Passo Dopo Passo

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ASIA

<< Ah>> è l'unica cosa che Serena riesce a dire.

<< Sere, così non mi sei di aiuto>> piagnucolo buttandomi pesantemente sul divano.

La tazza piena di latte e cereali minaccia di schiantarsi sul pavimento tanto l'ho scossa, ma per fortuna riesco ad evitare il danno e macchiare qua e là la mia maglietta. Non ho voglia di accendere la televisione, voglio solo rimpinzarmi di cibo fino a scoppiare. Devo cercare di riempire l'enorme vuoto che è venuto a crearsi al centro del mio petto.

<<Sento il tuo criceto affaticarsi sulla ruota... E fallo riposare un po' >> interviene nuovamente la mia amica cercando di strapparmi un sorriso. E devo dire che ci riesce.

<<Non so cosa fare>> mi lamento ingurgitando una grossa dose di quello che dovrebbe essere il mio rimedio.

<<Non si parla con la bocca piena>> mi ammonisce la bionda. E siamo a due... Intendo di risate.

Fortuna che c'è lei o altrimenti, il grande dramma che è la mia vita avrebbe già rischiato da un pezzo di soffocarmi.
Le ho raccontato per filo e per segno quello che è successo quella sera, quella in cui Alessandro si è presentato alla mia porta e ha chiesto conferma ai suoi dubbi.

Certo, non ci vuole mica un genio per capire che Nathan è suo figlio.
Sono praticamente identici.
Anche senza praticamente.

Inizialmente la mia amica, se avesse potuto, mi avrebbe raggiunta per darmi una delle sue lezioni, ma si è limitata a ripetermi allo sfinimento 'te lo avevo detto', poi quando sono passata alla parte in cui Alessandro è crollato di fronte a me, ha perso le parole. Difficile a dirsi per Serena.

<<Immaginavo che la situazione fosse grave... Ma non fino a questo punto>> dice infine sospirando, << ha davvero sofferto tantissimo. >>

<< È tutta colpa mia >> protesto come una bambina.

Ho sbagliato tutto. Ho sbagliato a non credere in quello che ci univa, ho sbagliato ad andarmene e a non cercarlo più, ho sbagliato a pensare solo a me stessa... E ho sbagliato a nascondergli una cosa così importante come un figlio.
Ha ragione quando dice che sono un'egoista, non lo biasimo.
Non avevo il diritto di fargli questo, né a lui né a Nathan.
Per quanto ora i due inizino a vivere insieme, Alessandro non riavrà più indietro i primi momenti di nostro figlio. Inizia un percorso già a metà e tutto per colpa mia, perché ho pensato a me stessa quando da sola non ero.

<<Sì, lo è >> commenta Serena, << il mio ego si sta gonfiando a dismisura.>>

<<Non sei divertente>> dico canzonatoria.

<< Senti Asia, adesso sai la verità... Ti sei resa conto di aver fatto un errore madornale, ma non si può tornare indietro nel tempo, ma... >>

<< C'è un ma? >>

<<Dicevo>> riprende stizzita, << puoi cercare di fare del tuo meglio, devi fare le cose un po' alla volta... Li devi far conoscere e dargli del tempo per stare insieme... Hanno bisogno di viversi... Pensa a tuo figlio e a quanto abbia bisogno del suo papà... Vedrai che le cose si sistemeranno.>>

A volte la sua saggezza mi spaventa, se non ci fosse lei chissà quanti casini maggiori avrei combinato. Uno bello grosso già l'ho fatto, ma voglio e posso cercare di rimediare e ci metterò tutta me stessa per dare a mio figlio ciò che gli ho negato in questi anni.

Saluto Serena perché il piccoletto si è svegliato. È in piedi davanti a me con un faccino adorabile.
Gli occhi azzurri gonfi e appiccicati per il sonno, i ricciolini tutti scompigliati e le guanciotte rosse. Lo prendo in braccio accoccolandomelo al petto e me lo sbaciucchio un po'.
La tentazione di riaddormentarsi è tanta, ma mi alzo in piedi e vado verso il bagno per lavargli la faccia.

COME IL CIELO DOPO LA TEMPESTA *COMPLETA*Where stories live. Discover now