Capitolo 21

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Erano le otto e mezza e a casa mia regnava il silenzio. Theo era in camera sua. Io mi stavo vestendo per uscire con Louis, Niall e Jessica.

Avevamo organizzato di andare prima in pizzeria e mangiare una pizza e poi in discoteca.

Stavo passando il rossetto rosso sulle labbra quando il clacson della macchina di Louis mi avvisò che erano qui.

Avevo indossato un vestitino, un giubotto di pelle e le convorse ai piedi.

Salutai Theo e mi avviai alla macchina. Aprii lo sportello e feci il mio ingresso. Louis rimase a bocca aperta appena mi vide.

"Amico chiudi la bocca e guida" gli disse Niall ridendo. Salutai Jessica con un abbraccio e Niall con un pizzicotto.

Mi voltai da Louis e lo bacia sulla guancia.

Sorrise e incominciò a guidare. Dopo poco parcheggiò ed eravamo arrivati in pizzeria. Presi Jessica dalla mano e la trascinai dentro. Louis e Niall erano rimasti fuori a fumare.

"Sei stupenda" le dissi sorridendo aveva anche lei un vestitino, un paio di tacchi e un coprispalle. I capelli sciolti a boccoli. Era davvero stupenda la mia migliore amica. Mi sorrise e abbassò lo sguardo per la vergogna.

I ragazzi ci raggiunsero e ordinammo. Finito di mangiare andai al bagno per rimettere il rossetto che tenevo nella borsa.

Ci avviammo alla macchina e mi accorsi in un momento di noia guardando fuori dal finestrino, che adesso stavo bene, finalmente. Era quasi una settimana che non usavo la lametta e tre giorni che non facevo incubi. Solo c'era il problema Zayn che mi preoccupava, ma con Louis vicino sapevo di essere al sicuro.

Arrivammo in discoteca. Entrammo e la puzza di fumo, alcol e sudore invase le mie narici. Legai i capelli odiavo che si incorporavano quella puzza. Erano lunghissimi.

Niall andò a ballare con Jessica. Io e Louis restammo da soli seduti su dei divanetti di pelle. Io ero sulle sue gambe. Gli baciai il collo lasciandogli il rossetto rosso. Non gli dava fastidio che avesse del rossetto sul collo anzi gli piaceva l'idea. Aveva una camicia bianca, un paio di pantaloni neri strettissimi e le sue vans ai piedi.

"Che numero porti di scarpe?" gli chiesi per curiositá. Mi guardò stranito.

Era una domanda stupida.

"Quaranta, perchè?"

"Amo le tue scarpe, ma io ho il piede più piccolo e non me le puoi prestare" misi il broncio. Rise e risi anch'io. Alcune volte ero proprio una bambina. Mi baciò sul collo, sulla linea della mandibola e poi sul naso. Ma io volevo un bacio sulle labbra. Uno di quello da farti dimenticare anche come ti chiami.

Mi alzai e lo trascinai a ballare. Amavo ballare con lui perchè eravamo sempre così attaccatti. Avevo bisogno del suo contatto.

Incominciai a muovere i fianchi a ritmo di musica. Era un ritmo lento e sensuale. Louis mi tirò contro di se e i nostri bacini cominciarono a sfiorarsi, toccarsi. Misi le mani nei suoi capelli e li tirai verso l'alto. Lui aveva le mani sui miei fianchi e li stringeva forte. Non sarei scappata, non sarei andata in nessun posto. Non posso fuggire dall'unica persona che mi fa sentire bene e che mi fa sorridere.

Incominciai a baciarlo sul collo e la sua mano andò a finire sul mio sedere. Nessuno mi aveva mai toccata fino a quel momento. Era strano per me, infatti sussultai. Ma continuai a baciare Louis. Strizzò il mio sedere e un gemito uscì dalle mie labbra schiuse.

Lasciai un segno viola sul collo del castano. Era il secondo succhiotto che gli facevo, ma amavo far sapere al mondo che era mio e di nessun altro. Come a volere significare 'Non toccare, proprietá privata!'

~You make me strong!Where stories live. Discover now