Eighteen.

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Il sorriso di Federico si era lentamente spento mentre osservava Benjamin camminare nella sua direzione ma non raggiungerlo. Gli venne voglia di urlare e piangere quando lo vide fermarsi accanto ad un ragazzo decisamente troppo abbronzato e dai capelli neri, le spalle larghe come un armadio e un sorriso appena visibile sul volto emozionato.
Sentì la rabbia ribollirgli dentro quando il moro prese la mano dello sconosciuto e lo trascinò al piano superiore, probabilmente nella stessa stanza dove loro lo avevano fatto per la prima volta.
Le sagome dei due ragazzi diventavano sempre meno nitide e Federico si ritrovò a ridere istericamente, guadagnandosi gli sguardi confusi dei suoi amici e quello preoccupato di Louis. Si sentiva uno stupido ad aver pensato che Benjamin gli appartenesse, anche se in minima parte, e per aver pensato che il moro avrebbe scelto sempre e soltanto lui.
Per Benjamin, lui, non era nulla di più che uno con cui usciva quando ne aveva voglia e con cui andava a letto. Non era un suo amico e nemmeno il suo fidanzato.
Per Benjamin non era nulla.
Il ragazzo dai capelli biondi sbloccò nuovamente il suo cellulare, che aveva bloccato senza uscire dalla chat con il moro, ed eliminò il messaggio appena inviato. Non voleva che Benjamin sapesse. Prese il suo drink azzurro e se lo scolò in un solo sorso, mentre tutti intorno a lui continuavano la loro serata ignari della sua delusione. Si alzò dal comodo divano, si sistemò il cellulare nella tasca posteriore dei suoi pantaloni e si sforzò di sorridere ai suoi amici.
-"Mi sono appena ricordato di non aver chiuso il gas, devo correre a casa." Mentì il ragazzo. "Scusatemi ragazzi, ci vediamo domani." Aggiunse e, senza aspettare risposta, corse via tra quella folla accaldata di persone che come lui avevano un solo pensiero fisso.
Benjamin.

Quella notte, tra le lenzuola bianche del suo letto, Federico non fece altro che rigirarsi e pensare a quanto era successo. O meglio a quanto non era successo. Continuava a chiedersi se Benjamin stesse ancora con quel ragazzo, se avesse dormito con lui e se lo avesse baciato. Non riusciva ad immaginare Benjamin tra le braccia di un altro ragazzo, nonostante quello fosse il suo lavoro.
"Devi dimenticarlo, Federico. Tra di voi non potrà mai esserci nulla se non, forse, una semplice amicizia.
Lui non sarà mai tuo." Si disse Federico, prima di chiudere gli occhi e lasciarsi andare alle braccia di Morfeo.
Il giorno seguente il cellulare del biondo non fece altro che vibrare, decine e decine di messaggi decoravano il blocco schermo del ragazzo, una foto che lo ritraeva in compagnia dei suoi amici su una delle spiagge di Miami, ma Federico era intenzionato ad ignorarli tutti.
Il biondo si era chiuso nel suo mondo, fatto di studio e imminenti esami, non aveva tempo per pensare ad un paio d'occhi che lentamente lo stavano conquistando e a delle labbra che desiderava baciare ancora. Di tanto in tanto però si permetteva il lusso di sbirciare i nuovi messaggi arrivati e si sentì in colpa nell'ignorarli. Il mercoledì, quel giorno, era il giorno libero del moro e questo gli stava insistentemente chiedendo di vedersi ma Federico continuava ad ignorarli. Non lo avrebbe risposto fino a quando non sarebbe riuscito ad accettare l'idea che non fosse suo.
Non sapeva però che gli sarebbe stato più difficile del previsto e che Benjamin non fosse per niente d'accordo con questa sua scelta.

