Libertè

A Blade Of Crimson

"Le mie conoscenze in fatto di vela sono quasi nulle, Signore..."

Il tono di Louis si indebolì. Alcune abitudini erano difficili da abbandonare, incluso il modo più appropriato con il quale rivolgersi a qualcuno. Eppure era difficile pensare ai pirati in quel modo. A Payne, il timoniere, era stato affidato il compito di scoprire i talenti di Louis -per quanto ben nascosti o inesistenti. Il principe, che non aveva mai visto una tale quantità di acque libere in tutta la sua vita, si sporse precariamente oltre la ringhiera -era dell'altezza perfetta per potervi poggiare i gomiti- e si godette il vento a scompigliargli la frangia. Gli occhi di Liam scintillarono nel notare la meraviglia del ragazzo per cose che a lui sembravano così semplici.

"Oh, beh, non è mai troppo tardi per imparare. Venite da Londra, giusto? Parlate l'inglese di Sua Maestà. Come ci siete finito nel bel mezzo della baia di Biscaglia?"

Se Louis fu sorpreso dalla raffica di domande, non lo diede a vedere. Al contrario, continuò a tenersi stretto alla ringhiera godendosi il sole a riscaldargli le guance ed a colorare il retro delle sue palpebre di un luminoso rossastro.

"Volevo vedere il mondo," sussurrò al vento, come a confessare un segreto.

Non si aspettava di certo che i pirati fossero così. Il principe aveva potuto osservare soltanto schizzi grezzi ed incisioni che li rappresentavano con bende agli occhi, barbe lunghe e gambe di legno. Queste persone, tuttavia, non corrispondevano affatto a quella descrizione. Louis non sapeva se fosse stato ingannato in precedenza o se lo stessero ingannando in quel momento. Preferì credere alla prima; quegli uomini lo avevano salvato da morte certa, dopotutto.

Una risata familiare lo riscosse dai suoi pensieri. "Ci sono modi molto più sicuri per farlo, amico. Cosa cercavate di fare? Nuotare dalle Colonie alla Francia?"

Louis brontolò contrariato. Non gli andava a genio essere considerato un idiota, ma in quel momento non poteva fare altro che sentirsi tale. Gli erano stati dati in prestito degli indumenti troppo grandi per lui. I pantaloni erano supportati da una semplice corda che aveva avvolto in vita, mentre la casacca era di diverse taglie più grande della sua figura minuta ed era stato costretto ad arrotolare le maniche fino ai gomiti. Non c'era molto da fare, invece, per lo scollo che continuava a scivolargli oltre la spalla, esponendo le clavicole. Tuttavia, non poteva che considerarlo un miglioramento rispetto ai sottili indumenti da notte che indossava quando era stato portato a bordo.

La risata che aveva appena sentito apparteneva a Niall, scomparso in precedenza sottocoperta, in cucina. Era tornato con del cibo, una ciotola di legno in equilibrio nella mano destra ed un pezzo di pane nell'altra; li trasportava con orgoglio, come se quello fosse un pasto per cui valeva la pena morire.

"Mi scuso. So che non è ciò che mangiate di solito a Londra, ma è il meglio che voi possiate avere in mare," si vantò. "Siete fortunato. Siamo appena tornati dalla terraferma. Rifornimento... scambi... intrattenimento con compagnie piacevoli." Il biondo gli rivolse un sorrisetto raggiante. "Non le avete mai provate, vero? Fidatevi di me, non avete vissuto per davvero fino a quando non avete passato la notte con una di loro. "

Payne ebbe compassione dell'espressione inorridita del castano e mandò via un Niall ridacchiante, ricominciando con l'interrogatorio mentre Louis era intento a rimpinzarsi. Il pane era asciutto, ma il principe era rimasto senza cibo abbastanza a lungo da sapere di non essere nella posizione per potersi lamentarsi -almeno aveva la zuppa ad aiutarlo a ingoiare le parti più croccanti.

"Perdonatelo. Niall è il cuoco," disse Payne, indicando il biondo che al momento cercava di introdurre di nascosto una bottiglia di rum sottocoperta. "È irlandese, in caso non lo aveste già intuito. Sono convinto che sua madre abbia bevuto un bicchiere di whisky prima di metterlo al mondo, da lì è stata tutta una discesa."