Cuore in arresto

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Mi chiese se lo amassi. Eravamo in un piccolo bar e fuori pioveva a dirotto, incessantemente, ma sembrava bellissimo. Da dentro, da dietro quelle vetrate e ovunque fossi stata, avrei sempre scelto la pioggia. E avrei sempre scelto lui anche se forse non lo sapeva.

Mi guardava con gli occhi di chi spera ancora, di chi nonostante tutto decide di non arrendersi anche se cerca di negarlo. Soppesai le sue parole, chiedendo a me stessa cosa significassero. Non l'avevo mai saputo.

Ricambiai il suo sguardo e deglutii, mentre il ricordo delle sensazioni che avevo provato tornò come se stesse accadendo tutto di nuovo.

«Ieri sera, mentre tornavo a casa sono rimasta bloccata a causa di un incidente. Era sulla strada che facciamo quasi ogni giorno, e quando ho capito cosa stava succedendo ho sentito qualcosa crescere e divorarmi da dentro: era la paura. Una paura sconfinata, un terrore che non si può spiegare, perché per un attimo ho pensato a te. Ho pensato che se ci fossi stato tu sarebbe stata probabilmente l'ultima volta, che io sarei stata l'ultima persona ad averti visto. Non lo so perché, ma quell'attimo è durato fino a che tu non mi hai chiamata e ho sentito la tua voce dall'altro capo del telefono. A quel punto lo stomaco si è rilassato, e dagli occhi mi è scivolata soltanto una lacrima. Tu non te ne sei accorto, ma è accaduto tutto nella frazione in cui mi sono resa conto che non potevi essere tu, e che stavi bene. Quando mi sono resa conto che eri ancora con me.»

Sorrisi più volte mentre parlai. Sorrisi verso la fine di quell'inizio, quando gli dissi di quella lacrima solitaria che non ero riuscita a bloccare. Lui non sorrideva; mi guardava intensamente e non spostava mai gli occhi dai miei, dalle mie labbra o dal mio volto. Mi aveva sempre guardata nella mia integrità, non tralasciando mai niente sin dalla prima volta. Continuai e sorrisi ancora.

«Non è la prima volta che mi succede; non è la prima volta che la mia testa corre da te. Fugge sempre. Testa, corpo, anima e ogni singolo muscolo fuggono da tutto il resto ogni volta solo per arrivare da te. Sei in ogni cosa che faccio, che penso; sei in ogni mia paura di perderti e non riuscirti più a trovare e sei in ognuna in cui io mi perdo e non riesco a farmi trovare da te.»

Scossi la testa e sentii di nuovo le lacrime formarsi ai lati degli occhi. Questa volta però erano lacrime diverse: racchiudevano tutto quello che sentivo per lui, che quasi mi dilaniava il cuore per quanto mi facesse bene e male allo stesso tempo. Adesso anche lui mi guardava allo stesso modo: mi cercava con ogni cosa che aveva anche se ero di fronte a lui. Io però avevo ancora altro da dirgli, e lui lo sapeva. Dovevo ancora rispondere alla sua domanda.

«E questa sconfinata paura che mi prosciuga ogni volta io non sapevo come chiamarla o interpretarla fino al momento in cui non ho messo da parte quella che ho sempre avuto, un altro tipo di paura. Quella di amare, di innamorarmi e di perdermi a causa di qualcuno che non fossi io. Sono prosciugata da entrambe, ma ogni singolo momento che vivo con te le annulla tutte.»

La pioggia era sempre lì, costante e mai deludente. La guardai per qualche secondo e fu l'unico momento in cui distolsi lo sguardo dal suo. Quando mi voltai anche lui era sempre lì.

Scrollai le spalle, sorrisi anche se le labbra si contraevano verso il basso e con gli occhi pieni di quello da cui ero sempre scappata per la convinzione che avevo che nessuno potesse ricambiarmi. In qualunque forma, in qualunque modo e in qualunque sentimento.

«Quindi sì, sono piuttosto sicura di amarti.»

Come ogni One Shot, anche questa parla da sola, e non c'è bisogno che io dica altro. Spero vi sia piaciuta, nonostante sia un po' più "leggera" e semplice rispetto a quello che scrivo solitamente.

Buon anno e buon tutto,
Chiara

Perdo le paroleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora