Chapitre 18

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Fare le foto in esterno era una delle cose che più odiava del suo lavoro di modello e Philippe sembrava trarre un perverso piacere, prendendo molti lavori di quel genere: si portò le mani alla testa, portandosi indietro le ciocche scure che erano sfuggite al gel e lanciando un'occhiata di puro ghiaccio al suo manager che, tablet alla mano, stava appuntando qualcosa, digitando velocemente sullo schermo: «Damien, guarda verso l'obiettivo e fai finta di slacciarti il bottone della giacca.»

Annuì, portandosi la mano destra all'altezza dello stomaco e muovendo il bottone nell'asola, mentre faceva un passo verso il fotografo che, chinato per terra, stava eseguendo una serie di scatti: lo sguardo chiaro dietro gli occhiali era serio, mentre i capelli biondi e leggermente lunghi erano tirati indietro, un gesto che Alexandre Roche faceva di continuo: «Perfetto» dichiarò, rialzandosi e dando un'occhiata allo schermo della fotocamera, mentre Damien slacciava completamente la giacca e osservava un paio di ragazze sorpassarlo, ridacchiando fra di loro.

Le guardò, non sentendo il bisogno di cacciarle come era solito fare: perché spendere energie in vuote avventure da una botta e via, quando esisteva Séraphine? Certo, era ancora tutto all'inizio e doveva capire come giocare le sue carte ma ci sarebbe riuscito.

Séraphine era la prima ragazza con cui voleva fare sul serio, la prima che non voleva solo per una scopata sterile ma con cui gli sarebbe piaciuto anche passare semplicemente del tempo assieme: osservarla mentre leggeva, guardarla sistemarsi i capelli scuri dietro le orecchie e piegare le labbra in quel sorriso delicato e dolce.

«...quindi se non ti dispiace, vorrei continuare la prossima volta.»

Damien scosse il capo, osservando Alexandre che ricambiava il suo sguardo e sbatteva le palpebre: ok, cosa cavolo gli aveva detto? Era partito per il Séra-DreamLand e non aveva prestato la benché minima attenzione a quello che succedeva attorno a lui.

Sorrise, schiarendosi la voce e portandosi una mano al colletto della camicia, massaggiandosi la gola lasciata scoperta: «Eh?» domandò, dando prova di quanto la sua attenzione fosse praticamente inesistente: era in quello stato da adolescente arrapato e sognante, senza stare ancora assieme a lei. Cosa sarebbe diventato il giorno in cui la relazione con Séra fosse diventata una cosa vera e tangibile?

«Stavo dicendo che devo andare» dichiarò Alexandre, mentre copriva l'obiettivo con il suo coperchio e si avviava verso Philippe, chinandosi e mettendo nella custodia la macchina fotografica: «Ho una specie di appuntamento di famiglia.»

«Ah, davvero?»

«Sì, dobbiamo incontrare la famiglia del promesso sposo di Eva» continuò l'uomo, tirandosi su e sistemandosi sulla spalla la cinghia della borsa, passandosi una mano sulla nuca e gettando indietro la testa: «Al Café du Trocadéro per la precisione e se non vado adesso, rimarrò incastrato nel traffico.»

«Capisco» mormorò Damien, annuendo con la testa e salutando l'uomo, mentre Philippe l'affiancava e si avviava con lui verso l'auto del suo manager: «Oh cazzo» esclamò, quando si rese conto di cosa Alexandre Roche aveva detto e quale fosse la portata di tutto quanto: «Oh cazzo.»

«Che succede adesso?»

«Mi sa che ho un impegno» dichiarò Damien, prendendo il cellulare e selezionando un nome nella rubrica, mentre prendeva la chiave della macchina dalle dita di Philippe e si dirigeva dal lato del guidatore: «Scusa, Philippe è un'emergenza» esclamò, aprendo la portiera e scivolando all'interno, mettendo in moto la macchina e immettendosi nel traffico con una manovra azzardata, che gli costò un coro di clacson da parte degli altri guidatori.

Philippe l'avrebbe ucciso, poco ma sicuro, in fondo l'aveva abbandonato sul ciglio della strada ma sarebbe stato troppo complicato spiegare e non ne aveva il tempo; Sybb emerse dalla giacca, guardandosi attorno mentre lui cambiava la marcia e aumentava la velocità: «Attento al motorino!» strillò Sybb, arrotolando la coda attorno al volante e provando a girarlo senza successo: «Si può sapere che ti prende? La macchina rossa! Il furgone! Senti, Fast and furious dei poveri, vedi di darti una calmata e, cosa più importante, controllare la velocità! Non voglio morire senza aver preso l'edizione limitata dell'unicorno che ho visto alla Galleria Lafayette!»

UltraMiraculousWhere stories live. Discover now