17. Zayn

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ZAYN's POV

Ce ne abbiamo messo di tempo ad arrivare... un incapace: quel pilota era un incapace.

"Steven atterra là." ordinai all'imbecille ai comandi del mio elicottero.

"Signore non è possibile, gli alberi sono troppo fitti." osò contraddirmi.

"Steven dimmi: qual'è il tuo compito?" chiesi con fare minaccioso.

"Portarla dovunque lei voglia, signore." la voce iniziò a tremargli.

"E allora perché non sono ancora a terra, nel mio locale preferito, a gustarmi un Margarita? Brutto pezzo di deficiente."

"Sono desolato signore, ma non posso farla atterrare."  La rabbia si stava accendendo in me come un fuoco. Continuando a importunarmi, il ragazzino non si rese conto di quanto fossi furioso.

In un impeto di furia, attorcigliai la cintura di sicurezza attorno al collo dell'incapace pilota, fino a soffocarlo, senza che neanche le sue mani mi impedissero di porre fine alla sua inutile vita.

Una delle spie dell'elicottero si accese e prese a lampeggiare e suonare in maniera piuttosto fastidiosa. Poco prima che il velivolo si schiantasse contro una montagna, afferrai i comandi e li tirai verso il basso con tutta la mia forza, in modo da riprendere quota. Mi misi le sue cuffie e virai verso il locale dell'incontro.

"Chi fa da sè, fa per tre" dissi a me stesso. Non c'era niente di più vero.

✨🍪✨

AMERICA's POV

Il sottomarino era completamente in subbuglio. I ragazzi correvano di qua e di là, mentre io ed Harry li guardavamo con aria divertita ma spaventata allo stesso tempo; almeno per quanto riguardava me: Harry era impassibile.

Un avviso dagli altoparlanti del mezzo navale, talmente forte da produrre un sibilo acuto, rese tutti immobili e li destò da qualsiasi compito stessero svolgendo.

"Il sottomarino si fermerà al molo di La Havana tra esattamente 9 minuti."

I ragazzi, pur avendo completato i vari compiti che si erano assegnati, rimanevano comunque in preda all'ansia per l'arrivo del loro diabolico capo.

Calum prese la parola:"Ragazzi non c'è che preoccuparsi, Mr. Malik si fida di noi, altrimenti non saremmo in vita, quindi possiamo stare tranquilli."

Tecnicamente, mio fratello non ci aveva ancora conosciuti, quindi questo Voucher di sicurezza non valeva anche per me ed Harry, ma non Dissi niente.

Harry si avvicinò a me e mi sussurrò nell'orecchio:" non farti addolcire da quello che ti ho detto ieri; tu sei qui per compiere la tua missione, in cambio di libertà, niente di più. Svolgi il tuo compito e potrai andartene."

Quelle parole mi ferirono terribilmente, anche se aveva tutto il diritto di pronunciarle. Io non sono nessuno per lui, solo una garanzia.
Nel profondo di me però, sentii comunque un vuoto quando uscirono dalla sua bocca tremendamente invitante.

Ashton interruppe il pericoloso scambio di sguardi indicandoci la camera a pressione del sottomarino, dalla quale entrammo io e il riccio qualche giorno prima.

"Ragazzi preparatevi, siamo pronti ad uscire." Ci invitò ad entrare nell'anticamera.
Dopo poco vidi il biondo sparire dietro una porta scorrevole di metallo. Una luce sul muro si illuminò di rosso. Quando tornò verde, entrai io, precedendo Harry.

Il sistema chiedeva di scrivere il proprio nome in codice binario e purtroppo non ero molto informata in proposito. Harry, accortosi che stavo impiegando troppo tempo per liberare la stanza, premette un pulsante  ed aprì le porte, entrando con me, con un espressione corrucciata.

THE SPY || How can we handle this? [h.s.]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora