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Kira

Proseguo il viaggio sul dorso di Athos. L'unicorno galoppa tra le acque con disinvoltura, muove le zampe come se fosse sulla terraferma e, giunto a ridosso di uno strapiombo, rallenta fino a fermarsi. Siamo sull'orlo di una grande voragine sottomarina all'interno della quale, tra la parete rocciosa, è incastonata una cascata le cui acque scorrono con violenza distinguendosi nettamente da quelle del mare. Lo scenario è surreale e ricco di dettagli, ma non vi è traccia di esseri viventi.
"Athos, hai forse sbagliato strada?" Il rumore della cascata rende il suono della mia voce quasi impercettibile. Athos nitrisce e piegandosi sulle zampe anteriori mi fa comprendere che è giunto il momento di scendere dal suo dorso.

"Va bene, scendo. Forse sei solo stanco."

Non ho il tempo di guardarmi intorno che l'acqua si tinge di un bianco così intenso da non consentirmi di vedere neppure a un palmo dal mio naso e cessa ogni suono. La cosa mi inquieta. Poi una voce ormai familiare echeggia nell'ambiente e mi rassicura.

"Finalmente sei giunta da me."

Queste poche parole sembrano soffiare tra le acque, generando una lieve corrente che mi fa ondeggiare e restituisce limpidezza al mare.

Guardo l'ambiente che mi circonda e giro su me stessa nel tentativo di osservare quante più cose possibili. Mi trovo ai piedi di una imponente scalinata che conduce a un elegante castello. La struttura della fortezza è realizzata interamente in pietra naturale e la sua architettura possiede dei dettagli estetici particolarmente interessanti, come le innumerevoli piante e le minute cascate che abbelliscono le balconate dell'edificio. Nel complesso il castello è perfettamente in sintonia con la natura che mi circonda. Mi attraggono anche i suoni e gli odori di questo ambiente. Il tutto crea un'atmosfera accogliente e romantica, capace di trasmette una grande calma interiore.

"Ti piace?" sussurra la voce maschile che risuona tra le acque.

"È tutto incantevole. Tuttavia, vorrei poter dare un volto alla sua voce." Non riesco a nascondere la mia impazienza.

"Scusami, hai ragione. Lo farò subito. Devi perdonarmi, ma sono molto emozionato. Desideravo che il nostro incontro fosse perfetto. Sono diciassette anni che bramo questo momento."

Continuo a non vedere nessuno. Poi il mastodontico portone del castello si apre leggermente e ne esce un uomo sulla quarantina, piuttosto alto e dal fisico prestante. Indossa un'armatura raffinata e poco ingombrante. Il suo portamento è altezzoso.

L'uomo scende la lunga scalinata fino a raggiungermi e mi scruta in silenzio. Lo osservo anch'io. I capelli castani leggermente lunghi gli danno un'aria sbarazzina, ma il suo sguardo è particolarmente attento e riflessivo. Pone entrambe le mani sull'impugnatura della spada custodita all'interno di un elegante fodero e continua a osservarmi. Poi con apparente disinvoltura spezza il comune imbarazzo. "Benvenuta, Kira. Per me e per il regno di Thot questo giorno è molto importante. È davvero un privilegio rivederti con noi."

"Ha detto che lei è felice di rivedermi? Sicuramente mi sta confondendo con qualcun altro perché non credo di averla mai vista prima di oggi."

L'uomo sembra capire le mie perplessità e cerca di spiegarsi.

"Kira, io sono re Nathan. Governo il regno di Thot. Il regno della saggezza e della sapienza," il suo tono di voce è pacato, "non userò giri di parole per raccontarti ciò che devi sapere. Abbiamo poco tempo a disposizione. Ti sembrerà assurdo, ma tu sei nata in questo castello e qui hai trascorso il tuo primo anno di vita. Sei stata la cosa più bella che mi sia mai capitata." Pronuncia le ultime parole con un tale trasporto emotivo che decido di interromperlo in modo da chiarire subito il malinteso.

Dark Star                                               IL POTERE DELLE ORIGINIWhere stories live. Discover now