Fifty five.

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-"Ascoltami bene, ragazzino." Ringhiò l'uomo. "Tu qui sei pagato per fare la puttana. La gente vuole solo scoparti e tu glielo lascerai fare, a nessuno interessa se tu hai voglia o no.
Quell'uomo ha pagato molto più di quanto immagini soltanto per avere il tuo culo e tu glielo darai, o te ne pentirai fino all'ultimo dei tuoi giorni." Disse. "Non me ne frega un cazzo se adesso vuoi fare il fidanzatino perfetto, fuori da qui fai quello che ti pare ma qui resti la solita puttana di sempre. Quindi adesso vai a cambiarti, fai il tuo solito balletto sul palco e poi dai il tuo fottuto culo a quell'uomo. Ci siamo capiti?"
Federico, che stava faticando a restare in silenzio e a non colpire in pieno viso Thomas, a quelle parole sgranò gli occhi e spalancò la bocca mentre pensava a migliaia di modi diversi per insultarlo e fargli capire che persona disgustosa fosse.
Chi si credeva di essere per parlare in quel modo ad un ragazzino poco più che ventenne? Come poteva essere così accecato dai soldi da vendere in quel modo una persona?
Benjamin, al suo fianco, serrò la bocca e strinse la mano del suo fidanzato. Sapeva di non poter fare nulla per impedire a quell'uomo di esercitare il suo potere su di lui, Thomas era il proprietario di quella discoteca e anche il suo. Era costretto a fare ciò che Thomas voleva.
Qualcuno, probabilmente uno dei ballerini, chiamò Thomas e questo si allontanò dai due ragazzi, mantenendo il suo sorriso a dir poco raccapricciante, senza aggiungere altro.
Sheldon alle loro spalle, che era rimasto in silenzio fino a quel momento, sospirò rumorosamente e mise una mano sulla spalla del moro.
-"Se non vuoi farlo ti aiuto ad andartene dopo, non lascerò che ti si avvicini." Disse la guardia.
Benjamin abbozzò un sorriso e scosse la testa.
-"Non voglio che ti licenzi a causa mia." Rispose. "Solo impediscigli di entrare nel mio camerino, non ho alcuna intenzione di parlare ancora con lui." Aggiunse e lanciò un'occhiata a Thomas per assicurarsi che non si stesse dirigendo verso il suo camerino.
Sheldon annuì e si diresse verso il camerino del moro, dove si appostò davanti alla porta per evitare che Thomas entrasse.
Federico si voltò verso il suo fidanzato e inarcò un sopracciglio, mantenendo la sua espressione dura.
-"Dimmi che non hai intenzione di fare quello che ti chiede." Disse, con tono per niente gentile, nonostante Benjamin non avesse alcuna colpa in quella situazione.
Il moro sospirò nuovamente e abbassò lo sguardo.
-"Devo farlo, Fè..." Sussurrò. "È il mio lavoro." Aggiunse. "Ti prego, non arrabbiarti anche tu."
Il più piccolo serrò le labbra in una linea dura e serrò i pugni.
-"Non puoi lasciarti usare come ti pare da quello lì." Replicò, con tono piatto. "Lui non è nessuno per costringerti a fare qualcosa."
-"È il mio capo e questa è la sua discoteca, io sono il sui spogliarellista e qui lui può fare di me quello che vuole." Rispose Benjamin. "Non è giusto, lo so benissimo anche da solo, ma per il momento è questa la mia vita e ti chiedo soltanto di starmi accanto. Non voglio litigare con te, non più."
Il biondo sospirò rumorosamente e si passò una mano tra i capelli.
-"Non baciarlo, Benjamin, te ne prego."
-"Non ho alcuna intenzione di farlo. Non voglio baciare nessuno che non sia tu, piccolino."

