quarantuno

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Durante la settimana erano successe tante cose, come ad esempio Biondo che andò a trovare Emma in casetta.
In poche ore era riuscito a tirar su di morale la piccola Emmina, la quale rimase per tutto il tempo con il sorriso sul volto.

Maria aveva proposto anche a me di andare a trovare Filippo in casetta, ma a causa di impegni lavorativi non ero riuscita ad andare. Ciò mi faceva girare le scatole, logicamente, ma non potevo fare di testa mia questa volta.
Mi concesse, quindi, una semplice chiamata.

"Filo" dissi, ansiosa di sentire la sua voce.

"Lucrezia" quasi urlò. Sorrisi appena sentii la sua voce.
"Amore mio, come stai?" Continuò.

"Tutto bene, Lorenzo riempie le mie giornate" ridacchiai "tu, piuttosto come va?"

"Va bene, tutto sommato. Sento la tua mancanza, ma cerco di concentrarmi sulle canzoni" mi spiegò.

"Anche tu mi manchi, ovviamente. Ma adesso devi solo pensare a vincere, perché manca pochissimo alla finale" cercai di spronarlo, così da non fargli pesare la nostra lontananza.

"Manca poco e ci rivediamo, vorrai dire" precisò e sottolineò lui.

Lo canzonai, "io ti aspetterò sempre, lo sai. Ma tu devi giurarmi di mettercela tutta"

"Signor sì, capitano" me lo immaginai mentre si portava la mano alla fronte, facendo il saluto militare.
Successivamente cambiai argomento, dicendogli che avevo rivisto Simone e che avevamo passato una giornata insieme.
Lui mi raccontò del lavoro che stava facendo dentro la casetta, delle numerose canzoni che stava preparando e delle giornate con Emma.

"A proposito di Emma, devi salutamela e devi dirle che mi manca tantissimo"

"Sarà fatto, Lu" disse "hai rivisto qualqun'altro, oltre a Biondo?"

Annuii, nonostante lui non potesse vedermi "appena sono tornata a casa ho visto Lorenzo e Nicole, poi Luca Vismara e Grace. Ah, sì, anche l'altro Luca"

"Mh" sentii dire dal ragazzo dall'altra parte del telefono "anche Luca Capomaggi. E dove esattamente?"

Ed ecco il Filippo geloso che è in lui. Alzai gli occhi al cielo e gli risposi semplicemente che ci siamo visti ad un InStore, subito dopo la nostra uscita dal programma.

"Va bene, non voglio parlare di lui adesso. Possiamo parlare ancora poco e voglio solo sentire la tua bellissima voce"

"Allora ti dico che ti amo, sei sempre bellissimo e non vedo l'ora di stringerti tra le mie braccia" dissi velocemente.
In realtà ci sarebbero da dire altre mille cose, forse le più banali, ma gliele dirò quando riuscirò ad averlo davanti a me, quando riuscirò a sringerlo al mio corpo.

Mi salutò dolcemente e la chiamata venne chiusa. Trascinai il mio corpo lungo la porta della mia stanza, fino a toccare il pavimento con il sedere. Scorsi un po' di nostre foto insieme, in alcune eravamo dei semplici adolescenti; la prima che vidi, e probabilmente la prima che fecimo, rappresentava una me diciottenne, i capelli biondi lisci che ricadevano lungo le spalle, gli occhi truccati con del semplice mascara e una linea di eye-liner. Filippo, invece, era un ventenne con un filo di barba e i capelli in perfetto ordine.

L'ultima foto che ci scattammo, invece, ce l'aveva fatta Einar.
Le mie braccia erano intorno al collo di Filippo, mentre le sue mani erano sui miei fianchi. Non ci stavamo baciando, ma ci stavamo guardando negli occhi.
E, per me, quando i suoi occhi si incastravano nei miei era meglio di mille baci sulle labbra.

Spazio Autrice:
Ehi, scusate l'assenza di questi giorni ma sono successe un sacco di cose.
Questa sera ci sarà la puntata di Amici ed io non vedo l'ora!

Fragile | Irama PlumeWhere stories live. Discover now