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Oh, Louis lo odiava.

Quello Styles era solo un ragazzino viziato che credeva di essere migliore di lui solo per il suo cognome. Ma il fatto che la sua famiglia fosse così importante, non faceva di lui una persona migliore.
Aveva avuto il coraggio di urlargli contro dopo che lui stesso gli era finito addosso, troppo concentrato su uno di quei suoi dannati libri per prestare attenzione a dove metteva i piedi.

"Louis?"

Il ragazzo si fermò al centro del corridoio, i pugni serrati lungo i suoi fianchi e la mascella serrata, puntando gli occhi gelidi sulla figura di fronte a sé.

"Cosa succede? Sembri furioso" disse Eleanor, avvicinandosi di qualche passo mentre si sistemava una ciocca di capelli sfuggita dalla sua acconciatura.

"Perché lo sono!" ammise il ragazzo, alzando le braccia in aria teatralmente.

Eleanor si lasciò scappare una risatina di fronte a quella scena, prima di ricomporsi e fare cenno a Louis di seguirla.

"L'odio non fa bene. Semplicemente ignora ciò che ti infastidisce."

"Come posso ignorare in membro della famiglia per cui lavoro?" chiese retoricamente Louis, cercando di seguire Eleanor che, come sempre, correva troppo.

La ragazza non rispose ed entrò in cucina, dove Niall stava preparando la cena, aiutato da una donna poco più grande di loro.
I due ragazzi li salutarono, per poi prendere posto al tavolo traballante per via del piede rotto.

"Questa tempesta non si fermerà prima di qualche giorno e non potrai svolgere le tue solite mansioni. Di conseguenza, aiuterai noi domestiche in casa" lo informò velocemente la ragazza, afferrando un pezzo di pane e mangiandone un po', "e non fare quella faccia: sarai anche un uomo, ma non puoi startene com le mani in mano se vuoi essere pagato!"

Louis alzò gli occhi al cielo, ma sapeva benissimo che Eleanor aveva ragione. Rubò anche lui del cibo a Niall, che però non se ne accorse e continuò a canticchiare mentre aggiungeva qualcosa nella pentola.

"Ragazzo mio, sei ancora giovane ma imparerai presto che siamo tutti uguali" intervenne la donna dietro di loro, intenta a tagliare dei pezzi di carne.

Louis la osservò: aveva i capelli rossicci, le guance paffute e la fronte piena di rughe, non dovute all'età ma molto più probabilmente ai lavori sfiancanti che, da come aveva sentito, faceva ogni giorno da quando era appena una ragazzina. Era nata in quella casa, cresciuta con il signor Styles ed accudito i figli come se fossero stati suoi, dato che lei non ne aveva mai potuti avere.

"Ti assicuro che anche i nostri padroni non sono tanto diversi da noi. Siamo tutti umani, caro" aggiunse poi, alzando il viso per rivolgere a Louis un sorriso.

Il ragazzo ricambiò, non lasciandosi sfuggire quell'espressione malinconica presente sul viso della donna. Non poteva immaginare cosa lei avesse attraversato per arrivare ad affermare qualcosa del genere, ma Louis era sicuro che ne sapesse più di lui e che quindi era meglio stare ad ascoltarla.
Tornò a guardare Eleanor, che stava pulendo la propria gonna dalle briciole di pane, e le fece segno di seguirlo fuori dalla cucina così da poterle chiedere con precisione quali incarichi gli sarebbero toccati.

*

Louis aveva pensato che dormire avrebbe cambiato le cose e magari avrebbe reso il giorno successivo migliore di quello che aveva appena passato. Non era affatto così.
Non appena sceso dal letto, aveva incontrato Eleanor e si era ritrovato in un batter d'occhio al piano di sopra, davanti la porta chiusa della stanza di Harry Styles.
Nessuno gli aveva detto che avrebbe dovuto pulire proprio quella stanza!

You taught me the ropes of loveWhere stories live. Discover now