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Erano le 4 del mattino quando sua madre lo svegliò scuotendolo agitata.

❝ M-mamma... che fai sono le 4 del mattino? ❞

Disse lui stropicciandosi gli occhi impastati dal sonno e posando lo sguardo offuscato sulla madre che intanto svuotava il suo armadio prendendo più vestiti possibili.

❝ M-mamma... che succede? ❞
❝ Renjun dobbiamo andare via ❞
❝ Come via? Ma... dove dovremmo andare? ❞
❝ Non lo so. Ovunque, ma non qui. Qui non è più sicuro. ❞

Renjun si mise in piedi diventando bianco come un lenzuolo, l'agitazione della madre gli stava entrando fin dentro le ossa e la cosa non gli piaceva.

Il suo sguardo si posò sulla finestra, il cielo era grigio, scuro, anche se nevicava, non c'era un'aria tranquilla, nemmeno fuori casa.

❝ Oggi è una brutta giornata, succederà qualcosa me lo sento... ❞

Pensò tremante dentro di sé, poi prese un borsone come gli ordinò di fare sua madre per infilare dentro tutto il necessario per andar via.

La madre infilò dentro vestiti e coperte, lui di nascosto prese il suo album e i suoi colori, non sarebbe andato da nessuna parte senza, ma sapeva che sua madre non gli avrebbe mai permesso di portarli.

Si prepararono tutti in fretta e furia, suo padre era già davanti la porta d'ingresso aspettando lui e sua madre finché non suonò il campanello.

L'uomo aprì la porta trovandosi di fronte due uomini armati e in divisa.
Renjun guardò la scena confuso, non aveva ancora capito cosa stesse succedendo mentre la madre lo stringeva forte a sé cercando di non dare troppo nell'occhio.

❝ Siete pregati di abbandonare l'abitazione ❞

Disse autoritario uno degli uomini in divisa

❝ Fuori da qui troverete uno dei nostri furgoni ad attendervi, lì sarete al sicuro ❞

Continuò l'altro.

Renjun alzò lo sguardo verso sua madre notando le sue guance rigate da delle lacrime di gioia.

❝ Grazie al cielo ❞

Sussurrò.

Seguirono l'ordine dei militari ed uscirono di casa tutti e tre avvicinandosi poi al furgoncino e salendoci sopra.
Lì non erano affatto soli, c'erano uomini, donne, bambini e anziani, di tutte le età, dai più piccoli ai più grandi.

Renjun si guardò intorno, vedeva i bambini più piccoli muoversi tra le braccia delle madri, alcuni spaventati nel vedere tanta gente estranea accanto, altri confusi come lui, che non riuscivano ancora a capire cosa stesse succedendo e dove era diretto il furgone.
Notò poi due bambini un po' più piccoli di lui che giocavano con una piccola pallina gialla, fu allora che tirò fuori il suo album e i suoi colori dal borsone.

❝ Renjun... ❞

Sospirò la madre portandosi una mano sulla fronte nel realizzare che la borsa era diventata improvvisamente più pesante a causa dei barattoli di colore portati dal figlio.

Con la matita Renjun catturò le posizioni dei due bambini costruendogli sopra le basi per il ritratto.

Lasciò la matita libera nel disegnare i capelli fluenti dei più piccoli, mentre la mantenne più precisa nel calcare i contorni dei visi e dei profili, cercando di mantenere la sua precisione nonostante il movimento del furgoncino su cui si trovava.
Poi prese i barattoli di colore e non riuscendo a trovare il pennello lasciò che le sue dita scivolassero nella vernice per poi passare dolcemente le sue mani sulla carta per colorare il tutto.

Mentre lasciava le sue dita, piene di colore, libere sul disegno sentì un fiato caldo sul suo collo.
Guardò con la coda dell'occhio il ragazzo dietro di lui, era chinato su di lui osservando il disegno.

❝ Wow! Sei bravo sai? ❞

Esclamò rumorosamente il ragazzo.
Renjun lo guardò seccato, odiava essere messo al centro dell'attenzione, soprattutto quando disegnava.

❝ Grazie ❞

Sussurrò piano, quasi non facendosi sentire.

Hwalyeohan! ❞ (*)

Sussultò con voce impastata uno dei bambini che giocava restando incantato dal disegno.
Renjun non capì cosa disse, quindi lo guardò confuso mentre il bambino lo guardava a bocca aperta e con occhi pieni di ammirazione.

❝ Ha detto che il tuo disegno è colorato ❞

Sorrise il ragazzo dietro di lui.

Renjun a quel punto posò lo sguardo sul bambino sorridendogli.
Subito dopo il bambino tornò a giocare.

❝ Mi chiamo Jeno. Tu sei...? ❞

Porse la mano il ragazzo che era rimasto dietro di lui per tutto il tempo.

❝ Renjun ❞

Ricambiò la stretta ricordandosi solo dopo di avere le mani sporche di vernice.
Subito cercò di ritirare indietro la mano ma Jeno non glielo permise.

❝ Non ti preoccupare, mi piacciono i colori ❞

Sorrise facendo sorridere così anche il maggiore.

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(*) hwalyeohan: 화려한; colorato

华美 • huang renjunWhere stories live. Discover now