fire and blood

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Barcollo.Non posso più restare qui. Ho fame.

Diacqua sono riuscito a recuperarne un bel po', ma ora devo trovarmi unaltro posto, dato che dopo la morte di Alyssa rimanere qui mi esporràmolto di più.

Oltretuttoora sono solo, e non credo resisterò molto.

Miavvio di nuovo fuori dalla zona delle macerie, verso il boschetto disterpaglie: forse, se sono fortunato posso trovare qualche bacca ofrutto commestibile. Spero.

Stocamminando da un'ora quando arrivo nei pressi di quella che una voltafu una villetta di mattoni rossi.

Unaparete è sfondata, del tetto di tegole bianche rimane ormai poco.

Qualcosadentro di me mi suggerisce di esplorare il circondario.

Magaric'è qualcuno, magari mi vedranno... o forse no.

Peruna volta... un piccolo dono della natura... un miracolo: arrampicatosulla parete ancora in piedi, confuso tra l'edera... un ramorampicante di more mature. Non è un miraggio. Sono sicuro.

Sonovere. Non riesco a crederci. Ne assaggio una, schiacciandola con lalingua per assaporare il succo fresco dal sapore che conosco bene.

Devotrovare un modo per raccoglierne il più possibile.

Nellozaino ho conservato il contenitore metallico della minestradell'altro giorno, così la uso per stiparci tutte le more cheriesco: mi ferisco le mani e i polsi con le spine del rovo, ma non mene curo.

Ècibo, vitaminico e anche dissetante, cosa che costituisce un belvantaggio. Mi sto ancora chiedendo dove sia la fregatura di questoincredibile colpo di fortuna...

soche probabilmente sto per correre un inutile rischio, tuttavia decidodi avventurarmi all'interno della casa.

Imiei passi scricchiolano sul pavimento di legno marcio. Ho appenapercorso pochi metri quando sento cedermi il suolo sotto ai piedi.Immobile, come pietrificato, rivolgo lo sguardo verso il bassopregando che non accada nulla. Ma sono agli Hunger Games, e qui nonservono preghiere...

illegno si spezza e precipito in un seminterrato del quale non avevoidea dell'esistenza.

Mirendo conto che la caviglia mi pulsa... mi muovo carponi in questainfida penombra: l'unico fascio di luce proviene dal punto della miacaduta.

Houn pessimo presentimento...e purtroppo in queste cose raramente hotorto...

inun attimo, balena un bagliore, il riflesso di una lama. Lo sento, ègiunta la mia ora, ho fallito. Strigo le mie stesseginocchia,serrando gli occhi mentre mi chiedo chi sarà a prendersila mia vita, preparandomi a ricevere il fendente...una lacrima nerami brucia, scorrendomi su una guancia: avrei dovuto immaginarlo,avrei dovuto aspettarmelo...

"Merlin!Mio Dio avrei potuto ucciderti!" esclama una voce che conosco moltobene.

Almio vecchio amico Will per lo stupore cade il coltello dalla mano.

Eravamograndi amici da bambini, abitando in distretti vicini: scavalcavamodi nascosto la recinzione che delimita il terreno brullo che separa idistretti 9 e 10 e andavamo a giocare.

Poicrescemmo, le cose cambiarono, divennero tempi bui e pericolosi...riuscivamo a vederci sempre meno... fino a questo momento, neltragico teatro della presentazione dei tributi.

Faccioper balzare in piedi, picchiando la testa contro il pavimento che fada soffitto, per abbracciare il mio amico. Ci siamo sempreconsiderati fratelli e non smetteremo proprio ora.

Sonosicuro che le cose andranno meglio, anche se so che arriverà prestoil momento in cui dovremo separarci e dirci addio: sarebbeimpossibile combattere fra noi, sono troppo forti l'amicizia e lalealtà che ci legano.

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⏰ Last updated: Jun 08, 2018 ⏰

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