Chapitre 4

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Marylin schioccò le dita, osservando la lista che aveva fatto e cercando un filo comune agli attacchi che erano avvenuti a Parigi: il primo attacco era stato poco dopo aver consegnato i Miraculous e aveva quasi tirato un sospiro di sollievo per aver trovato sei persone adatte in tempo. Certo, questo fino a quando i sei geni non avevano distrutto parte di Notre-Dame ed era stato in quel momento che aveva pensato che, forse, non aveva fatto una scelta proprio ottimale.

Ma aveva voluto dargli il beneficio del dubbio e aveva atteso il secondo attacco, ritrovandosi con l'Arc de Triomphe ridotto in cenere da quel deficiente: dio, ma perché aveva voluto affidarsi al proprio sangue? Perché?

Sapeva benissimo quanto coglione poteva essere e lei cosa fa? Gli affida un Miraculous.

E, se era per questo, cominciava a domandarsi perché ne avesse dato uno anche a quell'altro demente, quel damerino con la tendenza a farsi qualsiasi essere femminile che incontrava. Beh, in quel caso poteva dire che era rimasta impressionata dal didietro che aveva visto, stretto in un paio di jeans e aveva pensato con altre parti, piuttosto che con la testa.

«Basta, Marylin, basta. Hai altro a cui pensare, ovvero i nemici. Ecco. Non stare a pensare a quel damerino con il culo da favola e degli addominali da urlo» bofonchiò, dando un'occhiata al numero di Vogue aperto sul tavolo; strinse le labbra, avvicinando il giornale e leggendo velocemente le righe che facevano da contorno alla foto del modello in completo nero: a quanto pareva, entro breve, ci sarebbe stato un galà all'Hotel Du Collectionneur.

Marylin si lasciò andare contro lo schienale della poltrona, poggiando i talloni sul tavolo e osservando gli stivali in pelle pitonata, storcendo la bocca e spostando lo sguardo verso il soffitto: finora il nemico aveva sempre attaccato nei pressi di monumenti, luoghi di ritrovo di parigini e turisti.

Notre-Dame, l'Arc de Triomphe e la Tour Eiffel.

Un'altra cosa in comune era l'animare un gran numero di oggetti o animali e controllarli.

Folla di persone, luoghi d'interesse, oggetti o animali.

Abbassò nuovamente lo sguardo e intrecciò le dita sull'addome, lasciando andare un sospiro e schioccando le labbra: «Forse...» bisbigliò senza continuare a dar voce al pensiero che si stava creando nella sua mente: «Forse...»



Lasciò andare un sospiro, ascoltando distratto le chiacchiere senza senso della donna, allungando una mano verso una custodia e tirandola fuori, dando un'occhiata all'immagine di copertina e rimettendo poi il tutto a posto, rendendosi conto che la tizia aveva smesso di parlare: «Hai finito?»

«Stavo aspettando la tua risposta, zuccherino.»

Damien storse la bocca, scegliendo un nuovo film e appuntandosi mentalmente di non farsi mai più donne che avevano la tendenza ad affibbiargli soprannomi: «Damien» ringhiò il proprio nome, stringendo la custodia fra le mani e voltandosi verso la televisione al plasma: «Comunque stavi dicendo?»

«Non mi avevi ascoltato?»

«Ehm...no.»

«Stavo dicendo che magari potremmo andare insieme al galà, sai presentarsi lì come coppia e...»

Nuovo appunto mentale: mai farsi una che aveva mire espansionistiche su di lui.

Un colpo dal piano superiore lo fece sospirare, ma decise di ignorare il tutto e si chinò davanti il mobile, aprendo uno degli sportelli in vetro e azionando il lettore: era uno dei pochi giorni di vacanza che aveva da molto, niente set fotografici, niente cose assurde da combattere, e se lo sarebbe goduto in compagnia di un buono e sano film d'azione.

UltraMiraculousWhere stories live. Discover now