Cap3

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Ho pubblicato con largo anticipo, sono davvero presa da questa storia quindi chiedo venia se finirete col ritrovarvi aggiornamenti uno dopo l'altro...inoltre spero di poter realizzare almeno un disegno digital con Elery e Zamasu visto che con il tradizionale non sono proprio il massimo...sempre lavoro e tempo permettendo....buona lettura


Nuovamente immersa in un sonno profondo, dopo una lunga fatica per potersi riaddormentare, la ragazza si ritrovò ancora in quel luogo immerso dal verde e del tutto incontaminato. Una pioggia di ciliegi l'avvolse, e...

"Elery!"

Voltò velocemente lo sguardo incontrando nuovamente un anziano molto simile d'aspetto a Zamasu anche se, a differenza del giovane, costui aveva un'aria più serena. Istintivamente Elery pronunciò il suo nome, come se lo conoscesse da sempre.
"Sommo Gowasu?"
Il maestro sorrise appena. "Grazie per aver realizzato quel desiderio al posto mio!"
"Siete stato voi a parlarmi?"
Alla rossa venne spontaneo mostrare verso quella figura un certo rispetto, chinando appena il capo in sua presenza. Egli ne fu ben compiaciuto e le fece cenno di ricomporsi.
"Alza il volto, ragazza. Ho bisogno di chiederti qualcosa di più importante, stavolta."
I suoi lunghi capelli vennero smossi appena dal vento e qualche petalo si impigliò tra essi.
"Ti va di prendere del tè?"

Quando osservò l'anziano Kaioshin dinanzi a sé sorseggiare quella bevanda, Elery si sentì lievemente a disagio, ma rimase comunque in silenzio per poterlo ascoltare.
"Zamasu ha sempre avuto degli strani pensieri sul genere vivente e io, come uno sciocco, ho sempre creduto di poterlo in qualche modo salvare dai suoi vaneggiamenti. Avrebbe dovuto essere il mio successore... ma so che, tu, già conosci ogni cosa: ormai noi due abbiamo un diretto contatto mentale. Anche se, è vero: un essere superiore non dovrebbe fare simili cose..."
Sorseggiò ancora, prima di proseguire.
"Ma una parte di me non ha mai smesso di pensare al mio giovane allievo, e in cuor mio sono certo che in lui esista anche la più piccola e remota possibilità di redimersi... e ne sono convinto: solo un umano dal cuore puro potrebbe riaccendere in lui quella scintilla ormai spenta!"
Il maestro alzò gli occhi scuri per incrociare quelli verde acqua della ragazza dinanzi a sé, facendole intendere al volo cosa intendesse con le sue parole.
"Ma io... come potrei mai?" chiese Elery con voce tremante. "Con tutto il rispetto... non credo di essere all'altezza di un compito tanto importante... Perché proprio io?"
Il Kaioshin poggiò in modo perfetto la tazza bianca sul proprio piattino, e chiuse lentamente gli occhi.
"Perché anche la prima volta che tu e lui vi siete incontrati sei riuscita in qualche modo a frenare in lui quella voglia di potere... per quanto Zamasu stesso non lo accettasse. Una breve frazione di secondo che è riuscita quasi a persuaderlo dall'idea di ucciderti... benché infine io sia dovuto intervenire personalmente!"
"A cosa si riferisce?" chiese la ragazza.
"Due anni fa, Elery... Ricordi quel dirupo?"
A quelle ultime due parole, improvvisamente delle immagini veloci passarono nella mente di Elery come ricordi confusi, mostrandole Zamasu spingerla in quel baratro senza fondo e il maestro Gowasu salvarla subito dopo.
"Io... io ho dei ricordi confusi!"
