2.CAPITOLO

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In un primo momento non capii, poi quando seguimmo Newt mi resi conto della variabile Teresa.
Si era barricata sulla Torretta di controllo e lanciava cose.
"Maledetta! Deve ribellarsi anche quando non ricorda niente!" pensai tentando di non mostrare la mia irritazione.

«Cosa succede qui?»
Thomas prese in mano la situazione come era solito fare molto spesso anche al Laboratorio, e si fece largo tra la folla di ragazzi che guardava verso l' alto cercando di schivare gli oggetti volanti.
«Ho sentito urlare e mi sono precipitato fuori a vedere, e ho trovato lei lì!» commentò Jeff divertito facendo un passo indietro giusto in tempo prima che un bastoncino, dall'aria molto simile ad un mestolo, affondò nel terreno dove un secondo prima c'era lui.

«Non ho fatto in tempo a portala in Infermeria che mi è scivolata di braccio ed è salita lì sopra.» spiegò Newt a braccia conserte alzando il mento verso l'alto.
«Ma cosa ha?» sbuffò poi Gally guardandola  dal basso.
«Le femmine sono tutte così?» chiese alzando un sopracciglio e fissando i suoi occhi su di me.
«Ehi! E con questo cosa vorresti dire?» sbottai avvicinandomi a lui senza accorgermene.

Ops.
Maledetto carattere impulsivo.

Tossicchiai e mi ricomposi in fretta prima che qualcuno notasse il mio cambiamento d'espressione.
«Voglio dire...io non sono così.»
Il biondino mi lanciò un'occhiata stupita e sospettosa, e avrebbe detto sicuramente qualcosa se non fosse stato che un pomodoro gli si spiaccicò in testa.
Scrosci di risate invasero la Radura. E anch'io mi beai di poterlo prendere in giro senza dover fingere.
«Porco Caspio!!» esclamò con il viso paonazzo togliendosi i resti rossi dalle sue ciocche chiare.
«Se non la fermi tu, ci penso io!» tuonò rivolto a Thomas che però era già salito sulla scala pericolante che portava alla torretta.
«Ecco bravo. Rimedia.» brontolò Gally ridacchiando poi e dando una spinta a Zart che ricambiò divertito.

Sorrisi sentendomi più leggera, e pensando che forse tutto sarebbe filato liscio.
Questo finché il mio sguardo non colse gli occhi nocciola di un Raduraio.
Era Newt che mi fissava con quel suo fare enigmatico.
Osservandolo dal Laboratorio avevo compreso come lui fosse del tutto imprevedibile.
Ragionava fuori dagli schemi e non primeggiava mai su nessuno, nonostante ne avesse l' intelligenza e la capacità.

Distolsi gli occhi e mi trovai una mano stesa davanti alla mia visuale.
«Minho, piacere Pive!» si presentò il ragazzo dai tratti orientali con un largo sorriso apparentemente tranquillo. Indossava una bisaccia a tracolla che definiva il suo status quo.
Era un Velocista, uno di quelli che attendevamo potessero condurre i Soggetti fuori dal Labirinto.
«Io...non so ancora il mio nome.» aggiunsi dopo un attimo di esitazione ben studiata.
«Tranquilla! Presto lo ricorderai.» mi assicurò mentre gli stringevo la mano.
Era liscia e gelida.

Intanto, gli oggetti volanti avevano smesso di catapultarsi di sotto sulle nostre teste e allungando il collo vidi Thomas calmare Teresa.
Una fitta di gelosia mi attanagliò lo stomaco e dovetti ricordare a me stessa che presto o tardi Thomas avrebbe ricordato e allora tutto sarebbe andato come da copione.

«Tu.»
La voce profonda e calda di Newt mi intimò a seguirlo «Vieni un attimo con me.»
Il suo tono sembrava non ammettere repliche, così lo seguii in silenzio.
Gally e Minho ci lanciarono un'occhiata curiosa.

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