Eighty six.

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Benjamin era rimasto in silenzio mentre ascoltava la madre di Federico parlare della festa a cui li aveva invitati, sembrava davvero entusiasta di quello che aveva organizzato anche se aveva dato ai due pochi dettagli per rendersi conto della portata dell'evento.
Il più piccolo sembrava, a sua volta, felice di festeggiare il compleanno di suo padre e di poter rivedere la sua famiglia e ricopriva sua madre di domande per rendersi partecipe dell'organizzazione e capire come poteva aiutarla.
Troppo occupato a gioire con sua madre, Federico, neppure si era reso conto della reazione del suo fidanzato. Benjamin se ne stava seduto con lo sguardo basso senza aprire bocca, non era felice dell'invito che avevano ricevuto e se solo i genitori di Federico non fossero stati così gentili con lui avrebbe rifiutato.
In quel momento l'ultima cosa che voleva era andare ad una festa e conoscere persone nuove, per di più parenti del suo fidanzato con cui sarebbe stato costretto ad essere gentile e ad interessarsi a loro. Dopo quanto gli era successo voleva soltanto potersene stare tranquillo a casa, magari con Federico, e poter guarire senza che nessuno si sentisse in diritto di parlare della sua vita.
Se fosse andato a quella festa tutti avrebbero visto le sue ustioni, le sue ferite, avrebbero fatto domande per sapere che cosa fosse successo e avrebbe riso di lui. Avrebbero riso di Federico, della loro relazione e Benjamin era certo di non poterlo sopportare.
-"Ben, amore, va tutto bene?" Gli chiese Federico dopo quasi mezz'ora, quando sua madre si allontanò per rispondere ad una telefonata. "Sei felice di andare alla festa di compleanno di mio padre?" Continuò a domandargli e gli accarezzò il dorso della mano.
Il moro abbozzò un sorriso e annuì, quasi impercettibilmente.
-"Sono solo stanco." Rispose. "Vorrei andare a riposare, se non ti dispiace." Aggiunse e si sforzò di sembrare tranquillo, per non insospettire il suo fidanzato.
Il più piccolo gli baciò il dorso della mano e si alzò dalla sedia.
-"Vieni, ti aiuto." Replicò. "Così sarai in forze per la festa della settimana prossima. Sarai il più bello di tutti, vedrai amore."

La settimana passò molto più velocemente di quanto il più grande volesse, alcuni dei suoi tagli si erano rimarginati del tutto ma gran parte delle sue ferite erano ancora fresche e gli provocavano dolore. Tutto sommato Benjamin si sentiva abbastanza bene, tranne in rari momenti durante i quali le ferite gli dolevano più del solito, era anche riuscito ad accompagnare il suo fidanzato a fare la spesa.
Federico continuava ad ignorare che cosa il più grande pensava riguardo alla festa di suo padre, il biondo continuava a pensare che il suo compagno fosse entusiasta tanto quanto lui.
Il giorno tanto atteso dal più piccolo arrivò e Benjamin si ritrovò ricoperto da decine e decine di abiti, che Federico continuava a gettare per aria nel tentativo di trovare qualcosa di decente da indossare, nonostante sua madre gli avesse detto di vestirsi come voleva perché sarebbe stata una festa molto informale.
-"Federico, non ti sembra di esagerare?" Gli chiese il moro, seduto a gambe stese sul letto coperto da vestiti e con le lenzuola in disordine. "Tua madre ti ha detto che non sarà nulla di formale, puoi anche andare in pigiama." Aggiunse. "Per di più il festeggiato è tuo padre, a lui non importerà come sei vestito." Concluse, mentre voltava la testa per osservare gli spostamenti del più piccolo.
-"A mio padre non interesserà come sono vestito, questo è ovvio, ma a tutti gli altri ospiti interesserà da morire." Replicò Federico e si voltò verso il moro, mentre reggeva una maglia bianca. "Non immagini neppure quanto la mia famiglia si senta sempre in diritto di giudicarmi. Per loro sono un po' la pecora nera della famiglia, non ho capito ancora il motivo, e non voglio dargli motivo di aver ragione." Continuò e alzò la maglia. "Secondo te questa va bene? È semplice ma elegante, penso possa andare. Tu che dici?" Gli chiese.
-"Sei perfetto, amore." Rispose il moro e abbozzò un sorriso.
Quello che il più piccolo gli aveva appena detto aveva fatto svanire anche l'ultimo briciolo di voglia, di Benjamin, di andare alla festa. Non sarebbe riuscito a starsene seduto in un angolo come desiderava, ne ero certo.
-"Vai a prepararti, tra un'ora usciamo." Gli disse Federico, per poi andare al piano di sotto.
Benjamin fece fatica ad alzarsi dal letto e recarsi in bagno, aveva preso dall'armadio un pantalone nero e una maglia nera a mezze maniche, su quest'ultima però era abbastanza incerto. Quando si ritrovò in bagno, mentre la vasca era colma d'acqua e schiuma, perse più tempo del dovuto nel guardare allo specchio il suo corpo seminudo.
"Per colpa tua Federico si vergognerà. Gli rovinerai la festa." Pensò Benjamin, mentre sfiorava le tante ferite che si portava dietro.
Il moro si era sempre sentito a suo agio con il suo corpo, non si era mai vergognato di mostrarsi nudo anzi andava fiero del lavoro fatto in quegli anni, ma in quel momento si odiava. Odiava tutto quello che aveva fatto, odiava aver conosciuto Thomas e odiava non aver dato retta a Federico.
Se solo si fosse comportato in modo diverso non sarebbe successo nulla. Per colpa sua e della sua stupidaggine un ragazzo di soli ventitré anni era morto.
Quello morto doveva essere lui, non Avan.
-"Amore sbrigati!" Gridò il più piccolo, interrompendo quella scia di pensieri negativi.
Quella serata per lui sarebbe stato un vero e proprio incubo.

Poco più di un'ora e mezza dopo i due ragazzi erano arrivati davanti alla maestosa villa, dove i genitori del moro abitavano.
Benjamin aveva sostituito la maglia con una camicia nera che lasciava ben poco all'immaginazione, Federico era rimasto abbastanza sorpreso da quella scelta ma non aveva fatto domande.
-"Finalmente siete arrivati!" Esclamò Leonard quando vide i due giovani entrare nella sala dove si sarebbe svolta la festa, già gremita di persone.
-"Tanti auguri papà!" Sorrise il biondo e lasciò la mano del fidanzato, per raggiungere suo padre ed abbracciarlo. "Scusa per il ritardo ma c'era traffico."
-"Tanti auguri, Leonard." Disse il moro, quasi sottovoce, e raggiunse i due.
-"Federico dovevi dirmi che il tuo fidanzato si sarebbe vestito così. Benjamin sei fin troppo elegante, tutti guarderanno solo te." Ridacchiò l'uomo e circondò le spalle del moro con un braccio. "Come ti senti?" Chiese al moro.
-"Sono imbottito di antidolorifici, quindi non posso lamentarmi." Sorrise, a disagio, il più grande.
-"Per qualsiasi cosa sei a casa tua, se vuoi andare a riposare tutte le stanze sono a tua disposizione." Replicò Leonard.
-"Grazie mille."
Ad interrompere la tranquilla conversazione dei due ragazzi ci pensò una donna che Benjamin non aveva mai visto, dai cotonati capelli castani.
-"Non sapevo che questa sera ci sarebbero state anche le prostituite." Ghignò la donna e affiancò il moro. "Ah, scusa, tu sei il fidanzato di Federico, giusto?
Quello che sarebbe dovuto morire per fare un favore a tutti."

Do you want to dance with me in the dark? || Fenji.Où les histoires vivent. Découvrez maintenant