"È normale ragazza mia: quel giorno io e Zamasu stavamo osservando l'andamento del genere umano, ma lui insistette nel dover intervenire su qualcosa che non gli era concesso. Glielo dissi più volte che interferire con l'andamento delle cose non era compito di noi Kaioshin... ma non ha mai voluto ascoltarmi! Ancora adesso me ne domando il motivo: riponevo molta fiducia in lui... ma non devi preoccuparti quando sarà ora anche quel ricordo frastagliato ti sarà chiaro. Io stesso intervenni per cancellare la tua memoria, perché a nessun umano è concesso vedere un Kaioshin se non per situazioni estreme. Stranamente ci venne concesso, grazie all'aiuto del supremo Kaioshin del settimo universo, di esplorare anche questo strano pianeta non rientrante nell'universo dieci da cui io e il mio ex discepolo proveniamo..."
La giovane poggiò appena le mani sulla tazzina deglutendo.
"Ma non devi temere: sono stato io a volere tutto ciò, e qual ora dovessi pagarne le conseguenze sarò io stesso a vedermela con il sommo Zeno!"
"Potrebbero farle del male?!" Elery si preoccupò per l'incolumità dell'anziano, e di fronte alla sua reazione egli sorrise compiaciuto.
"Proprio come immaginavo. Sei davvero un essere puro! Non devi temere per me: l'unica cosa che desidero è che il mio vecchio discepolo possa avere una seconda opportunità... Allora, Elery: sei disposta ad aiutarmi?"
Gowasu osservò il liquido in cui, nel frattempo, era caduto un petalo di ciliegio assumendo sfumature rossastre.
"Non devi temere per la tua incolumità, Zamasu non potrà nuocerti in alcun modo. Perdona il mio egoismo: dovrei essere io stesso ad intervenire... Ma sappi che ogni notte sarò qui a consigliarti per far sì che ogni cosa vada bene.
Inoltre ti chiedo di non assecondare mai le sue folli idee di giustizia! So di poter contare su di te, so che gli mostrerai realmente come non tutti gli umani possano essere uguali ma possano avere un cuore proprio come te!"
Elery alzò lentamente lo sguardo verso di lui, che istintivamente sorrise e disse: "Sei sempre stata molto sola vero? So che in cuor tuo desideri che nessuno possa sentirsi così, come te..."
Lei annuì: egli doveva davvero essere un essere superiore per conoscerla così bene.
"Ti ho osservato come ogni altra creatura e hai attirato la mia attenzione sin da quel momento, benché non facessi parte del decimo universo: il sommo Kaioshin me lo permise di buon grado..."
Così come il Gran Sacerdote che come sempre riuscì a intercedere con il sommo Zeno... e mi chiedo ancora come mai...
"Ripongo molta fiducia in te. Stavolta, spero di non sbagliarmi..."
"Io..."
Gli occhi di Elery si inumidirono, avvertendo il peso di quel difficile compito che la stava attendendo: se avesse fallito, anche il maestro ne avrebbe pagato le conseguenze... e sarebbe stata solo colpa sua.
"Proverò... proverò ad aiutarla, sommo Gowasu!"
L'anziano sorrise nuovamente. "Ti ringrazio Elery e, come ti ho già detto, io sarò sempre con te: non devi preoccuparti di nulla! E ora, che ne dici di goderci questo tè assieme?"
Lei acconsentì ma, prima che potesse assaporarlo, riaprì nuovamente gli occhi ritrovandosi nella sua stanza. La prima cosa che focalizzò fu ancora quell'orecchino sul suo comodino. Questa volta non ebbe esitazioni: lo prese velocemente portandoselo al lobo dell'orecchio.

