Queen Anne's Revenge

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"Non per gli occhi Amore guarda il mondo,
ma per sua propria rappresentazione,
ed è per ciò che l'alato Cupido
viene dipinto col volto bendato."

-William Shakespeare, Sogno Di Una Notte Di Mezza Estate.

Londra, 1647.

Era presente una spietata freddezza nel vento che, quel giorno, soffiava come ad annunciare l'imminente arrivo dell'autunno. Louis stava passeggiando per il giardino ben curato del palazzo con quella che a breve sarebbe diventata la sua fidanzata. L'aria profumava di fresco, reduce dalla pioggia caduta quella stessa mattina, e la natura sembrava risplendere più del solito. E sebbene il posto fosse interamente composto da architetture e schemi artificiali, c'era qualcosa di rilassante nell'essere circondati da tutto quel verde.

La accompagnatrice del principe avanzava con passi leggiadri e calcolati, la sua schiena ritta grazie al corsetto in grado di mantenere la postura adeguata per una giovane donna. E nonostante il tutto sembrasse artefatto ed inutilmente restrittivo, persino il contatto che gli era permesso di avere con lei –soltanto il tocco delle loro braccia allacciate-, l'atmosfera era bella ed intima.

Il suo disagio, tuttavia, derivava principalmente dalla dama di compagnia della ragazza che li seguiva a pochi passi di distanza, la cui presenza era evidente solo grazie al leggero riecheggiare dei minuscoli sassolini che scricchiolavano sotto i suoi piedi ad ogni rapido passo. Non era come ai vecchi tempi, quando era libero di persuadere El a correre per i giardini a piedi nudi, i vestiti macchiati dall'erba mentre ridevano dei volti inorriditi degli adulti presenti.

Inappropriato, aveva appreso tempo dopo. Indecente.

Pochissime persone si erano fermate a conversare con loro durante la passeggiata, lasciandogli tempo di contemplare le deliziose aiuole che affiancavano i sentieri geometrici attorno alla fontana bianca, seppur leggermente scolorita, che dava vita ad un gradevole zampillio d'acqua al centro del giardino. Dozzine di fiori variopinti sui quali erano ancora presenti rimasugli di sfumature tipiche dell'estate, erano rivolti verso le scale che portavano all'ingresso della tenuta. Un giardiniere si inchinò precipitosamente non appena scorse il principe e la sua amabile accompagnatrice oltrepassare la siepe rotondeggiante che aveva appena finito di potare con cura.

"Mi piacciono molto quei gigli," osservò Eleanor, indicando i fiori aranciati. Nonostante Louis dubitasse delle sue conoscenze in fatto di piante e alberi, lei era di certo molto desiderosa di evidenziare quale fosse il fiore più bello –e più francese. Era diventato frastornante starle dietro, per questo sospirò sollevato nello scorgere la fine dello stretto passaggio che portava al sentiero principale. "Mi ricordano del pizzo francese che ho fatto cucire sul mio nuovo abito. Amerei che lo vedeste, Louis."

Il principe mormorò vago. "Oh, si. Mi aspetto di vederlo al ballo organizzato per la stagione del raccolto. L'arancione è uno dei miei colori preferiti, come il tramonto."

Lo disse in modo quasi forzatamente educato; le parole sembrarono rigide solo a se stesso, tuttavia, essendo fuoriuscite da labbra addestrate a dar voce a triviali desideri ed a piacevolezze quotidiane in modo impeccabile. Louis ritrovò un briciolo di vigore soltanto alla vista dell'imponente palazzo a pochi metri da loro.

La tenuta del palazzo di Hampton Court era uno spettacolo per gli occhi: il distinto contrasto tra stili architettonici, i mattoni rosa, e le basse ali simmetriche del palazzo baciate dal raro ma ben accetto sole. A causa dell'avidità di suo nonno, l'edificio era stato costruito in modo da emulare Versailles, ma l'unica cosa in grado di colpire Louis era stata il giardino –forse perché era l'unico posto a non essere racchiuso tra quattro mura.

LibertèWhere stories live. Discover now