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Louis lavorava per gli Styles da ormai un mese e doveva ammettere che, con il passare del tempo, tutto stava diventando più semplice: svegliarsi presto al mattino non era più un trauma, come lo era stato per i primi giorni, e doveva anche riconoscere che stare a contatto con i cavalli tutto il giorno, nonostante fosse stancante, non gli dispiacesse affatto; giorno dopo giorno, infatti, aveva imparato a conoscere ed ad apprezzare quegli animali, fino a raggiungere una simpatia che mai credeva sarebbe riuscito a provare.

E, per parlare di simpatie improbabili, aveva stretto amicizia con Eleanor, la quale sembrava diventare meno insopportabile man mano che la conosceva e si rendeva amabile nei suoi pregi e nei suoi difetti (tranne quando la mattina ancora la trovava fuori la porta della sua camera che gli urlava di sbrigarsi, lì non la sopportava per nulla).

La mattina Louis aveva bisogno di assoluto silenzio; doveva mettere in ordine i suoi pensieri e capire bene dove si trovasse, che ore fossero e che giorno fosse. Solo una volta realizzato ciò, e dopo aver avuto il giusto tempo per assimilare che doveva affrontare una giornata nuova, con tanto lavoro da sbrigare e la forzata visione di alcune facce che non sopportava, poteva avere uno squarcio di conversazione.

Parlando di persone che proprio non poteva sopportare, fra queste c'era Gemma Styles, la figlia più grande della famiglia: non aveva mai avuto modo di parlarle, dato che questa lo squadrava con ripugnanza da capo a piedi nemmeno fosse la feccia del mondo; ogni qual volta provasse a fare conversazione, per far trascorrere il tempo, il massimo che riusciva ad ottenere era una risposta secca e annoiata o uno sguardo sprezzante.

Le passeggiate con lei sembravano interminabili, tanto erano noiose; lei cavalcava sul suo cavallo, che il liscio aveva rigorosamente preparato per la cavalcata pomeridiana e dato che era ancora una principiante, Louis doveva scortarla per l'immenso giardino degli Styles. Purtroppo, non era solo la figlia di quella famiglia ad essergli poco simpatica, ma era l'intero nucleo famigliare: Des, il padre, lo vedeva di rado dato che era sempre chiuso nel suo studio o nella biblioteca con il figlio, e guai se si osava disturbarlo; si poteva dire addio al proprio lavoro e trovarsi sbattuti fuori la porta di casa. La moglie, Anne, la vedeva spesso in giardino che si occupava del roseto; ovviamente lei non svolgeva alcun tipo di lavoro manuale, sia mai che, con quel suo musone lungo e perennemente imbronciato, dovesse sporcarsi le sue mani perfettamente curate. Ad occuparsi della potatura o di altro erano i giardinieri che si muovevano sotto i suoi ordini.

Ed infine c'era lui.

Il signorino Styles.

Quel ragazzo era impenetrabile, un enorme punto interrogativo per Louis: le prime settimane Harry non aveva fatto altro che osservarlo dalla finestra della biblioteca, dove Louis aveva notato trascorresse la maggior parte del suo tempo, ed in un primo momento il liscio ne fu incuriosito, fu attratto da quel verde magnetico che gli faceva contorcere lo stomaco e provare emozioni da lui inspiegabili. A distanza di tempo però, quella situazione stava diventando inquietante e Louis incominciava a pensare che Harry, il minore della famiglia, fosse un pazzo e che le sue intenzioni non fossero affatto buone.

Chi gli diceva che, in realtà, non lo stesse semplicemente guardando, ma stesse escogitando diversi modi per ucciderlo?

Era forse il caso che Louis prendesse uno dei coltelli dalla cucina e iniziasse a dormire con questo nascosto sotto il suo cuscino.

Per precauzione.

Cambiando discorso, di tanto in tanto, gli capitava di pensare alle sue sorelle e non poteva fare a meno di sorridere: il suo stipendio bastava per dare loro il necessario, ed anche un po' di più, ed era tranquillo nel sapere che le sue due sorelle maggiori si occupassero dei piccoli e che Zayn passava almeno una volta ogni giorno a casa loro per controllare che ogni cosa fosse apposto. Le sue sorelle gli mancavano, era passato in poco tempo dal vederle ogni singolo giorno, a vederle solo un giorno a settimana, ma guardare i loro sorrisi ogni volta che tornava a casa e portava loro un regalo, ripagava tutti i giorni di assenza.

You taught me the ropes of loveWhere stories live. Discover now