Sommo Gowasu, farò il possibile. Per quanto tutta questa storia possa sembrare assurda cercherò di fare del mio meglio... anche ciò che desidero fare per migliorare l'ambiente di questo pianeta. D'altronde potrebbe sembrare un'utopia, ma voglio almeno provarci... quindi, perché non cominciare da questo... Sì, proverò a far... ah!

La giovane sentì qualcosa premere sul suo lobo, e delle gocce di sangue sfiorarle il volto fino a toccare le lenzuola che la stavano ricoprendo sulle gambe.
"Così almeno eviterai gesti come quello di ieri!"
Come era prevedibile, Zamasu si era nuovamente materializzato... non senza delle spiacevoli conseguenze. Egli sentenziò quelle parole allontanando la mano dal volto della giovane che subito dopo tocco l'orecchino, ma con un sorriso maligno l'ex candidato Kaioshin fece segno di "no" con il dito.
"Eh, no! Non credo sarà così semplice: devi sapere che, una volta che il sangue di un mortale si mescola con un oggetto di un essere supremo, sarà impossibile toglierlo... a meno che tu non voglia lacerarti le carni!"
... Accidenti!
Elery si sentì alle strette. "Oh, no! Quindi tu..."
"Esatto! Resterò qui e tu non potrai farci nulla! Allora... hai avuto modo di riflettere sulla mia proposta? Mi auguro di sì..."
La ragazza rimase in silenzio prima di rispondergli. Se continuo a negargli il mio aiuto, non riuscirò a cambiare il suo punto di vista... e continueremo a venirci inevitabilmente contro...
"Ho riflettuto..."
"Molto bene. E la tua conclusione?"
"Credo... che dovrei conoscere meglio colui che deciderà di divenire il futuro supremo dell'universo. Quindi... prenderò la mia decisione solo una volta che avrò saputo tutto di te!"
Zamasu spalancò gli occhi: di certo non si aspettava una risposta del genere. "Ma che razza di ragionamento è? Tsk... certo: in fondo, cosa dovevo aspettarmi da un essere inferiore?"
Elery gli si avvicinò irruenta. "Cominci già male! Ti conviene non continuare ad offendermi se ci tieni davvero al mio aiuto!" E, come era ovvio, così lo fece innervosire per un tale comportamento dinanzi alla sua figura.
"Maledetta terrestre! Come osi?"
Vedendo che la ragazza non stesse cambiando espressione, Zamasu si rassegnò. D'altronde non aveva molta scelta: doveva collaborare con lei se voleva portare a termine il suo piano.
"... E va bene! Faremo come vuoi!"
Elery sorrise appena a quella risposta. "Dici davvero?!"
Sì... ovvio. Una volta raggiunto il mio scopo la toglierò di mezzo proprio come tutto il resto degli esseri viventi... "Ma certo... Però vedi di portarmi rispetto, chiaro?!"
"L'importante è che tu faccia lo stesso!"
"Osi darmi ordini? Uff..." Per quanto detesti una cosa simile, non mi resta altro da fare. Maledetto essere inferiore... pagherai per tutti gli affronti che mi stai facendo: una volta raggiunto il mio obiettivo sarai la prima ad essere cancellata!
La ragazza osservò la sveglia riposta sul comodino, e notò che erano le 7:30 del mattino.
"Oh no... è tardissimo! È il mio giorno settimanale libero e non voglio assolutamente perdere il mio corso di geologia! A breve ci sarà l'esame!"
Così, si infilò velocemente nel bagno chiudendo la porta, per poi uscire di nuovo qualche secondo dopo, guardando Zamasu con attenzione. "E tu... non ti azzardare ad entrare!"
"Credi davvero che mi interessi la visione del tuo insulso corpo da mortale?"
"Beh... meglio così!"
Elery richiuse la porta e lasciò scorrere l'acqua, mentre Zamasu cominciava a pianificare tra sé e sé una strategia alternativa a quella di Black Goku che, prima di essere eliminato, stava già progettando.

Se sono ancora tutti qui, immagino di non essere riuscito a sterminare tutti gli esseri viventi e a riportare la pace in questo mondo. Dovrò rivedere i miei piani... una volta ottenuta l'immortalità penserò bene ai due desideri da esprimere presso il drago Shenron terrestre.
Stavolta non fallirò!




_______

Un'ora dopo i due erano giunti nei pressi dell'università di Elery. La lezione stava per avere inizio e, fortunatamente, la maggior parte degli studenti erano già entrati nell'edificio: per questo, la ragazza riuscì a rivolgersi a Zamasu senza destare sospetti.
"Ti prego di non parlarmi quando saremo lì: non voglio che i miei compagni mi prendano per pazza!"
"Per quanto tu non dimostri già un buon grado di follia..."
Lei lo fulminò per quel commento, ma l'essere supremo guardò dinanzi a sé socchiudendo gli occhi. "Detesto questa situazione!"
"Sai, Zamasu, dovresti imparare a goderti di più la bellezza di questo pianeta..."
"Ah, sì? E sentiamo: dove sarebbe questa bellezza?"
"Potresti semplicemente provare a guardarti intorno!"
"Tutto ciò che vedo è l'orrore creato da menti folli come le vostre!"
Elery sospirò nuovamente. Mi sa che sarà più dura del previsto...
Entrati anche loro in aula, la ragazza prese posto tra le ultime file. Elery non era mai stata socievole: era molto discreta rispetto ai suoi compagni che parlavano tra di loro.
Gettò di tanto in tanto lo sguardo verso Zamasu che le stava di spalle, mentre osservava e ascoltava con uno strano interesse ciò che il suo professore stava illustrando sulla natura incontaminata del pianeta. La rossa poté intravedere un lieve sorriso scorgersi tra le sue labbra.
Sembra che gli piaccia... forse...
Ma quel sorriso non durò molto: cambiò all'istante quando il professore mostrò delle slide inerenti al cambiamento dovuto al riscaldamento globale. Zamasu si indignò così tanto che digrignò i denti sentendo una rabbia sempre più crescente dentro di sé.

