J E A L O U S Y

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Dopo aver parlato con Chan, le mie speranze di passare un anno tranquillo iniziano a sembrare di nuovo realizzabili.
Ci alziamo e ci dirigiamo verso l'aula di matematica.
Dopo tre interminabili ore, sono pronta ad affrontare Jungkook, per la seconda volta oggi.
Con il suo solito modo di fare entra in classe e ci saluta.
Sento l'ansia estendersi per tutto il mio corpo, e Chan lo nota.

-Eli, tranquilla ci sono io.

Fingendo di essere calma lo guardo e sorrido.

-Tu fidati di me e lasciami fare, okay?

Annuisco, sono perplessa ma non domando perché Jungkook comincia a parlare.

-Ragazzi quest'anno vi farò lavorare in coppie per svolgere il progetto da presentare all'esame finale. Essendo dispari ho pensato di lasciare uno di voi a lavorare da solo ma con l'aiuto del sottoscritto. Signorina Kim, essendo lei la nostra nuova studentessa, sarà lei la fortunata.

Che? No, assolutamente no.

-Non ne comprendo il motivo.
-Mi scusi?
-Intendo dire che non ha senso, è una nuova alunna dovrebbe lavorare in coppia mi sembra ovvio.
-È percaso il suo avvocato Signor Park?
-No ma-.
-Bene allora la smetta subito, io sono il professore ed io faccio le regole.

Rimango in silenzio, sembra quasi un
film.

-Bene adesso se non le dispiace, dovrei iniziare la mia lezione.

Entrambi lasciamo che lui continui senza dir parola, fino a che verso la fine dell'ora Chan non inizia a giocare con la mia mano, facendole assumere posizioni strane e provocando la mia risata.
Posso capire perché lo sta facendo, cerca in tutti i modi di attirare l'attenzione del professore, lo trovo adorabile.
Jungkook ci guarda, mentre ridacchiamo e scherziamo dal fondo dell'aula, non dice nulla ma il suo sguardo esprime ogni cosa.
È arrabbiato, eccome se lo è. Ma non può permettersi di farlo trasparire. peccato. Io lo vedo.

Continuiamo a comportarci così fino al suono della campana, quando finalmente possiamo uscire.
Prendiamo le nostre cose, e ci alziamo, ma come di rito Jungkook mi ferma.

-Signorina, rimanga qui un secondo.

Guardo Chanyeol, con uno sguardo che gli faccia capire di poterci lasciare da soli. Lui afferra ed esce.

-Cosa c'è ora?
-Tieni, questi sono gli argomenti di cui ti occuperai.
-Ma non ho mai fatto una cosa del genere, non saprei neanche da dove iniziare.
-Non preoccuparti per questo ti aiuterò io. Raggiungimi a questo indirizzo alle 5:30 esatte.
-È casa tua?
-No ovviamente, è una biblioteca tranquilla lontana dal centro della città, possiamo lavorare lì.
-Okay, va bene se devo.
-Bene, puoi andare.

Non rispondo, ma alzo gli occhi in segno di irritazione.
Raggiungo Chan e gli racconto ogni singolo dettaglio mentre mi riaccompagna a casa. Mi aspetta lungo pomeriggio.

-

T E A C H M E || JJKDove le storie prendono vita. Scoprilo ora