Erano quasi le due del pomeriggio, il sole scottava alto nel cielo della Florida e le strade erano quasi deserte, a differenza delle spiagge che erano gremite di persone accorse per fare il loro primo bagno della stagione. Quel giovedì era particolarmente caldo nonostante fosse ancora marzo, l'estate sembrava essere alle porte e Miami era già pronta ad accoglierla.
Dentro casa Federico si aggirava lamentandosi per il caldo, nonostante avesse il condizionatore accesso e avesse addosso soltanto un misero pantaloncino rosso, aveva finito da poco di pranzare e si stava disperdendo al pensiero di dover ritornare a studiare in quel forno cocente che era la sua stanza.
-"Voglio andare al mare." Sbuffò Federico e si avvicinò al rubinetto per aprirlo e lavare i piatti. I suoi piani vennero però interrotti quando il campanello di casa suonò e gli occhi di Federico si illuminarono. Da giorni Federico attendeva che gli arrivasse il telescopio che aveva ordinato su internet qualche settimana prima.
Senza preoccuparsi del suo aspetto Federico corse alla porta di casa e spalancò la porta, il suo sorriso però scemò quando davanti a lui vide Benjamin, totalmente imperlato di sudore, stretto in un pantalone di jeans strappato sulle ginocchia e una t-shirt a mezze maniche nere. Faceva decisamente troppo caldo per un abbigliamento simile.
-"Che vuoi?" Gli chiese, in modo abbastanza freddo, Federico.
Il moro lo squadrò da capo a piedi e ringhiò.
-"Chiariamo un paio di cosette, principessa, o meglio tre." Iniziò a parlare Benjamin e si avvicinò a lui. "Ti sembra normale aprire la porta vestito, o meglio svestito, in questo modo?!" Quasi urlò il moro. "E se fossi stato un pazzo pervertito?!"
-"Ah, perché non lo sei?" Chiese sarcastico il più piccolo e incrociò le braccia al petto nudo.
Benjamin ignorò la sua provocazione e continuò a parlare.
-"Seconda cosa, non osare e sottolineo non osare mai più ignorare i miei fottuti messaggi!" Urlò Benjamin, facendo pulsare la vena sul collo, avvicinandosi pericolosamente al minore che indietreggiò fino a far entrare in casa Benjamin. "È da ieri che continuo a scriverti e tu continui ad ignorarmi!" Esclamò, mentre l'altro lo guardava divertito. "All'inizio pensavo stessi studiando ma all'ennesimo visualizzato senza risposta mi sono iniziato a preoccupare, sono venuto qui nonostante i trenta gradi e la puzza nauseabonda che c'è negli autobus. Vengo qui e tu? Tu stai benissimo e ti permetti anche di parlarmi in questo modo?!
Ma sei impazzito?!" Concluse, decisamente arrabbiato.
Il biondo fece fatica a trattenersi dallo scoppiare a ridere, l'espressione di Benjamin lo divertiva ma sapeva che sarebbe stato meglio trattenersi o sarebbe finita male. Non era affatto una buona idea ridere in faccia ad una persona arrabbiata. Mise su una strana smorfia e inclinò la testa da un lato.
-"E la terza cosetta che vorresti chiarire quale sarebbe?" Gli chiese, scegliendo di ignorare tutto quello che l'altro aveva detto.
-"Baciami immediatamente o giuro che potrei non rispondere più delle mie azioni."