"Stolti umani! Hanno distrutto tutto... tutto!"

La giovane si alzò improvvisamente in piedi prendendolo per mano e correndo fuori verso il piccolo giardino alle spalle della struttura. Appena arrivati in tal luogo, l'essere superiore si liberò da quella presa non voluta.
"Ti avevo detto che non voglio nessun contatto con voi feccia!"
"Hai ragione!"
"Hm?"
Quelle parole le erano uscite senza pensarci. Elery notò che Zamasu era rimasto di spalle con il capo chino, anche se di certo la sua risposta aveva attirato la sua attenzione.
"È davvero orribile ciò che sta facendo l'uomo..." proseguì la ragazza.
"Imperdonabile, oserei dire! Ecco perché devo..."
"Ma perché..." lo interruppe, non riuscendo a capire il perché di tanto odio, nonostante in fondo fosse d'accordo con lui sul comportamento dell'umanità. "Perché vuoi condannarci tutti?!"
"Che domanda sciocca! Da umani nascono altri umani... e solo un essere supremo come me sa quanto deviate possano essere le vostre menti!"
"Ma io... almeno io, non sono così!"
Elery si voltò verso di lui con gli occhi lucidi. "Ho sempre lottato per far sì che l'uomo si redimesse da ciò... ma non è facile convincere miliardi di persone!"
"Ecco perché bisogna sterminarle!"
"Non si può essere così estremi: sarebbe troppo facile!"
"Quando non c'è rimedio è l'unica via..."
La rossa si asciugò le lacrime, ormai in procinto di uscire. Avrebbe voluto convincerlo a desistere dal suo scopo... ma come?
"Smettila! Non crederai di convincermi con le tue sciocche lagne?!"
"... Però... dammi almeno la possibilità di farlo. Ti chiedo solo una settimana: se non ce la farò... allora..."
Lui sghignazzò appena a quella proposta. "Ti arrenderai al mio volere?"
Lei esitò, ma lui non le diede neanche il tempo di rispondere. "Ci sto: mi sembra un'ottima merce di scambio!" Perdi già in partenza, sciocca umana...
"Grazie..."
"Hm?"
Lentamente Elery sollevò il volto verso di lui mostrandogli un sorriso gentile... lo stesso che, senza ancora ricordarsene, gli aveva mostrato anni prima, in una situazione del tutto diversa.
"Grazie... Zamasu!"

Ma... questa umana...

Per qualche strana ragione, Zamasu non riusciva a sopportare quell'espressione tanto sincera e pura. Non era la prima volta che la guardava... ma, in quel momento, percepì una fastidiosa sensazione all'altezza del suo cuore: era quasi insopportabile, e per questo distolse subito lo sguardo dalla ragazza.
"Smettila! Non osare guardarmi così! Torna a studiare la tua sciocca geologia, piuttosto!"
"Hai ragione! Altrimenti non potrò salvare il pianeta... e te!"
"Io non ho bisogno di essere salvato da nessuno, né tantomeno da..."
Ma Zamasu si interruppe: la vide correre via e lentamente prese a camminare verso la sua stessa direzione, portandosi le mani dietro la schiena con il suo solito fare. Purtroppo, a causa di quel legame forzato con il potara che Shenron gli aveva imposto, non avrebbe potuto starle alla larga come desiderava e curare i propri interessi senza essere infastidito, dovendo forzatamente subire tutti gli eventi che accadevano intorno a quell'essere, ai sui occhi, tanto inferiore.

... Non la sopporto!





Sulla strada del ritorno Elery era di nuovo sorridente e Zamasu continuava a stare al suo fianco, purtroppo per lui contro il suo volere, senza degnarla di uno sguardo. Il sole era in procinto di calare.
"È la prima volta che non faccio la strada da sola... In un certo senso questo mi rende felice, sai?"
Lui aggrottò appena le sopracciglia continuando a guardare dinanzi a sé, mentre levitava a mezz'aria. "Anche domani dovrò subire questa seccatura?"
Lei gli sorrise ancora. "Domani dovrò andare da Bulma... quindi ti prego di fare come oggi!"
"Vedo che cominci a trattarmi come merito... Se mi pregherai più spesso potrei anche accettare un minimo di ciò che chiedi!"
"Beh, lo stai facendo ugualmente: così mi va più che bene..."
"Sono obbligato da questa seccante situazione!"
Stranamente, la rossa non riuscì più a prendersela come molte ore prima: stava quasi cominciando a gradire davvero avere qualcuno con cui dialogare... al contrario di Zamasu, che quella notte non fece altro che rimuginare sul suo piano e di come potesse attuarlo al meglio.
Mancavano solo sei giorni, e lui era certo che avrebbe ottenuto ciò che voleva.




