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Il viaggio fu abbastanza lungo.
Durò quasi un giorno, il furgoncino si fermò nel cuore della notte.

Durante il tragitto Renjun fece amicizia con dei ragazzi della sua età, glieli aveva presentati Jeno, poi al loro gruppetto si unì un altro ragazzo, cinese, poco più piccolo di lui.

❝ Voi dove pensate ci stiano portando? ❞

Chiese Jisung, il maknae del gruppo.
Renjun fece spallucce curioso di sentire le opinioni degli altri.

❝ Forse ci portano in un posto vicino al mare, così possiamo giocare con i delfini ❞

Fece il ragazzino cinese, Chenle, con gli occhi luccicanti.

❝ Ma smettila, se dobbiamo giocare sarebbe meglio un prato ❞

Intervenne poi Jaemin.

❝ Si dai, così possiamo correre! ❞

Disse contento Donghyuk che cominciò ad organizzare con Jaemin  qualche gioco divertente da fare tutti insieme.

❝ Io penso solo che ci stiano portando in un'altra città, hanno detto che la nostra non era più sicura... ❞

Disse pensieroso Jeno, non capendo perché non fosse più sicuro il luogo in cui vivevano.

❝ Non avete ancora capito? La guerra è arrivata fino da noi... ❞

Disse serio ma preoccupato Mark, il maggiore del gruppo.

❝ Io... ho sentito parlare alcuni soldati di "campi di lavoro", credo che siano dei posti dove ci permetteranno di continuare a vivere tranquilli lavorando per mantenerci... ❞

Tra tutti calò il silenzio.

❝ Chissà che ci toccherà fare allora... ❞

Disse pensieroso Renjun, guardando fuori dal furgoncino.

Osservava la neve che cadeva e veniva calpestata dalle ruote dei furgoncini dietro il loro.
Era notte fonda e il freddo si faceva sentire sempre di più, quindi Renjun decise di tirar fuori un piumone dal suo borsone e dividerlo con gli altri, si sistemarono tutti in un angolino accanto ai genitori di Renjun e si appisolarono leggermente, finché i soldati non cominciarono a far rumore per far scendere tutti dai furgoni.

Renjun era ancora molto perplesso, ma il posto in cui erano fermi non sembrava né una città, né una spiaggia, né tanto meno un prato su cui giocare, non aveva idea di dove fossero finiti.

I suoi ricordi furono molto confusi in quel momento.
Ma alcune cose le ricordava bene.
Ricorda che tutti vennero disposti in riga, e poi divisi in gruppi.
Ricorda che nel suo gruppo c'erano anche Mark, Jaemin, Jeno e Donghyuk, Chenle e Jisung vennero portati in mezzo ad altri ragazzi e bambini più piccoli e gli fu ordinato di cominciare a camminare, si strinsero la mano forte, per la paura che incutevano quei soldati.
Il loro gruppo fu ulteriormente diviso tra bambini e ragazzi, i bambini furono messi tutti in fila e girati di spalle, un colpo ad ognuno, nessuno si salvò.
Jisung cominciò a tremare dal terrore sentendosi mancare la terra sotto i piedi mentre Chenle gli stringeva la mano cercando di non svenire, loro furono condotti all'interno di una struttura, nessuno sa cosa successe lì dentro, ma non ci fu alcun rumore, né urla, né spari, eppure tutti quelli che erano entrati lì quella volta nessuno li rivide più.

Jaemin dopo aver visto cosa avevano fatto ai bambini più piccoli si sentì male, quasi svenne, si sedette a terra per non perdere conoscenza.

❝ Tu! In piedi! ❞

Urlò un soldato e lui obbedì senza esitare, per terrore.

❝ Stai in riga se non vuoi fare la stessa fine ❞

华美 • huang renjunWhere stories live. Discover now