PROLOGO

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《Jennifer, ma perchè cavolo ti riduci sempre a tornare a casa alle tre della mattina da sola.》sussurro a me stessa, sembrando una pazza. In questo maledetto quartiere non passa neanche un taxi, a questa ora di notte: in tutta Sydney non passa un cazzo dopo le due della mattina, a meno che non ti ritrovi ubriaca fuori da qualche club di Downtown!

I pensieri non abbandonano la mia mente mi chiedo perchè mai ho lasciato ancora una volta il cellulare scarico, che poi non posso fare una sola cazzo di chiamata al servizio taxi.
Mi chiedo anche perchè non ho chiesto al mio capo Frank di accompagnarmi?
Ah! Già dimenticavo! Quel maiale era troppo preso a provarci con la mia collega Claudia ancora una volta, e ho deciso di lasciar perdere.
Forse questa volta la ragazza cederà e finalmente finirà di stressarmi ogni volta perchè non trova un uomo che se la fila.

Cammino velocemente quasi senza prendere fiato.
Saranno due chilometri dal Moonlight, il night club di Darling Harbour in cui lavoro come barista, fino al mio monolocale a Surry Hills.
Non vedo l'ora di stendermi sul letto:  togliere il trucco, una rapida doccia per lavare via tutto il sudore, e poi sogni d'oro.

L'aria di giugno è stranamente fredda a Sydney. Non si è mai visto un inverno così! Quando non piove fanno appena dieci gradi.
E io che mi sono vestita con il mio solito completino sexy da lavoro, la maglietta scollata e sottile del Moonlight, che lascia ben intravedere come mamma mi ha fatta e non concede molto alla fantasia.
I pantaloni d'abito e i mocassini con cui mi sono vestita per lavorare comoda, non mi difendono minimamente da questo maledetto freddo! Perchè poi ho portato solo un cappottino leggero? Sei proprio una svampita Jennifer!

Attraverso il tunnel sotto la statale, che passa dietro Central Station. La luce dei lampioni illumina fievolmente la strada e i palazzi di tre piani che caratterizzano il quartiere; ancora poche centinaia di metri e sarò arrivata a casa.
In questi ultimi giorni l'angoscia è tornata spesso a farsi sentire.
Ripenso sempre più spesso a lui: mio fratello John.
Dovrei dimenticarmi di questa cosa! Lui è scomparso per sempre, portato via da...loro.

Allontano questo pensiero come se fosse la peste, tanto è il dolore che mi provoca.
Percorro la strada che mi conduce a casa mia con passo affrettato e senza voltarmi, non capisco cosa mi tormenta così tanto visto che a causa del mio lavoro finisco sempre molto tardi.
Una serie di edifici di due piani o poco più costellano la strada, con i molti negozi e locali chiusi che sono tipici del quartiere più fashion e mondano di Sydney.
Raggiungo l'ultimo edificio: un simpatico palazzo con intonaci dipinti di rosa e una serie di balconcini monovolume, attorniate da fioriere.
Io adoro i fiori! Mi ricordano quando ancora vivevo con i miei genitori...storia triste meglio non rivangare.

Sto per girare la chiave nel portone arancione del mio edificio, quando con la coda dell'occhio vedo una serie di ombre confuse, apparire e volatilizzarsi dietro un edificio.

Il cuore mi batte all'impazzata, forse qualche malintenzionato mi ha pedinato? Forse più di uno?
Maledetta Sydney, negli ultimi tempi questa città è diventata sempre più pericolosa!
Quante volte ho pensato di mollare tutto e trasferirmi nell'Outback.

Ecco di nuovo quell'ombra! Dovrei scappare e correre a rifugiarmi dentro casa.
Non lo faccio...decido di attraversare la strada ed andare a controllare.
Chiunque sia è peggio per lui.
Non sono più la Jennifer Smith di un tempo, quella timida ragazza della porta accanto è scomparsa da un pezzo.

Adesso sapranno con chi hanno a che fare...

TRAPPED - INTRAPPOLATA NELL'AZIONEWhere stories live. Discover now