_______

"Da brava, Bra: lascia che ti cambi!"
"Ahahah!"
Zamasu osservò appena Elery cambiare alla piccola un disgustoso pannolino, che subito dopo venne lanciato alle sue spalle.
"Vedi di centrare meglio la mira, dannata um..."
Ma lei gli fece subito segno di zittirsi con il dito, per poi indicare il suo canestro perfetto nel cestino dei pannolini.
Continuo a non sopportarla...
Quando riuscì a metterla finalmente a letto, la ragazza aprì appena la finestra per prendere una boccata d'aria. Si trovavano in uno dei tanti piccoli salottini della grande casa, e lei assaporò il profumo che proveniva da una giornata di pioggia appena placata.
"Adoro questo profumo..."
Nel voltarsi verso Zamasu, Elery notò che invece egli sembrava essere rivolto verso una direzione ben precisa: il lato della stanza dove vi era il lettino della piccola.
"Cosa stai guardando?" gli chiese incuriosita.
"C'è un saiyan qui?"
Un'aura molto simile a quella di Goku.... anzi, più di una... constatò lui nell'osservare appena la bimba dormiente.
"Beh... qui vive la signora Brief, con i suoi genitori e la sua famiglia..."

Tutti saiyan?
... Così il mio piano si complica... Possibile che anche loro siano intervenuti in passato per sconfiggermi? Dovrò rivedere del tutto le mie strategie...

"Non è carinissima?" riprese la ragazza nell'osservare la piccola Bra rannicchiata nel suo lettino.
"Tsè..."
"Non puoi giudicare senza guardare!"
Zamasu gettò appena lo sguardo sulla culla, per poi voltare le spalle. "Bene: ora ho guardato!"
Elery prese forzatamente il volto di Zamasu per far sì che la osservasse, guardandolo con fare molto canzonatorio. "Noooo, tu devi!"
Ma egli le scostò forzatamente la mano. "Osi toccare così il volto di un essere a te superiore?"
Per poco la piccola non si mise a piangere: nel dire quelle parole, Zamasu aveva alzato la voce, infastidendo così Bra.
"Oh, no: se si sveglia non si riaddormenterà più..."
Elery la prese velocemente tra le braccia canticchiando una lieve canzone e, chiudendo poco dopo gli occhi, anche lei si lasciò trasportare da quella melodia.
L'essere superiore dapprima fu completamente disinteressato. Poi, udì meglio le sue parole... e ne venne come attratto: parlavano dei suoi stessi ideali di bellezza.
Le sue labbra si schiusero appena e portò velocemente le mani dietro le spalle distanziandosi un po' da lei ma rimanendo ad ascoltarla, quasi quelle note avessero placato l'ira di qualche istante prima; decise poco dopo di gettarle un fugace sguardo e fu ancora colpito da quell'espressione così pura e un sorriso che proprio non riusciva a cancellare dalla sua mente.

Ancora quella sensazione. Ma perché?

Questa volta sembrava essere più forte della prima. Zamasu non riusciva più a sopportarla: era come se distorcesse completamente il suo pensiero.
"Taci, umana!"
"Eh?"
La rossa rimise velocemente la bimba nella culla ormai del tutto assopita, poi si voltò verso Zamasu. Aveva lo sguardo chino ma poteva ben immaginare quale espressione avesse assunto, e ne fu mortificata. Sapeva che continuando così sarebbe riuscita ad ottenere ben poco.
Ripensò alla sua chiacchierata della notte prima con Gowasu che le aveva semplicemente consigliato:

"Sii te stessa... Proprio come in quel giorno."

Quel giorno... ma i miei ricordi sono ancora tutti frammentati... Come posso?!

Elery venne distolta dai suoi pensieri non appena ricevette una telefonata sul suo cellulare.
"Ah! Sì, pronto? Come dice? Domani.... Ma... ma certo mi piacerebbe tantissimo! Allora ci vediamo alle 20:00, la ringrazio per avermi chiamata!"
Zamasu voltò appena lo sguardo, nuovamente pacato, su di lei che osservò entusiasta l'apparecchio e disse: "Potrò esibirmi in quel locale, sono davvero felice..."
"Uff, altre seccature terrestri in arrivo..." commentò lui per nulla entusiasta dalla situazione che lo stava aspettando.