Federico fece fatica a lasciare andare il moro, sapendo che dopo il suo solito numero un altro uomo lo avrebbe posseduto e avrebbe fatto di lui tutto quello che desiderava, nonostante Benjamin non volesse. Il più piccolo decise di non guardare lo spettacolo del suo fidanzato, tutto ciò che voleva era restarsene chiuso nel camerino del maggiore e attendere il suo ritorno. Strapparlo a quel mondo anche quella sera e riportarlo nel suo di mondo, per poi coprire le mani di quell'uomo sul suo corpo con le sue.
Mentre il biondo attendeva che l'altro tornasse, senza neppure sapere se il suo spettacolo fosse finito o meno, ricevette una telefonata da parte di Louis che non vedeva da qualche giorno.
-"Ehi, Lou." Lo salutò Federico non appena rispose alla telefonata.
-"Federico sei alla discoteca?" Gli chiese Louis, in tono abbastanza agitato.
-"Sì, sono nel camerino di Benjamin, perché?"
-"Chi è quell'uomo, decisamente avanti con gli anni, con cui Benjamin è andato al piano superiore dopo il suo spettacolo?"
Federico si gelò sul posto, nonostante la stanza fosse abbastanza calda, e sentì il suo cuore smettere di battere per qualche momento. Non voleva sapere. Non voleva sapere nulla di quell'uomo. Non volveva immaginarlo, voleva fingere che non esistesse.
-"Ti spiego domani, Louis. Salutami gli altri." Rispose Federico e chiuse la telefonata prima che l'altro potesse replicare.
Federico sospirò rumorosamente e gettò la testa sul cuscino nero. Pochi momenti dopo la porta del camerino si aprì e il biondo sobbalzò, per poi sbuffare infastidito quando vide Thomas entrare.
-"Sheldon è andato a prendersi un caffè e io ho pensato di entrare per aspettare Benjamin, vedo però che tu hai avuto la mia stessa idea." Disse Thomas, abbastanza divertito da quella situazione, e chiuse la porta del camerino.
-"Vattene, Benjamin non vuole trovarti qui." Rispose Federico e si voltò all'altro lato.
-"Io però voglio farmi trovare qui." Replicò l'uomo e si avvicinò al divano dove l'altro era seduto. "Quindi resterò."
Il più piccolo digrignò i denti e lanciò un'occhiataccia all'altro.
-"Pensi di poter fare quello che ti pare, non è così?!"
-"Non solo lo penso, è la realtà."
-"Tu non sei nessuno Thomas, sei un essere viscido e disgustoso." Ringhiò il più piccolo. "Sei accecato dal denaro e per quanto tu possa averne, resterai per sempre povero perché lo sei dentro. Vendi un ragazzino, che potrebbe essere tuo figlio, e lo denigri in ogni modo possibile ed immaginabile. Lo usi. Non ti vergogni nemmeno un po'?!"
Thomas rise e scosse la testa.
-"Sei quasi adorabile." Rispose l'uomo. "Se non fossi già schifosamente ricco ti offrirei di lavorare qui. La tua ingenuità e la tua innocenza farebbero gola a molti."
Federico si alzò dal divano e si avvicinò all'uomo, fronteggiandolo.
-"Mi fai schifo."
Thomas ghignò divertito, sfiorò la guancia del minore con un dito per poi stringergli il viso in una mano.
-"Quando scoperai con Benjamin, ricordati che questo schifo l'ha avuto prima di te e continuerà ad averlo fino a quando non si annoierà."
A quelle parole qualcosa nella testa di Federico si spense, la sua razionalità. Prima che se ne rendesse conto il suo pugno destro entrò in contatto, con più forza di quanta credesse di averne, con il viso di Thomas che si voltò dall'altro lato.
-"Questo non dovevi farlo, ragazzino!" Urlò Thomas per poi saltare, letteralmente, addosso a Federico e rispondere al suo pugno.
Da quel momento nella testa risuonarono soltanto i loro pugni e le loro urla piene di odio, che fecero raggruppare alcune persone fuori dalla porta del camerini incerti sul da farsi.

Troppo occupati a picchiarsi e ad insultarsi i due, Federico e Thomas, neppure si resero conto che la porta del camerino si aprì e un Benjamin evidentemente sconvolto e spaventato fece il suo ingresso.
-"Ma siete impazziti?!" Urlò il moro e gettò per terra la sua felpa nera, per poi raggiungere i due che lo avevano ignorato. "Smettetela subito!" Urlò e fece per separarli ma qualcosa non andò come aveva programmato.
Thomas stava per scagliare l'ennesimo pugno sul viso al biondo ma a riceverlo fu il più grande, che con il naso sanguinante barcollò all'indietro e andò a sbattere con la testa contro lo spigolo del tavolo presente nella stanza.
L'ultima cosa che sentì fu Thomas che gli gridava di allontanarsi, che il suo posto era soltanto in un letto nudo a lasciarsi possedere da chiunque.

Do you want to dance with me in the dark? || Fenji.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora