Sei anni

713 30 1
                                    

CAPITOLO 1- Sei anni

Camminava lungo i corridoi del bunker dove aveva vissuto negli ultimi sei anni, conosceva ogni singola crepa di quel luogo, ogni singola piastrella scheggiata. Era la sua casa, sua e di Maddie.

Clarke lanciò uno sguardo dietro di sé, la ragazzina la stava seguendo, un sorriso eccitato sulle labbra. Era così da quando loro erano tornati, da quando finalmente erano entrati nella sua vita.

Li aveva chiamati per nome dal primo momento in cui li aveva visti, quando, stanchi e affaticati, Clarke li aveva curati.

Quasi ballando in mezzo ai tavoli, inconsapevole che il suo cicaleccio poteva essere spossante, Maddie l'aveva aiutata a rifocillarli e a controllare le loro condizioni fisiche.

Ora, la piccola era accanto a lei, in trepidante attesa di incontrare Bellamy, l'unico che non avevano ancora curato.

Al pensiero di lui Clarke sentì uno strano sussulto doloroso al cuore: era venuto ancora in suo soccorso quando meno se l'aspettava, come tante volte in passato, eppure la persona che aveva visto non sembrava lui.

Il bunker e laboratorio di Becca, dove vivevano lei e Maddie, stava subendo un attacco da parte dei nuovi venuti, uomini arrivati, come loro, dalle stelle.

Ci avevano messo giorni per stanarle e ora volevano impadronirsi della loro casa, del loro piccolo Eden, che era riuscito a risorgere dalle ceneri del Primfaya.

Clarke era convinta che non sarebbero sopravvissute.

Le avevano attaccate di notte dopo essersi infiltrati attraverso uno dei condotti di aereazione che avevano sabotato.

Non erano riusciti a prenderle del tutto di sorpresa, ma avevano conquistato parte del laboratorio.

Clarke era pronta ad arrendersi quando aveva sentito dei colpi d'arma da fuoco e delle voci che sembravano provenire direttamente dalla sua testa. Una voce su tutte l'aveva colpita: un grido per intimare agli assalitori di fermarsi se non volevano morire.

Altri colpi.

La resa.

Il silenzio.

Solo in quel momento Clarke si era permessa di dare una sbirciata dalla sua posizione e lo aveva visto: alto, statuario, una durezza sul viso che non gli riconosceva.

Un volto segnato dalla vita.

Non era più il ragazzo che aveva conosciuto, ma un uomo, i suoi occhi cupi marchiavano un viso senza alcun accenno di sorriso. La mascella rigida leggermente coperta da una rada barba parlava di quello che era diventato: un capo, un leader, un cervello, ma, a quale costo?

Riflessioni istantanee nella mente di Clarke, un turbamento a quella vista a cui non riusciva a dare un nome.

Dov'era il ragazzo a cui aveva parlato per sei lunghi anni?

Era rimasta incerta, come se lui fosse solo un'allucinazione generata dalla sua mente: il desiderio di non essere più sola trasformato in realtà.

L'aveva visto muoversi, sondare la stanza. Con poche decise parole aveva ordinato agli altri di legare i sopravvissuti e di cercare in giro tutto quello che poteva essere utile.

Anche la sua voce era cambiata, più bassa e roca, come se avesse urlato così tanto al punto da rovinarsi le corde vocali.

Aveva visto dietro di lui avanzare una claudicante Raven, il viso smunto eppure sereno.

When we meet again (Bellarke post 4x13)Where stories live. Discover now