38 Asher

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38 Asher.

Quando l'allarme di casa è scattato, mi trovavo in un camion pieno di scatoloni, poco distante da casa di Alexa, in compagnia di Trystan. Mio padre si trovava nella macchina di fronte a noi e non potevamo in nessun modo fare inversione di marcia per correre da Evelyne per cui siamo arrivati il più in fretta possibile a destinazione e poi siamo saltati nella macchina di papà.

In tutto ci abbiamo messo poco più di venti minuti e in quel lasso di tempo sono stato preso dal panico.

Ho provato a telefonare a Evelyne e quando non mi ha risposto, è stato ancora più difficile mantenere la calma.

Ho avuto sinceramente paura chele fosse accaduto qualcosa e a nulla son servite le parole di mio padre, che ha cercato di tranquillizzarmi.

Quando ho visto la facciata della casa, mi è sembrato di morire, perché non riuscivo ad immaginare che lei fosse sana e salva e non mi avesse chiamato terrorizzata.

Nel vicinato non deve aver sentito niente nessuno, perché la strada era deserta e nell'aria non c'era il rumore delle sirene come avviene di solito dopo una sparatoria.

Le grandi vetrate erano in frantumi e, sul cemento esterno, si potevano chiaramente vedere i segni lasciati dai proiettili.

‹‹Madre di Dio.››

Sono scattato verso la porta dell'ingresso prima ancora che mio padre avesse spento il motore, urlando il suo nome non appena arrivato nell'ingresso.

Non so nemmeno come descrivere il terrore che mi dominava in quel momento. Il mio corpo era teso all'estremo, l'ansia che faceva battere all'impazzata il mio cuore, togliendomi il respiro e facendomi sentire un acuto dolore al centro del petto.

Era come annegare.

Il sollievo è stato immenso quando ho udito la sua debole voce provenire proprio dal salotto.

Quando sono entrato nella stanza, mi aspettavo di trovarla in terra, coperta di sangue, ma lei invece era in piedi, ferma al centro di una stanza in cui sembrava fosse esplosa una bomba.

Stringerla tra le braccia ha allontanato un po' la paura che averla parsa, ma è stato solo quando l'ho sentita sciogliersi tra le mie braccia che ho realizzato quanto lei stessa fosse terrorizzata.

Il suo volto era pallido, con un lungo graffio su una delle guance cineree.

Quando mio padre ci ha raggiunti, spaventando ancora di più la donna tra le mie braccia, ho provato un fortissimo impulso omicida verso l'autore di quello sfacelo e che per poco non l'ammazzava.

Non sapevo come fosse sopravvissuta, perché era chiaro dal suo aspetto che si trovava nella stanza quando le pallottole l'hanno distrutta, ma ero furioso.

Vedere Evelyne spaventata è qualcosa che mi fa ribollire il sangue nelle vene e mi fa reagire in modo sconsiderato.

‹‹Ho scoperto chi è entrato a casa mia e ha cercato di rapire Heaven.››

Le sue parole mi hanno fatto congelare sul posto, ma niente avrebbe mai potuto prepararmi al suo racconto.

Ho cercato di capire che cosa stesse provando, ma la donna seduta al tavolo della cucina, di fronte a me, sembrava non provasse nulla.

Il suo sguardo, fisso sul bicchiere mezzo vuoto tra le sue mani, è rimasto vuoto per tutto il tempo.

‹‹Ma perché non vuoi chiamare la polizia?››

Mio padre le pone la domanda corretta, perché anche io sono davvero curioso di capire che cosa le passa per la testa.

Sono troppo sorpreso e confuso per provare a indovinare.

Unexpected Love #2 Sanders Brother's SeriesDonde viven las historias. Descúbrelo ahora