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Il divano di Jimin è macchiato di caffè da tutte le parti ma è morbido e comodo.
Mi sta dicendo che non lo sa, se lo ama.
Sinceramente ora non gli sto più prestando tanta attenzione. Più che altro guardo le sue labbra muoversi senza sentire cosa dicono, lo guardo negli occhi, annuisco ma non lo sto ascoltando.

Casa sua è piccola come la mia, buia, piena di cose inutili come il timer a forma di pipistrello che ho trovato sul divano e con cui ora sto giocando.

Le parole di Jimin ritornano a sfiorarmi le orecchie e mi concentro per ascoltarlo davvero.

-...alla fine abbiamo fatto quasi un anno insieme, un anno in cui sono stato benissimo, non capisco perché da un giorno all'altro dice di non amarmi e fa paragoni con le candele-
La sua voce sembra una canzone e ascoltarlo non è brutto come pensavo.
Continuo a farlo mentre il mio sguardo vaga per il soggiorno.

-Penso di amarlo ancora, ma forse è come quando ti muore il cane o un parente e gli vuoi bene anche se non c'è più. Forse è così. Che ne pensi?-
Mi giro verso di lui.
-Non ascoltavi- dice.
-Ascoltavo. Secondo me devi metterci una toppa sopra-
-Intendi sostituirlo?-
-Magari con uno migliore. Non c'è nessuno che ti piace?-
Jimin ci pensa su e si passa per l'ennesima volta la mano tra i capelli.

-Non ho molti amici e comunque sono quasi tutte femmine-
-Allora devi conoscere gente nuova-

Inclina la testa verso il basso e si gratta gli occhi.
-Ehi, stai piangendo di nuovo?- mi avvicino e gli poso una mano sulla spalla.
Lui solleva la testa e mi guarda.
-Sí, scusa, non lo sopporti-
-Jimin, non devi piangere per lui-
-Lo so, ma mi sono reso conto che...- singhiozzo -non ho davvero nessuno di tanto importante-
Gli accarezzo la schiena. Sono seduto davanti a lui e sono così vicino che posso contare le lacrime che sta piangendo.

-È come se la colonna portante di una casa fosse crollata e un pezzo di casa fosse crollata con la colonna. Dove la casa sono io e la colonna è lui-

-Capisco. Non hai un parente o un migliore amico da cui andare? Anche solo un paio di giorni, per staccare da questa vita, questa casa-
Ci pensa e le lacrime diminuiscono ma poi ne scendono quattro tutte insieme, accompagnate da un singhiozzo.
-No-

-Mi dispiace, Jimin, non so proprio cosa fare, non sono bravo con le persone-

Lui si sporge in avanti e mi si butta addosso, in una specie di abbraccio dove lui è sdraiato sopra di me.
Apro la bocca per dire qualcosa come "levati di dosso" ma ci ripenso e la chiudo. Alla fine Jimin ha solo bisogno di affetto e io non me la sento di fare per l'ennesima volta la parte del noioso apatico stronzo.

Dopo un po' che siamo abbracciati in questo strano modo, Jimin sussurra:

-Ehi yoongi-
-Sí?-
-Riguardo a quello che hai detto prima, dello staccare da questa casa-
-Mmh-
-Posso stare da te per un paio di giorni?-

Il mio vicino di casa piange spesso Where stories live. Discover now