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Il cellulare sta squillando. Mi rigiro molte volte nelle coperte, cercando di allontanare questo fastidioso suono che si fa strada nelle mie orecchie, trapanandole come un martello pneumatico. Alla fine allungo la mano cercando quel fastidioso oggetto, palpeggiando il mio comodino come se fosse una massa di pane.
Alla fine lo trovo: non ho ancora aperto gli occhi e non ho la minima idea di che ora sia.

《 Hello, chi è? Parla Jennifer Smith.》 rispondo come se la mia voce fosse uscita dall'oltretomba o dal meandro più profondo dell'inferno. Speriamo di non aver ucciso il tizio dall'altra parte.

《Amore sono io! Antony! Che voce che ti ritrovi questa mattina tesoro!
Hai fatto ancora le ore piccole al Moonlight, vero?》

Cerco disperatamente di sedermi sul mio grande letto kingsize con lenzuola finemente ricamate.
Parla Antony, il mio ragazzo da un paio di anni ormai.
Lui è un bravo ragazzo e ha anche un gran bel culo, ma devo ammettere che in quanto ad intelligenza lascia un pochino a desiderare.
Non è molto sveglio; voleva iscriversi alla UTS, l'università della tecnologia di Sydney.
Lascia perdere! Gli dissi lasciandolo di pietra.
Poco importa, bisogna mantenere il contatto con la realtà e mai perdere la cognizione delle proprie capacità nella vita.

Mi sforzo di recuperare la voce e rispondo ad Antony.
《Si amore...Ho fatto il turno fino a tardi ho staccato alle tre della mattina.
Ma non è per questo che sono stanca》 sospiro sentendomi una scema 《Ho lasciato che il cellulare si scaricasse e non ho neanche fatto chiamare il taxi dal night club...Mi sono dovuta fare tutta la strada a piedi》 concludo ma ancora ripenso a quanto sono stata cretina, e scuoto la testa.

In miei lunghi capelli biondi scappano selvaggi da tutte le parti, cerco di raccapezzarli alla meglio, ma proprio non si domano.

《Micia...mi dispiace davvero! Sapevo che avevi fatto tardi ieri sera e non ti volevo svegliare ma sono le quattro del pomeriggio e proprio non ho potuto fare a meno!》Mi irrigidisco come se un brivido di terrore scorresse dentro di me; una scarica elettrica che mi attraversa dalla punta dei piedi fino alle mie affusolate dita delle mani.
Come cazzo ho fatto a svegliarmi così tardi!

《Tesoro...non scordarti che questa sera c'è la nostra cena di anniversario di fidanzamento. Facciamo due anni oggi...》
Ecco appunto; proprio la cena.
Adesso dovrò correre come una pazza per prepararmi al meglio.

《No Antony tesoro...non mi sono scordata, ma che dici!》
No, non mi sono scordata ma ho rischiato di dormire fino alla sera.

《Ci vediamo alla cena, amore...a che ora? Alle diciannove vero!?》chiedo smarrita, ma sono quasi sicura di non aver toppato questa volta.

《Alle diciannove al locale di Tony a Woolloomoolloo! Non fare tardi!》

Cazzo ci proverò...devo riuscirci almeno una volta. Penso stropicciandomi gli occhi cercando di svegliarmi.

《Si! Certo! Ti aspetterò micia. Anche tutta la vita!》
Antony è proprio in tesoro, devo ammetterlo.

《 Grazie amore! Sei un tesoro! A questa sera allora...》
《Bye bye my darling. A questa sera!》

Chiudo la chiamata, lancio il telefono sul letto e mi fiondo verso il bagno.
Devo correre!

Quando mi guardo allo specchio quasi mi prende un infarto. Se Antony mi vedesse così alla mattina scapperebbe a gambe levate e si fidanzerebbe con un opossum. I miei capelli sono esplosi e anche se sono liscia si sono formati boccoli ed increspature che forse riuscirò a domare con uno schiacciasassi. Il mio volto è scomposto e gli occhi non si aprono.
Comincio a truccarmi, a lisciarmi i capelli e a prepararmi per l'appuntamento.
Anche se avevo già programmato cosa mettermi per questa importante serata, rimango più di un ora a scegliere i miei vestiti.

Alla fine opto per un abito nero con corpino aderente: davanti un bello spacco metterà in mostra il mio decoltè generoso. L'abito mi arriva quasi fino alle ginocchia, lo indosso facendolo scivolare sul mio corpo sinuoso e snello. Fattore indispensabile per fare la barista in un night club, dove gli uomini sbavano come un branco di lumache dopo la stagione delle piogge australiana.

Mentre rifletto se sia o no il caso, di rincoglionire Antony ancora di più di quanto già non fosse di suo, presentandomi in maniera così provocante, lancio un rapido sguardo al mio orologio a forma di Opera House appoggiato sul tavolo della cucina: le 18:30.
Cazzo rischio di fare tardi, è venerdì sera e il traffico della Downtown non perdona!

Afferro la mia borsetta rossa e lancio un occhialino verso lo specchio per farmi coraggio. I miei occhi azzurri sono bellissimi questa sera, e mi fanno dimenticare della visione di me sconvolta allo specchio, qualche ora prima.

Chiamo il servizio taxi, mentre scendo di corsa la rampa delle scale e per poco non mi ammazzo nelle mie scarpe rosse con i tacchi.
Farò sicuramente tardi, ma fortunatamente il taxi arriva dopo tre minuti.

Salgo di corsa con l'auto pressoché in movimento: un autista indiano mi parla con un inglese ai limiti dell'orecchiabile.

《Dove signorina?》

《MacLeay street, Woolloomoolloo...grazie.》

L'indiano parte in quarta, fortunatamente non sembra uno di quelli che si inventerà una strada alternativa per aumentare la tariffa della corsa, quindi auspico di arrivare al ristorante di Tony con un ritardo rispettabile.

Mentre sospiro ansiosa, il cellulare comincia a squillare: sarà sicuramente Antony che mi chiama dopo aver già consumato la cena a forza di pacchi di grissini italiani.
Guardo il telefono e il sangue mi si gela nelle vene, la saliva mi si blocca in gola e faccio difficoltà a deglutirla.
Guardo smarrita la città di Sydney scorrermi davanti al finestrino dell'auto, mentre il telefono non smette di squillare.

Questa è la chiamata che non avrei mai voluto ricevere in questa serata così speciale.
Ma devo rispondere: è un mio dovere.
Osservo ancora il display del cellulare: c'è scritto "ratto".

Sorrido sarcastica mentre noto l'autista che mi fissa dallo specchietto retrovisore, mentre sicuramente si domanda perchè non risponda a quella telefonata.

Rompo gli indugi, e con voce sicura premo il pulsante verde dello schermo.

《Hello...Sono Jennifer...》

TRAPPED - INTRAPPOLATA NELL'AZIONEWhere stories live. Discover now