9.

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<Dove sei stata?>

<Ti ho detto che ero al bar con Francesca, se non mi credi vai pure a chiedere.>

<Ed era il caso di andare al bar?
Con quante cose hai da fare a casa?>

Sapevo che sarebbe successo questo, sapevo che se tornavo dopo Alessio, avrei avuto questo casino ad aspettarmi.

<Senti Ale, davvero non mi sento bene, mi scoppia la testa e non ho intenzione di discutere.>

Si avvicina a me, facendomi indietreggiare.
Avete presente come fanno i lupi,   quando uno cerca di sfidare il capobranco?
Prima di arrivare ad attaccarsi, ringhiano tanto da piegare il più debole.
Ecco Alessio è così...

<Ti prego smettila> gli dico mentre cominciano a pizzicarmi gli occhi ed indietreggio verso il mobile.

< Non ho fatto nulla, assolutamente nulla.>continuo a ripetere.

<Ma guardati...
Sei solo una povera patetica.
Non fai altro che lagnare e piangere.
Solo questo sai fare.>

Mi spinge facendomi sbattere il fianco nel mobile.
Altro livido da coprire.

<Sbrigati a cucinare che devo andare a lavorare.>

Sono stanca, stanca di sopportare,  tanto che non riesco più e scoppio.

<Preparalo tu il mangiare, resta a casa invece di uscire di continuo.
Hai le mani e la testa per farlo.>
gli urlo e non so da dove mi esce questo coraggio.

Si ferma un attimo di spalle, e poi si volta verso di me.

<Che hai detto?>

<Hai capito benissimo cosa ho detto

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<Hai capito benissimo cosa ho detto.> gli dico cercando di superarlo per andare in bagno.

Ma mi prende per il braccio e mi blocca alla parete.

<Mi stai facendo male Alessio, lasciami.> cerco di divincolarmi ma è troppo forte per me.

<Da dove viene fuori questo carattere eh?> mi urla ad un centimetro dal mio viso.

<Rispondi, da dove cazzo viene fuori questa rabbia?
Dovresti essere riconoscente, ti ho tolto dalla strada, quando tutti dicevano che eri una puttana...>

<Lasciami ti prego, mi stai facendo male.> e non riesco a fermare le lacrime.
<Non ero una puttana e lo sai pure tu.
E perché cazzo sei rimasto se avevi questi pensieri eh?
Dimmi perché cazzo sei rimasto!>

Uno schiaffo da parte sua talmente forte, che mi fa sbattere la testa contro la parete, facendo aumentare il dolore che già avevo.

Finalmente mi lascia, facendomi scivolare a terra mentre mi tengo la testa.
Sento il sapore metallico del sangue in bocca e mi accuccio a terra, stringendo le mie gambe.

Non viene a chiedermi scusa, nemmeno ad aiutarmi anzi, si prende le cose da lavoro e va via sbattendo la porta.

Cosa ho combinato?
Come mi sono ridotta, solo per cercare di piacere a qualcuno che nemmeno mi apprezza?
Solo per aver pensato che era amore.

Provo ad alzarmi, ma il dolore è talmente forte, che mi fa accasciare un'altra volta.
Non parlo del dolore fisico, quello passa, ma quello che ho dentro è talmente forte che non mi permette nemmeno di respirare normalmente.
Mi sento in una morsa che mi sta divorando.

Non so quanto tempo passo a terra a disperarsi, ma poi squilla il mio telefono.
Provo ad alzarmi,tenendo il fianco che mi fa male, e mi avvicino al telefono che sta sul tavolo.

È Francesca.

Prendo un grande respiro

<Pronto Fra.>

<Ehi, mi dispiace per stamattina, non avevo nessun diritto di dirti quelle cose.>

<Non fa nulla, stai tranquilla.> dico in un sussurro.

<Che succede Mia?
Che hai?>

Alzo gli occhi per evitare di far venire giù le altre lacrime

<Nulla Fra, tutto bene.>

<Mia che ti ha fatto?>

<Niente davvero.
Abbiamo solo discusso, ma non è più una novità.>

Cerco di tirare su col naso, senza che lei possa capire, ma è amica mia e mi conosce benissimo.

<Sto arrivando, il tempo della strada.>

<No, lascia stare.>

<Mia mi hai rotto i coglioni ora.>

E chiude senza darmi il tempo di ribattere.

Mi siedo sulla sedia e mi porto le mani al viso cominciando a piangere ancora più forte.

Vorrei poter parlare con mia madre, mi manca cazzo, ma so che non capirebbe, mio padre è stato male e, nonostante abbiamo un ottimo rapporto, non posso permettermi di fargli venire un infarto, perché questo rischia.
Mio fratello ormai ha la sua vita, ed io sono sola.

Suona il citofono e salto per lo spavento.
Comincio a pregare che non sia lui, ma quando risuona capisco subito chi è.

Apro senza nemmeno chiedere chi è.
In un secondo sale fino al secondo piano e mi getto sulle sue braccia.

<Non ce la faccio più Fra, sono stanca e non vivo più.
Sto cercando solo di sopravvivere e questo non fa altro che farmi sentire peggio.>

<Basta Mia non piangere.>

Mentre mi tiene stretta tra le sue braccia, ci avviciniamo al divano.

<Che ti ha fatto?
Cosa ha fatto Mia?>

<L'ho fatto arrabbiare.
Quando sono rientrata dal bar, lui era già a casa.
Ha cominciato ad invieire su di me, dicendo che non c'era motivo che andassi al bar .> cerco di parlare tra il pianto che non mi lascia un attimo.

<Poi mi ha detto che dovevo preparare il pranzo, e gli ho risposto.
Ho cominciato ad urlare che poteva farselo da solo.
Non gli è piaciuta questa cosa.
Mi ha sbattuta sul mobile e poi, e poi...> non riesco ad andare avanti.

Francesca alza il mio viso e vede il labbro gonfio.

<Cazzo Mia, lo devi denunciare.>

La spingo lontana da me, facendo di no con la testa.

<No Francesca, ti prego.
Fai finta che non sia successo niente, ti prego.
Mi porterà via Nora.
Ti prego Fra, non posso permettermi di perdere anche lei, è l'unica cosa che mi permettere di rimanere ancora viva.
Non lo fare Fra, ti prego.>

Le dico mentre mi appendi alla sua giacca.

<Mia no puoi continuare così, e poi non potrà mai portarti via Nora.>

<No no no, lo farà.
Ti prego Fra non permetterlo, giuralo.
Giurami che non dirai niente a nessuno, giurami che non mi farai portare via la mia bambina.>

Sono veramente disperata, Nora è l'unico amore che io conosco, la mia vita, il mio mondo, il mio tutto.

E Buongiorno, ma che sto diventando brava😁.
Ecco un altro capitolo e con quello di ieri, sono due.
Scusate gli errori e nulla.

Una buona lettura.
Baci Chiara❤

Nessuno può giudicarti! Completa🙈Where stories live. Discover now