1. Remain my reflection.

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Il problema di Abigael era sempre stato uno: pensare troppo.

Il suo cervello sembrava non accontentarsi di vivere la vita come tutte le persone che la circondavano. Era possibile che nessuna di esse si sentisse come lei? Era possibile che per loro, tutta quella perpetua monotonia fosse piacevole? Vedeva i loro occhi brillare; sentiva le loro voci farsi più eccitate nel programmare una nuova serata; o i sorrisi tendersi come se non ne potessero fare a meno, all'annuncio di una nuova serie tv. E lei aveva preso ad imitarli, perché starsene in un angolo da sola - così come la sua vena depressa ed asociale le richiedeva - di certo non avrebbe contribuito al miglioramento della propria vita. Faceva finta che andasse tutto bene, che fosse un periodo passeggero o il semplice effetto della primavera; anche se erano ormai anni che viveva in uno stato di apatia totale. Ma questo le aveva permesso di diventare un'ottima attrice.
Gioiva dei suoi successi universitari, o della vittoria di un contest. Alzava gli occhi al cielo quando le chiedevano del ragazzo con cui era uscita il weekend precedente, illudendosi che non era stata certo colpa sua se questo non l'aveva più richiamata. Mandava avanti una vita sociale più o meno attiva, anche se l'unica cosa che avrebbe voluto sarebbe stata seppellirsi in camera.

Era in quella fase della vita in cui i giorni si susseguono, protagonisti di un'ordinaria routine. Sempre uguali, sempre gli stessi. Talmente monotoni da farle credere di essere rimasta ferma nello stesso secondo per chissà quanto tempo. Faceva le stesse cose, rispondeva alle stesse domande ed ogni giorno, alle dieci e mezza di sera, il pensiero di quanto sarebbe stato più appagante farla finita la sfiorava come una mano amica. C'erano mille modi per farlo, aveva pensato ad ognuno di essi con estrema attenzione, valutandone i pro e i contro.

Tagliarsi le vene sarebbe senz'altro stato molto drammatico e d'effetto, ma era sicura che le mancasse la fermezza per incidersi da sola la pelle fino al punto di non ritorno. Mettersi una corda intorno al collo l'avrebbe fatta agonizzare, così come l'annegamento. Le pillole potevano essere un'ottima alternativa, ma procurarsene abbastanza per causarsi un'overdose non era così semplice.

Alla fine, si addormentava sempre cullata dalla promessa di non risvegliarsi. Promessa che ogni mattina veniva infranta.

***

« Hey, Abi, sei pronta? »

La voce di Mike le arrivò alle orecchie dal fondo dell'aula e, quando voltò lo sguardo, lo trovò fermo sulla soglia ad aspettarla. Ancora non capiva perché continuava a starle appresso. Dopotutto, nonostante i propri sforzi di apparire una persona normale, non era mai stata particolarmente loquace con nessuno, tantomeno con quello strambo ragazzo dai capelli biondi che, di certo, non rientrava nella categoria di appartenenti al genere maschile di cui potersi fidare. Era sempre troppo sorridente, troppo divertito, troppo flirtante. Eppure, in qualche modo, doveva aver catturato la sua attenzione con i propri silenzi e le occhiate furtive. Cosa che le faceva comodo, perché con Mike Turner al proprio fianco nessuno avrebbe avuto il coraggio di infastidirla al campus.
Annuì in sua direzione, finendo di raccogliere i propri appunti nello zaino, prima di caricarselo in spalla e raggiungere il ragazzo. Si limitò a seguirlo fuori, senza accennare l'inizio di una discussione che avrebbe senz'altro riguardato la noia estenuante della lezione di Storia del Cinema appena finita. Non che avesse qualcosa contro quella forma d'arte o quel corso in particolare che, anzi, le aveva permesso di scoprire registi che l'avevano fatta innamorare, ma la professoressa era davvero insostenibile. O almeno, era quello che dicevano tutte le duecentodicassette persone presenti nell'aula. A lei sembrava ugualmente noiosa a tutti gli altri.

« Domani escono i risultati del bando. » Buttò lì, il biondo, mentre si incamminavano verso l'uscita. Ormai aveva imparato a non aspettarsi niente da lei e, puntualmente, era lui il primo a trovare qualcosa di cui parlare.

Mille Gradi di SeparazioneWhere stories live. Discover now