Qualche ora dopo, Elery riuscì a seguire il corso di biologia, nel corso del quale anche Zamasu rimase attentamente assieme a lei ad ascoltare: non ne sembrava particolarmente felice come quello di Geologia, ma in qual modo dovette adattarsi. D'altronde ciò che davvero gli interessava era che quella settimana terminasse al più presto, in modo tale da poter finalmente realizzare il suo piano.
Poco dopo una ragazza che le era stata tutto il tempo di fianco le rivolse la parola, vedendola scansarsi un ciuffo e mostrare inconsciamente l'orecchino.
"È davvero bello! Dovrai dirmi dove lo hai preso!"
"Eh?"
La rossa fu imbarazzata nel sentirsi rivolgere la parola: non accadeva molto spesso e, per questo, una sorta di agitazione l'avvolse. Prese un respiro profondo e le rispose, cercando di essere quanto più cordiale possibile nei suoi confronti: "Cosa?"
"Questo!" rispose l'altra, indicando l'orecchino che Elery stava indossando. "Mi piace un sacco: ti sta molto bene!"
Elery ne fu contenta: mai prima di allora aveva ricevuto un complimento dai suoi compagni di università. "Questo orecchino? Mi dispiace, non so dirti: a dire il vero è un regalo, e non credo sia facilmente reperibile..."
"Ah, capisco!"
La ragazza ne fu un po' delusa ma, pochi secondi dopo, tese la mano alla rossa e disse sorridendo: "Beh, storia dell'orecchino a parte... io mi chiamo Letel: tanto piacere! Mi sono trasferita da poco, ma ho notato che tu sei sempre in disparte a studiare, diversamente dagli altri che sembrano essere poco interessati alle lezioni. Ho pensato che, forse, potresti darmi una mano con lo studio: cosa ne dici?"
Elery arrossì e sorrise: quella giovane era davvero la prima persona che le stava mostrando un aperto interesse nei suoi confronti. "Ciao, sono Elery! Per me va bene: se vuoi... a fine lezione posso aiutarti con quello che ti serve!"
Le strinse la mano timidamente. Pensò che, forse, dopo tre anni di università finalmente aveva trovato la sua prima amica.




_______

Due ore dopo, Elery tornò a ripercorrere la strada del ritorno assieme a Zamasu che era stato taciturno per tutto il tempo, in particolar modo quando lei aveva deciso di chiacchierare assieme alla sua nuova amica.
"Sei stato molto gentile a non parlare... Ti ringrazio."
"Di certo non avevo voglia di intromettermi in discorsi tanto insulsi..."
"Beh: comunque è grazie a te se oggi ho fatto una nuova amicizia..."
"E cosa diavolo avrei fatto?"
"Se non fosse stato per il tuo orecchino direi proprio che avrei concluso ben poco... no?"
"Tsk! Terrestri...."
Zamasu dovette scostare nuovamente lo sguardo altrove quando la vide sorridere. Era già la terza volta che aveva avuto quella sensazione nel giro di poche ore: proprio non riusciva a gettare le sue iridi sul volto di lei quando mostrava quella espressione, quasi lo indebolisse interiormente, e nel frattempo era diventato abbastanza insopportabile anche il sol pensarlo.
"Devo sbrigarmi o arriverò tardi al locale per l'esibizione!"
"Per quanto davvero poco mi interessi... è davvero necessario tutto ciò?"
Circa cinque minuti prima, la ragazza aveva raccontato a Zamasu della sua prossima tappa dopo l'università. Quel giorno non sarebbe tornata a casa ma, anzi, avrebbe fatto qualcosa di diverso: esibirsi di fronte ad altre persone. Lei amava molto la musica, e il suo sogno era quello di riuscire a portare il suo messaggio attraverso un semplice mezzo: quello del canto.
"Assolutamente! Non sai da quanto desideri suonare per un pubblico! Esternar loro ciò che desidero... il mio sogno..."
Come se le parole avessero risolto qualsiasi problema nell'universo... ed io ne so qualcosa.
Zamasu non le chiese di più essendo totalmente disinteressato all'argomento, ma comunque costretto di malavoglia a seguirla.

Save my SoulWhere stories live. Discover now