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19-10-11.

05:46 AM.

Così faceva il mio cellulare.

Sicuramente preciso come un orologio svizzero, confesso sono molto maniacale e precisa, ritengo il tempo sia sacro, quando imposto un orario mi assicuro sia corrispondente al campanile del mio paese, che si affaccia proprio dalla mia finestra.

Mi piace tenere le persiane aperte anche di notte per osservare il cielo stellato, mi fa ricordare quanto sia bella e preziosa la notte, poco rumore, le luci offuscate dei lampioni, i soliti gatti che passano nel quartiere avvinghiandosi fra loro.

Aprii whattsapp.

'' Che fai? 😕 ''

Scrissi a Jenny, promettendomi sarebbe stata l'ultima volta che gli avrei scritto finchè non mi avrebbe risposto.

Una spunta.

Wi-Fi spento.

Teneva sempre il telefono con sè, la connessione era spenta volutamente.

- La ricarica l'avevamo fatta assieme due giorni prima, impossibile fosse già finita, usava internet fuori esclusivamente per whatsapp, youtube e ricerche di scuola, raramente per altro. -

- Proverò a chiamarla ogni cambio d'ora, finchè sono sveglia, per capire a che ora decederà il suo telefono. -

Chiamai.

Di nuovo la solita segreteria telefonica, era ancora acceso.

Non riuscivo a riaddormentarmi.

Appogiai il telefonino sul comodino, mi tolsi le coperte che mi avvolgevano tutto il corpo come a darmi protezione dalle mie paure.

Ero seduta sul letto ancora rintontita, a fissare il vuoto cercando la forza di reagire.

OK!

Mi alzai.

Fu veramente faticoso come se avessi qualcosa che mi trattenesse su quel letto, ma non ce la facevo più a rimuginarci dietro, era giunto il momento di fare qualcosa.

Mi incamminai verso il bagno, mi lavai la faccia con acqua fredda, alzando lo sguardo verso lo specchio notai due occhiaie profonde sul mio viso, non avevo chiuso occhio.

Troppo in ansia per sogni tranquilli.

Presi un po' di correttore cercando di nasconderle come più potevo, tra me e me mi chiedevo cosa stessi facendo... Perchè dovrebbe importarmi delle occhiaie in un momento come questo?

Così, dopo essermi passata il correttore repentinamente, fregandomene del mio aspetto, con i capelli spettinati, decisi di cambiarmi e presi le prime cose che mi saltarono all'occhio.

Una felpa nera semplice, con cappuccio, dei jeans strappati e scarpe da tennis.

Furtivamente uscii di casa, i miei dormivano già da quando ero tornata a casa la sera prima, sentivo ronfare mio padre, era solito farlo, meno solito mia madre che dormiva senza rimproverarlo, avevo un ora di tempo per uscire di casa senza destare sospetti o preoccupazioni.

I miei lavoravano nello stesso ufficio, stesso luogo dove si incontrarono la prima volta.

06:00 AM

La loro sveglia per il lavoro scocca alle 07:00 precise.

Mi assicurai stessero realmente dormendo aprendo la porta evitando di farla cigolare.

Entrambi dormivano come due bambini, in posizione semifetale, con le ginocchia leggermente inclinate, entrambi in direzione dell'altro, stavano chiaramente dormendo come ghiri, non avrei avuto problemi a non farmi notare.

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