Subito dopo quelle parole Benjamin spinse il corpo seminudo, e ben definito, del minore contro la parete biancastra e chiuse la porta alle sue spalle con un calcio. Si avventò sulle labbra del minore e allacciò le braccia dietro al collo di questo.
In un primo momento Federico fu tentato di spingerlo via ma quando Benjamin si strinse a lui, come se fosse l'unica cosa di cui aveva bisogno, non riuscì a non fare lo stesso.
-"Ti prego..." Gli sussurrò sulle labbra Benjamin, prima di riprendere a baciarlo e lasciarsi andare tra le sue braccia.
Federico condusse il moro, ancora stretto tra le sue braccia e con le labbra unite, lungo il corridoio fino a raggiungere l'ampio salotto. Lo prese di peso quando sentì sotto i suoi piedi nudi il parquet del salotto, gli sorrise e gli morse il labbro inferiore mentre raggiungeva il comodo divano beige situato al centro della stanza, davanti il grande schermo piatto. Federico si sedette sul comodo divano e lasciò che Benjamin si sistemasse a cavalcioni su di lui.
-"Va meglio?" Gli chiese Federico, sorridente, e iniziò ad accarezzargli una guancia arrossata per il caldo.
Il moro gli diede un ultimo bacio a stampo e annuì.
-"Questo dovresti dirmelo tu."
-"Che cosa intendi dire?"
-"Perché ieri non hai risposto ai miei messaggi?"
-"Perché sei andato a letto con quello?" Le parole lasciarono la bocca di Federico ancora prima che il ragazzo potesse pensare. Non appena si rese conto di quello che aveva detto si morse il labbro inferiore e le sue guance si tinsero di rosso.
Il moro ridacchiò e mise le mani sulle spalle nude del ragazzo.
-"Sei geloso, principessa?" Gli chiese divertito.
Il più piccolo sbuffò e cercò di evitare lo sguardo del ragazzo che gli stava addosso.
-"Ma che dici? Sei impazzito?"
-"Guardami Fè." Gli chiese, con tono gentile, il moro.
Il più piccolo strabuzzò gli occhi quando sentì quel nuovo nomignolo, raramente Benjamin lo chiamava col suo nome e mai con un diminutivo di questo.
-"Che c'è?"
-"Sono andato a letto con quel ragazzo soltanto perché c'era Thomas, il proprietario della discoteca, in sala e non volevo creare un nuovo conflitto tra di voi." Gli spiegò Benjamin, mentre gli accarezzava le spalle. "Quello è il mio lavoro, Federico, lo sai bene. Capisco che non ti piaccia ma non posso farci niente. Tu hai la fortuna di avere una famiglia benestante alle tue spalle, io ho la fortuna di aver un bel culo ed è l'unica cosa su cui posso fare affidamento." Continuò e scrollò le spalle. "Quello è lavoro per me, principessa, lui è solo uno dei tanti."
-"E i- io invece che sono?" Gli chiese, titubante, il biondo e gli scoprì i fianchi per accarezzarli.
-"Tu sei tu." Sorrise il più grande. Probabilmente si sarebbe dato dello stupido da lì a poco per quello che stava dicendo, in quel momento però voleva rassicurare il più piccolo. "Loro fanno parte della mia vita lavorativa mentre tu della mia vita privata. Lui, come tanti altri, fanno parte del mio guadagno.
Tu sei tutt'altro e lo dimostra il fatto che sono qui, che sono venuto perché preoccupato per te e perché mi mancavi." Aggiunse. "Tu sei una persona che voglio avere accanto, che mi fa piacere conoscere.
Lui non significa nulla per me. Tu sì." Concluse e gli diede un bacio a stampo.
Uno stupido sorriso alleggiava sulle labbra arrossate del minore, questo però non ebbe tempo di rispondere perché il cellulare del moro trillò.
-"Scusami un momento." Gli disse Benjamin e, senza cambiare posizione, prese il suo cellulare per leggere il messaggio appena arrivato. "È Thomas." Disse il moro e sentì il più piccolo sbuffare sonoramente.
Il ragazzo sbloccò il cellulare e lesse il messaggio dell'uomo.
«Tesoro c'è stato un problema elettrico al locale e questa sera resteremo chiusi. Approfittane per riposare, domani passo da te.
Mi mancherai.
-Thomas.» Recitava il messaggio e il ragazzo alzò gli occhi al cielo.
-"Che succede?" Gli chiese il biondo, mentre gli accarezzava la schiena che aveva provveduto a scoprire alzando la maglia nera.
Il più grande gli sorrise, bloccò il cellulare e lo gettò sul divano.
-"C'è stato un problema al locale quindi questa sera resterà chiuso." Gli disse. "Ho un altro giorno libero." Aggiunse felice.
Federico si leccò il labbro inferiore e strinse il bacino del maggiore tra le mani, per poi spingerlo contro di lui.
-"Resti qui?" Gli chiese e gli morse il labbro inferiore.
-"Aspettavo che me lo chiedessi."

Do you want to dance with me in the dark? || Fenji.Donde viven las historias. Descúbrelo ahora