne vado di corsa le paranoie mi assalgono si affollano una dopo l'altra. Mi chiedo: "Si sarà arrabbiato?", "La prossima volta che andrò da lui mi accetterà?", "Sarà frustante per lui stare con me?", "Mi permetterà ancora di stare al suo fianco?" oppure "Fino a quando mi sopporterà?", "Se e quando saprà la verità mi abbandonerà?">>
Le parole gli morirono in bocca, i singhiozzi presero il sopravvento e le lacrime gli rigarono il viso, scendendo lungo le tempie e cadendo, bagnando il tappeto. Colin spalancò gli occhi, non lo aveva mai visto tanto vulnerabile, era sempre sorridente non appena si vedevano quindi lui deduceva che fosse così anche quando non stavano insieme. Il ragazzo sorrise e si alzò mettendosi sul corpo del vampiro, mettendosi a cavalcioni su di lui, si distese sul forte corpo del ragazzo e fece sprofondare il viso alla base del collo inspirandone il profumo. Gli circondò il corpo fino ai lati con le sue esili braccia e diede un piccolo bacio sulla parte superiore del petto, quella che si intravedeva dalla parte superiore della leggera maglia. I capelli lunghi del ragazzo gli scendevano lungo la schiena, Colin dovette concentrarsi con tutte le proprie forze per cercare di non scoppiare a piangere. Strinse ancora di più la presa quando sentii il corpo del ragazzo sotto di lui freddo, voleva scaldarlo.
<<Quando non ci sei mi concentro principalmente sullo studio, anche perchè quando ci sei tu non riesco a concentrarmi più su nulla.>> fece una piccola pausa, dove sorrise imbarazzato. <<Solo su di te. Ti penso perennemente. Quando non studio sono a lavoro e quando ho ancora del tempo libero leggo qualche libro. Io ti penso in ogni singolo momento, in qualsiasi istante tu sei nei miei pensieri, sperando che il momento in cui io possa vederti arrivi in fretta.>> Fece una leggera pausa sentendo il groppo in gola crescere, più parlava e più faceva fatica a trattenere le lacrime. <<Quando te ne vai così di punto in bianco mi preoccupo, mi viene in mente che magari tu possa avere di meglio da fare o addirittura che tu abbia un altro. Non mi arrabbio, ma la frutrazione cresce, ogni volta sempre di più specialmente quando te ne andavi sul più bello, ma ora che sò che non potremo concludere nulla la frustrazione è maggiore, ma va bene lo stesso, mi importa di stare con te e null'altro.>> Sorrise imbarazzato, nascondendo ancora di più il viso alla base del collo, sperando che quelle ultime parole non fossero mai state dette. <<Ti accetterò tutte le volte che verrai e vorrai stare con me. Ti permetterò di stare al mio fianco fino a quando ne avrai voglia, fino a quando avremo tempo. Ti permetterò di andartene solo se poi mi prometterai di tornare e di venirmi a riprendere. Ti permetterò di farmi del male, se serve, basta che alla fine di tutto tu ed io ne uscire come un "Noi". Basta che alla fine tu ed io staremo insieme senza più interruzioni, mi va bene tutto. Qualsiasi cosa, mi va bene..>> Disse paino sentendo le parole morirgli e le lacrime incrollate rigargli il viso, calde e bagnate, gli scendevano lungo le guance arrivando a bagnare la maglia del ragazzo che stava abbracciando. <<Io sono umano, tu no, io ho un tempo e tu davanti hai l'eternità, ma ti prometto che fino a quando mi sarà possibile ci sarò, in qualsiasi modo tu voglia. Voglio stare con te, vivierti, poterti amare..>> Le ultime parole gli morirono in bocca, le aveva dette senza pensarci. Il proprio corpo si irrigidì e Timothy lo sentì. Colin si fece per alzare ma Timothy prontamente lo afferrò con entrambe le braccia, stringendolo forte a se, gli avvolse la vita. Non voleva interrompere quel bellissimo momento, Voleva per quanto gli fosse stato possibile farlo durare in eterno o semplicemente voleva accertarsi che il giovane ragazzo vedesse le lacrime che gli rigavano il volto incontrollate. Timothy sapeva che Colin non era a conoscenza di tutta la storia eppure era ancora lì, dopo aver sentito tutte quelle cose assurde ed inverosimili, era ancora l' a pronunciargli amore quando fino a poco tempo prima aveva detto l contrario. Lui si sentiva solo un ignobile mostro, il quale si prendeva ciò che voleva e senza aspettare ulteriormente, voleva tutto e subito, senza pensare al resto, faceva carte false pur di averlo, eppure in quel momento fra quelle esili braccia, mentre lo stringevano sentiva che davvero nulla più aveva importanza, ma solo lui e Colin, non gli importava delle ragione per cui Lenny e Demon se ne fossero andati o di qualsiasi altra cosa, non importava più nulla se non loro due. Rimasero in quella posizione, mentre Timothy stringeva forte Colin e così viceversa, il freddo sull'esile corpo del ragazzo non c'era più, o almeno non importava se vi fosse o meno, il fuoco aveva preso a scoppiettare con più insistenza, ma non importava sentendo comunque l'amore che uno provava per l'altro. Timothy non era stato mai così tanto bene con qualcuno in vita sua e Colin di suo rimando non aveva mai provato tante emozioni contrastanti dentro di lui, ma non importava voleva stare con lui.

Vampire. Where stories live. Discover now