3.1 - street art

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Un'altra giornata come le altre stava iniziando in quel di Busan. Per Jimin e Jungkook, però, non era una giornata "come le altre": si trovavano a dormire nel letto del più piccolo abbracciati. Il moro era già sveglio da alcuni minuti, ma non voleva alzarsi.

Jungkook aveva appena scoperto che il biondo parlava nel sonno, si svegliò per il troppo caldo che stava avendo e notò Jimin mugulare qualcosa. Riuscì a capire a stento ciò che aveva detto, ma lo capì.
"No, ti prego, non farlo! Ti supplico!" fu questa la frase che bofonchiò il più grande. Iniziò a piangere nel sonno e Jungkook era terrorizzato, nel panico più totale, non sapeva assolutamente cosa fare. Stava evidentemente facendo un brutto sogno, il più piccolo non poteva neanche immaginare quale. Non gli venne la minima idea di cosa avesse causato tutto quello spavento al biondo.
Però, sapeva cosa avrebbe potuto fare: iniziò a cantare coccolando Jimin che, tremante, non smetteva di piangere. La sua voce era tutto; passionale, dolce, potente, roca, suadente, rassicurante. Era intonato e tranquillo, questo fece calmare un po' il più grande che, però, non ne voleva sapere di svegliarsi.
Quello che fece rimanere Jungkook più sbigottito fu che, nonostante la situazione del suo ragazzo, quest'ultimo stava ancora dormendo. Sembrava non avesse intenzione di svegliarsi. Come se quel sogno fosse talmente orribile da voler sapere come finisce, da provare così tanta bizzarria da non riuscire a svegliarsi e pensare ad altro.

Jungkook aveva gli occhi fissi sul viso bagnato dalle lacrime del biondo. Aveva le labbra socchiuse e sembrava stesse dormendo tranquillamente ora. Smise di tremare e piangere e si strinse più forte al petto del minore.
Il minore si sentì sollevato, avere quella scena davanti ai suoi occhi lo aveva scombussolato parecchio.

«Buongiorno Kookie.» Jungkook si accorse che Jimin fosse sveglio solo quando pronunciò quelle due parole, era troppo impegnato a pensare quello che era successo quella notte. La spensieratezza con la quale Jimin diede il buongiorno al moro fu enorme, tanto che Jungkook si rese conto che non si ricordava nulla. Stava dormendo, è vero, ma si ricorda sempre un avvenimento del genere, no? Oppure, Jimin stava solo fingendo di aver dimenticato.

«Buongiorno, dormito bene?» decise di cominciare a fargli qualche domanda per capire se davvero non si ricordasse nulla, probabilmente non era bello da fare, ma andare dritto al punto sembrò affrettato al minore.

«Si, benone!» il moro annuì titubante in risposta, pensando a cosa potesse star facendo davvero il più grande.

Stava mentendo o non ricordava nulla?

*****

Passarono la mattinata in casa a giocare ai videogame del moro. Nonostante i suoi 21 anni, era ancora fissato con i videogiochi come quando era un ragazzino. Jimin non era molto bravo, ma Jungkook lo lasciò vincere ad alcune partite solo per vederlo sorridere. Trovava davvero carina la forma che i suoi occhi prendevano quando sorrideva, avrebbe voluto vederlo in quello stato per sempre.

Dopo pranzo andarono a fare una passeggiata al centro della città di Busan, magnifico come sempre. Le numerosi e colorate luci dei grandi grattacieli che riflettono sulle macchine rendono ogni volta la città misteriosa, ma non cupa. Misteriosa ma divertente, come un'enorme festa.

Milioni di artisti di strada si stavano esibendo davanti agli occhi di tutti i cittadini e i turisti. I due ragazzi li guardarono con stupore, entrambi amavano l'arte in tutte le sue possibili forme, soprattutto la danza e il canto. Jungkook si fermò a guardare un uomo anziano che disegnava con una semplice matita i volti di alcune persone, sia famose che non. Era ammirato dal modo in cui quel signore teneva la matita e la faceva scivolare a suo piacimento sul foglio, faceva sembrare il disegno una pratica meravigliosa ed emozionante. Pensò che solo alcuni disegnatori riescono a farti percepire questo tipo di emozioni, gli sarebbe piaciuto tanto far provare questi sentimenti ad altre persone, proprio come faceva quell'uomo.

«Ti piace disegnare, ragazzino?» disse il signore quando si rese conto dell'ammirazione con la quale Jungkook stava guardando il foglio davanti a lui.

«Si, ma non sono così bravo. Lei è incredibile, davvero. Questa è vera arte.» si complimentò con il disegnatore.

«Ognuno è bravo a modo suo, se fossimo tutti bravi allo stesso modo sarebbe una noia gigantesca. Come ti chiami, ragazzino?» sebbene l'uomo avesse passato la giovane età era pimpante allo stesso modo dei ragazzi d'oggi, se non di più.

«Jungkook.» sorrise.

«Bene Jungkook, io sono Hyun-Shik.  Chiama il tuo ragazzo e fallo venire qua, ora gli facciamo insieme un ritratto.»

«Gli facciamo un ritratto?» chiese stupito. «Aspetti, ma come fa a sapere di Jimin?» il moro era meravigliato da Hyun-Shik, era davvero tanto bizzarro quanto fantastico.

«Ho visto come vi guardavate prima, sarò anche vecchio ma non sono stupido!» risero insieme.

Jungkook, allora, chiamò Jimin che stava guardando l'esibizione di un ballerino che lo aveva incuriosito molto e lo fece mettere davanti a lui. Non gli chiese di fare qualche posa strana o qualcosa del genere, più naturale meglio è. Insieme all'artista cominciarono a disegnarlo. Il più piccolo era emozionato, poter disegnare con una persona così brava non era da tutti i giorni ed aveva talmente tanta paura di sbagliare che Hyun-Shik se ne accorse.

«Jungkook, errare è umano. Quando si sbaglia tutto viene migliore.» disse concentrato sul disegno.

Dopo una buona mezz'oretta finirono ed il risultato fu un capolavoro: lo stile di Jungkook mischiato a quello dell'artista era magnifico. Il disegno ritraeva un Jimin sorridente dalle spalle in su, metà sorriso era coperto dalla sua mano che era finita la per la vergogna che stava provando ad avere così tante attenzioni.

I due ragazzi si inchinarono verso Hyun-Shik ringraziandolo e Jimin corse felice a guardare l'esibizione di prima. Jungkook stava raggiungendo Jimin quando venne fermato dall'uomo.

«Jungkook, ricorda che quando piove lo stolto impreca contro gli dei, il saggio, invece, si procura un ombrello.» citò un antico proverbio cinese ed il ragazzo capì perfettamente a cosa si stava riferendo.

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CIAO
capitolo più lungo perché avete aspettato molto :D
forse nel prossimo capitolo si scopre qualcosa
forse
hope you like it~

homophobic ;; jjk × pjmWhere stories live. Discover now